Capitolo n. 14 (seconda parte)

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Domenica

È un lamento  quello che sento. Non apro neanche gli occhi, aspetto di sentire se si ripete.

Il mio udito, dopo che è nato  Max, è un radar sempre acceso  che  capta i rumori  annessi a lui,   anche se dormo profondamente.

Ecco, lo sento di nuovo. Apro gli occhi e guardo l’ora. Sono le due e venticinque.

Mi copro con la vestaglia e insonnolita raggiungo la   camera di Max.

Una piccola lucina mi permette di vederlo rannicchiato nel letto tutto scoperto.  Forse sente  freddo, è per quello che si lagna. Gli rimbocco le coperte, mi sembra  tranquillo, il suo respiro è regolare.

Resto  in  silenzio per accertarmi   che non si agiti ancora. Non vorrei che disturbasse Christian.

Sento di nuovo quel lamento, è più forte,  ma non viene da Max, lui continua a dormire.

Esco in corridoio e mi avvicino alla camera di Christian, la porta è solo appoggiata. La scosto appena  e mi fermo  ad ascoltare nel buio.

“No, Nooo…” parla e si agita nel sonno.  Sarà uno dei suoi incubi.

Entro piano, riesco a vederlo nella penombra. È disteso di fianco dando le spalle alla porta.

Sposta avanti e indietro la mano libera farfugliando delle parole senza senso.

Provo a chiamarlo dolcemente -Christian,  svegliati…- .

Non insisto molto, sembra si stia calmando.

-NO! -,  urla   secco,  ansimando con   angoscia.

Non esito più.  Un forte istinto  ha il sopravvento sulle mie azioni.

Non  riesco  a pensare se  è la cosa  giusta o sbagliata da fare, m'inginocchio sul letto vicino a lui e gli appoggio una mano sul petto che si dilata a brevi scatti.

Lo sento affannarsi  ancora per un po’, poi  fare due  forti respiri a pieni polmoni e iniziare a tranquillizzarsi.

Il peggio sembra sia passato e mi stacco da lui per ritornare nel mio letto.

Ma non riesco neanche ad alzarmi in piedi che lo risento che farnetica  e si agita di nuovo.

E adesso cosa faccio? Non posso stare tutta la notte  inginocchiata sul  letto,  con la mano sul suo cuore.

“Mmm… perché no?”

Provo a scivolare  dietro di lui sulla coperta e distendermi.

È nudo, almeno… sopra non ha la maglietta. Si tiene coperto lasciando libero solo quel braccio che  gesticola avanti con la mano sbarrata.

Mi appoggio  dietro la sua schiena, riesco a stargli vicina e sono  più comoda.

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