Capitolo n. 6 (seconda parte)

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Prendo un bel respiro.

-Quello che sentirai è la verità, tutta la verità, non fermarmi  per cortesia. Dopo, se vuoi,  risponderò alle tue domande- annuisce con la testa senza staccare lo sguardo.

Si aggiusta il ciuffo che gli è caduto davanti agli occhi, poi sfrega l’indice sulla fronte e sulle sopracciglia.

“è nervoso anche lui”

-Quando ho saputo dalla dottoressa Greene di essere  incinta mi è caduto il mondo addosso. Tu mi avevi detto chiaramente che non volevi figli in quel momento e  io mi ero dimenticata di fare l’iniezione anticoncezionale. Una leggerezza che per quante scusanti avessi potuto trovare gravava sul mio comportamento irrispettoso nei tuoi confronti.

Ero terrorizzata, non sapevo come affrontarti. L’istinto ha preso il sopravvento sulla mia ragione e mi ha spinto ad allontanarmi da te. Non ero più sola, dovevo pensare a proteggere anche quel piccolino che stava crescendo dentro di me.

Non ero spaventata  dalla tua reazione immediata, quella in qualche modo avrei saputo gestirla e sopportarla.

E dopo?

Non mi sentivo  all’altezza di starti vicina, ti sfidavo continuamente, ti disubbidivo, ero rimasta incinta e tu non volevi figli. Conoscendo le tue buone maniere avresti accettato il bambino ma tra noi sarebbe sceso il gelo.

Mi avresti odiata per averti costretto ad accettare la gravidanza-.

Rabbrividisco sentendomi addosso ancora il freddo che avevo in corpo quel giorno.

Christian è fermo bloccato, sembra quasi che non respiri più. Solo un impercettibile oscillazione della sua testa  e la stretta triste delle sue palpebre mandano un segnale vitale.

-Ero convinta che se ti avessi lasciato  libero avresti potuto riprendere il tuo stile di vita che avevi interrotto a causa mia e saresti stato felice.

Libero dalla zavorra di una moglie che infrangeva continuamente le regole di cui tu avevi bisogno e da un figlio non desiderato.

Tu  eri… sei…. ricco, potente e stimato,  affascinante……  puoi avere tutto quello che desideri…..-

Inghiotto un grumo di saliva che mi impasta la bocca.

- Solo quando ti ho rivisto stamattina, quando ho letto lo sconforto nei tuoi occhi,  ho capito che non è andata così.

 Non ho messo in conto che ti avrei procurato tanto  dolore.

Forse se succedesse oggi  mi comporterei diversamente, ma in quel momento…. in quel momento il mio egoismo, la mia poca autostima, l’inesperienza nel gestire i sentimenti, la paura di averti deluso mi ha fatto scappare.

Non volevo farti del male. Io ti amavo tantissimo. Sei sempre nel mio cuore-

Mi sento svuotata. Un contenitore senza anima, l’ho dispersa con le parole.

Anche lui ha distolto lo sguardo. Riflette sulla  mia confessione.

Continua a passarsi le mani tra i capelli impaziente. E’ sconvolto ma non posso lasciar finire così il mio discorso.

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