Capitolo n. 3 (seconda parte)

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Di più - capitolo 3 (seconda parte)

Christian

Tornare a Portland rinnova il mio senso di perdita, di solitudine. Il ricordo di Anastasia non mi lascia neanche un giorno.

Ma non potevo  declinare anche  quest’anno l’invito del rettore per  la consegna dei diplomi. So che ci tiene in maniera particolare che io sia presente e non potevo  deluderlo ancora.

Sono  uno dei maggiori finanziatori dell’università e i laboratori nati da questa collaborazione hanno dato un notevole impulso alla sua  riqualificazione. Di conseguenza ha raggiunto maggiore popolarità ed è  molto ricercata tra le matricole.

Credo che il rettore ambisca alla mia presenza anche per una questione di prestigio suo personale. Diamogli quindi questa soddisfazione.

Stephen controlla che io abbia allacciato le cinture e mi passa le cuffie, poi si gira verso il sedile posteriore e fa lo stesso anche con Taylor. Il rotore è al minimo e si prepara alla manovra di decollo.

Movimenti famigliari che guardo assente, con distacco. Fino a qualche mese fa non mi sarei lasciato sfuggire l’occasione di guidare Charlie Tango. Un viaggio breve a Portland, poi, era tra quelli più piacevoli.

Non c’è più niente che mi entusiasmi in particolare, sono rimasto un involucro vuoto senza emozioni.

Tranne forse volare con l’aliante. Quello ancora riesce a risvegliare qualche brivido. Forse lo spazio ristretto dove posso immaginare che sia seduta Ana senza nessuno che interferisca, forse perché posso lasciare liberi i miei pensieri e sognare di volare giù in picchiata e far finire questa desolazione che sento dentro.

Cercare la libertà nel vuoto. No, non posso essere di nuovo tanto egoista.

Devo restare vigile e in forma per lei. Potrebbe avere bisogno del mio aiuto e devo farmi trovare pronto.

Tolgo dalla valigetta una cartellina che Andrea mi ha preparato per la cerimonia.

Ci sono i nomi dei presenti sul palco che memorizzo subito, alcuni li conosco già.

Rileggo il discorso che abbiamo preparato insieme a Ros. Inizia con i soliti convenevoli e ringraziamenti, alcune considerazioni sul lavoro che è stato fatto e gli auspici per il futuro. Bla, bla, bla…. Le solite cose di ruotine.

Noto che Ros ha tolto la parte in cui giustificavo la mia mancata presenza alla cerimonia dell’anno scorso.

Chiudo la cartellina di scatto, e chiudo anche gli occhi con una stretta al cuore.

Un anno fa, all’ultimo  momento, avevo  dovuto disdire, con sommo  dispiace del rettore.

La notizia che Ana era sparita mi aveva angosciato a tal punto che ero partito per Savannah per cercarla di persona. Il ricordo mi mette ancora i brividi, sono stati momenti allucinanti.

Avevo assunto delle persone selezionate da Taylor che la sorvegliavano da lontano senza interferire e farsi notare. Mi aggiornavano ogni giorno sui suoi spostamenti.

Era ricoverata in ospedale per qualche giorno di convalescenza, dopo il parto cesareo.

Il giorno che doveva rientrare con il bambino a casa di sua madre dove viveva, però,  fa sparire le sue tracce.

 Sapere di aver perso anche l’ultimo contatto con lei mi ha mandato fuori di testa. Anche se non mi era vicina, avere costantemente sue notizie  mi teneva tranquillo, lei stava bene era al sicuro.

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