Capitolo n. 5

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Di più - Capitolo 5

Giovedi

Mi  sveglio all’alba, voglio andare a correre prima che si svegli Max.

Anche se c’è mia madre, preferisco essergli vicino quando  si alza, non conosce ancora bene la casa.

 

Siamo rimaste a parlare fino a tardi ieri sera, mi ha fatto mille domande sulla mia vita,  su Max, sulla mia padrona di casa.

Quattro anni di chiacchiere da recuperare.

Però le ho  tenuto nascosto dove abitiamo. Le ho chiesto ancora un po’ di pazienza, non mi sento sicura di uscire allo scoperto e per sicurezza  è meglio che non le riveli il mio indirizzo.

Dalla mia partenza a oggi ho scritto ogni mese una lettera sia a lei che a Ray per tenerli al corrente di  tutto quello che mi succedeva e dei progressi di Max, oltre a qualche fotografia.

Facevo spedire le lettere da una delle  insegnanti di Max che il fine settimana suona in una band che si esibisce in più stati. Sempre da posti diversi, quindi,  in modo che,  anche se venivano intercettate,  non fossero  rintracciabili.  

Ma mia madre ha voluto che le raccontassi tutto da capo, più aneddoti ripetevo più sembrava rianimarsi e sciogliere la tensione.

Quando si è resa conto che viviamo sul serio in un contesto sicuro, che siamo contenti  e che io, soprattutto, ho raggiunto un equilibrio interiore che mi permette di crescere mio figlio serenamente, mi ha abbracciata e siamo andate a letto.

Infilo dei pantaloncini corti neri e un top attillato,  lego i capelli con un elastico, metto cappellino e occhiali. Porto nel marsupio l’acqua e il cellulare, avevo già avvisato mia madre ieri sera, in caso di bisogno  mi telefona.

 E’ umido e sento un po’ di freddo quanto esco, prendo la via verso il mare che  è a  soli due isolati. Voglio correre in spiaggia, voglio  sentire il rumore del mare e anche il  profumo  di salsedine. Mi è mancato molto questo contatto.

Sorrido al ricordo che ero pigra e odiavo fare qualsiasi attività sportiva. Dopo la gravidanza, un po’ per restare in forma e poi perché ho scoperto  che mi rilassa tantissimo, cerco di andare a correre ogni mattina prima del lavoro, mi  da la carica.

La spiaggia  è deserta, tranne una coppia che cammina sulla battigia con il cane. Appena fuori al largo un piccolo peschereccio ondeggia pigro  e un anziano signore con un cappellaccio sulla testa trattiene la canna da pesca in attesa.

Il mare è calmo e  riflette  la luce chiara del mattino.  Promette una bella giornata.

Percorro alcuni  chilometri in direzione del porto e poi torno indietro soddisfatta.

Quando rientro, trovo mia madre che prepara la colazione.

-Vado a farmi una doccia, poi svegliamo Max, il tempo oggi è stupendo. Vorrei passare la mattinata in spiaggia con lui- le lancio al volo tutto il programma e senza aspettare la sua risposta vado a prepararmi.

Max passa la prima mezz’ora a girare felice a piedi nudi sulla sabbia.

Ci avviciniamo alla battigia e guardiamo  le navi che entrano nel grande golfo  di Savannah. Ci sono anche parecchie barche a vela.

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