Capitolo n. 19 (seconda parte)

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Siamo riusciti a riunire i nostri corpi che si sono riconosciuti e rinfrancati reciprocamente.

Amo quest’uomo bellissimo, complicato, tormentato  e  fragile. Sono stata molto in pena per la  sofferenza che, anche se il dott. Flynn dice che non ne sono responsabile, sento di avergli procurato.

Ho letto nei suoi occhi i sentimenti  che prova ancora per me. Ma è amore vero?  Oppure è solo attrazione e mente anche a se stesso perché si sente   in obbligo,   per tenermi vicina insieme a suo figlio.

Non abbiamo più affrontato le conseguenze della mia fuga, ma far finta che una cosa non sia accaduta non aiuta a risolverla. Ho il suo perdono, la sua fiducia?

Questi pensieri si rincorrono veloci mentre  passiamo dalla cucina. La tavola è apparecchiata per la colazione. C’è profumo di pane tostato e bacon. Mi accorgo di essere affamata dal brontolio della mia pancia.

-BU!- urla Max  uscendo con Gail da dietro il mobile.

Ci coglie alla sprovvista e facciamo un salto indietro dallo spavento. Una reazione anche troppo esagerata, forse ci sentiamo in colpa per averlo trascurato per il nostro  incontro… clandestino.

-Piccolo mandrillo-,  lo sgrida Christian -ci sei riuscito. Ci hai fatto spaventare-.

Max ci corre incontro ridendo come un matto per l’effetto  della sua sorpresa.

Mi abbraccia le gambe e poi si arrampica tra le braccia di suo padre.

-Siete stati  a correre?- gli chiede ammiccando verso di me divertito mentre gli prende tra le manine il viso.

È  logico che trovandoci  in tuta pensi che ci siamo allenati.

-Mmm…  oggi se l’è cavata meglio. Mi ha quasi raggiunto-, gli risponde Christian facendogli l’occhiolino.

-Brava mamma!- strilla battendo le mani.

-Grazie Max-, e guardo Christian alzando gli occhi al cielo.

Mi ammonisce,  con uno sguardo truce.

-Dal profumino che sento tu hai già fatto colazione-, chiedo a Max -ti dispiace se ora ci sediamo noi per mangiare-.

-Buongiorno Gail- la saluto, mentre mi siedo su uno sgabello. Era rimasta in disparte, tra i fornelli. -Cosa ci hai preparato di buono. Sono affamata-,  le sorrido complice.

Mi ricambia con un sorriso da un orecchio all’altro, annuendo leggermente con la testa. Ci siamo capite al volo e in ogni caso l’atteggiamento mio e di Christian non lascia  spazio a dubbi.

-Il tè è quasi pronto, Ana, preferisci pancake?-

-Mmm... sì grazie, con sciroppo d’acero e un succo d’arancia, anche per te Christian?-

-Sì, scusate-, -  era distratto  da Max- -Buongiorno Gail, va bene quello che prepari per Ana, e il mio caffè-.

-Buongiorno a lei Mr.Grey-, ricambia il saluto  cercando un’aria più professionale.

Bene,  si prospetta una mattinata felice e piena si sorrisi, almeno, per ora. Faccio sedere  Max sulle mie ginocchia coccolandolo mentre aspetto la colazione.

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