Capitolo n. 15 (prima parte)

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Perché c'è quello scintillio nei suoi occhi?  "sa qualcosa che io non so?"

-Ciao-.

Oddio, quel  saluto, con la sua voce calda e sensuale.  Cosa sta succedendo?

-Ciao- gli rispondo  con un po' di riserbo. -Devi dirmi qualcosa?-

-Solo.... Che... ti dona questo vestito.  Hai  un'aria così.... così professionale-, mi deride con quello sguardo famelico.

-Stai ridendo di me? Non è carino sai mettere in imbarazzo una signora-.   Amo il suo tono scherzoso.   E' così prezioso....  perché non si può averlo di regola due ore al giorno? Troppo? Una allora... basta una.

-Mai... non mi permetterei mai...-  continua la sua burla con aria beffarda.

Darei non so cosa per fargli un fermo-immagine.

Alzo le spalle -Volevo fare bella figura. L'ho acquistato proprio per quest'occasione-.

Tenendo lo sguardo fisso sul mio, mi prende una mano e passa il  polpastrello del suo  indice sulle  nocche, le disegna una a una.

Trattengo un attimo il respiro.  Riappoggia la mano con delicatezza sul mio ginocchio.

-Il vestito ti sta bene Anastasia, sei splendida ed io sono orgoglioso di accompagnarti- mi strizza l'occhio  ancora divertito.

Lo fisso truce -Allora! Hai finito di ridere?-

-Posso essere contento di essere qui con te adesso?-

Davvero?  Annuisco e sistemandomi sul sedile  ricambio il sorriso.

Oh ... sì, questo è bello sentirselo dire. Forse ho ancora qualche speranza?

 Lo sento molto più disponibile nei miei confronti.  Dopo  l'imbarazzante scontro nel suo letto, non ha più avuto atteggiamenti negativi.

-Chi troviamo alla Grey Publisher che conosco? - riporto l'attenzione sull'immediato appuntamento.

Mi guarda sorpreso e poi  riflette un po' alzando gli occhi per frugare nella memoria.

  -Non  posso ricordare   tutto il personale che era presente allora-, mi risponde tentennando,       -Roach, Jerry Roach.  Lui occupa sempre il suo posto di Presidente. La signora Morgan si è trasferita a New York.  Hannah, la tua ex assistente, è in maternità.   

Direttore editoriale ora è Alan  Cassidy, lavorava già per me alla GEHI, ma aveva il pallino dell'editoria e mi ha chiesto di essere trasferito.  E' in gamba, è il mio uomo di riferimento-, si prodiga a spiegarmi durante il tragitto.

Siamo arrivati e  Taylor parcheggia  l'auto  accanto al marciapiedi, davanti  all'entrata della G.P.,  scende e apre la portiera a Christian.

-Entro io per primo, ci assicuriamo  che non ci siano rompiscatole. Aspetta in auto, ti verrà a prendere Taylor-, mi ordina  smontando.

Resto al riparo dei vetri oscurati, osservando  Christian entrare senza intralci.

Taylor ritorna a prendermi -Venga Mrs. Steele, cerchi di tenere la testa abbassata-,  e mi scorta riparandomi con il suo  fisico poderoso fin  dentro gli uffici.

Christian è rimasto nell'atrio ad aspettarmi. Mi  guardo intorno curiosa, ma  non noto dei grandi cambiamenti, i divani verdi sono al loro posto, la reception anche,  forse le  stampe  dai colori  sgargianti  appese  in riga alla parete sono nuove.

La ragazza bionda con la frangetta cortissima addetta al ricevimento  ci accompagna alla sala riunioni. Cerca di fare il suo lavoro, ma è agitatissima.

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