Prologo

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Anastasia ha salutato  suo padre ricoverato  al N.W.H. di Seattle.....

PROLOGO

Esce dall’accogliente  e  funzionale stanza del centro di riabilitazione del Northwest Hospital molto più tranquilla e ottimista. Suo padre si sta riprendendo ed è in buone mani. Non ha dubbi su questo, sa che anche Grace darà un apporto importante  intervenendo con lo staff medico che conosce personalmente. Inoltre, visto che è stato trasferito  qui a Seattle, lo può raggiungere in pochi minuti per qualsiasi evenienza, senza trascurare ulteriormente  lavoro e impegni.

Segue il flusso di gente  che guadagna l’uscita riflettendo se sia il caso di rientrare a casa prima di farsi portare in ufficio.

-Mrs. Grey! Mrs.Grey!-

Sente chiamare il suo nome e si gira per intercettare da dove proviene. La voce così stridula non le fa venire in mente una persona particolare.

Si accorge che una signora bionda ha accelerato il passo  e si fa largo verso di lei. Si ferma ad aspettarla, ha riconosciuto la dott. Greene, la sua ginecologa.

-Mrs. Grey, ho cercato di mettermi in contatto con lei in questi ultimi giorni-  le dice trafelata- ha disdetto anche l’ultimo appuntamento di venerdì scorso-  si ferma per avvicinarsi ulteriormente -per l’iniezione dell’anticoncezionale, credo sia stato  superato il tempo limite- le dice  sottovoce.

Un brivido freddo  percorre la schiena  di Anastasia, sintomo di un cattivo presagio.

La sensazione di aver fatto una cosa sbagliata, qualcosa di cui dovrà pentirsi, una mancanza grave, le prende la gola lasciandola qualche istante senza respiro.

-Mi … mi dispiace-  farfuglia scusandosi.

-Venga, è meglio che ne parliamo nel mio ambulatorio-  la invita la dottoressa Greene vedendola  smarrita e spaventata.

Anastasia segue frastornata la dottoressa, cercando di capacitarsi di come può essersi dimenticata di una cosa così essenziale. Un flash di Hannah, la sua segretaria, che la informava di aver spostato la data, poi nulla. Assurdo, come ha fatto a sfuggirle questo appuntamento basilare.

Guarda in preda ad un'ansia crescente la dottoressa che controlla nel computer la sua scheda personale e poi scorre veloce un dischetto rosa che ha preso dal taschino del camice.

-Siamo proprio al limite, sono passate tredici settimane- le conferma dondolando la testa dubbiosa -devo per forza chiederle di fare il test prima dell’iniezione, siamo a rischio-

Toglie da un cassetto un piccolo contenitore e lo porge ad Anastasia.

-A rischio?- chiede  quest’ultima  confusa  -Oh, mio Dio, dottoressa, mio padre  ha avuto un grave incidente e si è da poco ripreso. E’ stato spostato in questo ospedale  stamattina da Portland, dove era ricoverato-  farfuglia cercando di dare una parvenza  di spiegazione  alla sua disattenzione.

-Sta meglio…. Suo padre intendo?- chiede la dottoressa.

-Sì, sì grazie, è in convalescenza- risponde in fretta.

-ci sono probabilità che… sì insomma, potrei essere…. incinta?- le parole le  grattano in gola come carta vetrata.

-Facciamo il test, mi serve un po’ di pipì in questa provetta il bagno è qui di fronte, così lo sapremo subito- risponde premurosa la dottoressa.

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