Capitolo n. 16 (seconda parte)

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Esco direttamente nel retro e attraverso il soffice  e curatissimo prato che si estende al lato della casa.

 Il profumo che il timo selvatico sprigiona a ogni mio passo invade l’aria,  creando una nuvola balsamica che respiro a pieni polmoni. Mi piace quest' odore, lo catturo  con il naso, mi ricorda la crema che spalmo a Max nei piedini quando è raffreddato e anche… una bella bistecca cucinata con un pizzico di quell’erba aromatica. Che sia fame?

Li raggiungo vicino al cespuglio dove c’è il nido dell’uccellino . Sono seduti su una panchina.  Che strano, ieri non mi sembrava di aver visto panchine.

Grace  si acciglia quando mi vede, devo avere un aspetto stralunato.

Mi siedo vicino a lei per rassicurarla. -Grazie!-, le dico con franchezza, -Flynn  è insostituibile-.

Grace, confermandosi la donna assennata alla quale riservo il mio totale rispetto,  annuisce senza farmi domande.

-Allora, che progressi ha fatto il piccolo-, chiedo a Max.

-Sssstt…..- mette l’indice davanti alla bocca per zittirmi.

Grace si avvicina per parlarmi all’orecchio.

 -È  da mezzora che prova a sbattere le ali ma  non si decide a decollare-, mi racconta divertita, -per fortuna che stamattina ho fatto  portare qui la panchina. Così possiamo aspettare comodi il grande evento-.

 Sorrido anch’io guardando Max  che agita le braccia quando il merlo prova a sbattere le ali. Sembra voglia partire in volo anche lui.

Steve si avvicina per dirmi che è ora di rientrare all’Escala.

Mi dispiace distogliere Max dal suo hobby, spero che non faccia tanti capricci.

Provo con un diversivo.

Prendo il nuovo e scintillante iPAD  e scatto alcune fotografie al pennuto strillante.

-Max dobbiamo rientrare a casa. Ci portiamo la fotografia, la stampiamo e l’appendiamo in camera tua- gli dico dolcemente, sperando   di convincerlo. 

-Mamma, per favore, non adesso.  Voglio vedere se riesce a volare-, rimbrotta seccato.

“Ahi, ahi… mi è andata male”

-Oggi non credo che ci riuscirà, forse domani-,  interviene in mio soccorso Grace  -ti prometto che verrò io a controllare-.

Max scende dalla panchina molto contrariato, ma non ha il coraggio di ribattere a Grace, anzi  le va vicino per  abbracciarla e    salutarla.

-Va bene  nonna, avvisami se gli succede qualcosa-, risponde  imbronciato.

Resta  immusonito  con  i pugni nei fianchi, ad aspettarmi.

Abbraccio anch’io Grace per ringraziarla nuovamente e la saluto dandole appuntamento alla prossima settimana, dopo che saremo rientrati da Montesano.

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