Capitolo n. 24 (prima parte)

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L’arrivo della nostra auto nei pressi dell’Escala non passa inosservato e scatena l’agitazione tra giornalisti, fotografi, cameraman  appostati davanti all’entrata.

Protetti dai vetri scuri e  in religioso silenzio nell’intimità dell’auto, osserviamo con un certo timore quel frenetico ammasso di teste, microfoni, telecamere  che  si muove in blocco sbracciandosi per raggiungerci.

Per fortuna il garage sotterraneo è off-limits, un cordone di sicurezza di agenti blocca tutte le entrate.

Ci fermiamo con il  SUV un po’ più  lontano dai posti macchina riservati di Christian.

Siamo giusto dall’altra parte. Taylor scende al volo per aprirmi la portiera,  e pur mantenendo la sua aria impassibile con un breve cenno di consenso  mi invita ad uscire.  Il suo atteggiamento è meno duro nei miei confronti, lo ricambio con un piccolo sorriso.

Christian mi presenta il detective Wilson e la sua collega,  detective Kami, che ci aspettano per raccogliere la mia deposizione e per cercare di  ricostruire  quello che è successo.

Steve è dietro di loro, mi scuso e lo raggiungo sotto lo sguardo attento di Christian che segue le mie mosse.

So che  è contrario che si dia confidenza al personale, ma io mi sento in debito, mi ha salvata lui da quel maniaco.

Stringo la mano che mi allunga in saluto con entrambe le mie  “grazie” mimo con le labbra e lui abbassa la testa accettando.

Per terra ci sono dei segni con il gesso, alcuni birilli bianchi e rossi delimitano uno spazio e  dei pezzi di nastro colorato giallo e nero sono aggrovigliati in un angolo, uno scenario che ricorda un po’ i film polizieschi.

Immagino che fosse parcheggiata qui l’auto  dove mi hanno ritrovata; mi chiedono se mi viene in mente qualcosa,  ma io non ricordo niente.

Saliamo  con l’ascensore nord, quello che porta direttamente all’abitazione di  Taylor, per ripercorrere il tragitto fatto da quel disgraziato.

Mentre ci spostiamo il  detective Wilson  ci  spiega com’è riuscito  a introdursi in casa:  ha tenuto  Gail in garage   bloccata fino a quando non mi ha vista entrare da sola. Poi minacciandola con un coltello è salito  in casa con lei.

Mi rivedo mentre entro in ascensore e Steve riparte con l’auto, ero concentrata  sui  codici e l’allarme, null’altro aveva attirato la mia attenzione.

Passiamo dalla cucina dove Gail è stata  lasciata a terra legata.

Quando attraversiamo il corridoio osservo con curiosità la posizione delle telecamere e individuo quella che mi ha permesso di accorgermi di quell’ombra sfuggente.

Stiamo per  scendere le scale, ma il gruppetto si  ferma davanti alla porta della stanza dei giochi,  ci sono dei  graffi profondi vicino alla maniglia e alla serratura.

Oh, merda….. mi sento male.

I detective e Christian discutono  sul motivo per cui Thomas abbia provato a forzare  questa porta. Poichè non ci è riuscito ed è rimasta chiusa,  Christian è irremovibile e si rifiuta categoricamente di aprirla.

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