Capitolo n. 20

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Di più - Capitolo 20

Giovedi   -  Christian

Osservo la scena  allibito, come uno spettatore davanti ad un strambo epilogo.

L'auto che gira dietro la colonna con  movimenti rallentati,    si dirige alla rampa di uscita e poi sparisce, inghiottita dal traffico della città.

C'è lei dentro quell'auto, lei e mio figlio ed io sono  fermo immobile in mezzo al parcheggio,  ancora stordito, ripetendomi  le sue ultime parole "non barare con te stesso".

"Sei un idiota Grey, te la fai scappare di nuovo sotto il naso. Ti fai infinocchiare da quegli occhioni azzurri e intanto chissà che intrallazzi ha in mente di fare senza di te  a Montesano. È  chiaro che non ti vuole tra i piedi e tu, come l'ultimo dei mentecatti in circolazione,  l'assecondi e  la lasci andare.  Come fai a non vedere più in là del tuo naso. Non le manca sicuramente l'iniziativa, è indipendente, sa quello che vuole e ora ti vuole lontano  cento miglia per farsi i cazzi  suoi, a tua insaputa. Troverà il modo per circuire Steve e si vedrà con quel coglione che le spasima dietro e  che vuole   scoparla. Le hai viste le fotografie di quella notte, hai visto come la guarda e  sbava di averla , lei tra poco sarà tra le sue braccia  e ti manderà di nuovo a fanculo, ripiomberai nella tua merda  e questa volta ci soffocherai dentro...."

-No!- , urlo senza  rendermene conto, per mettere fine all'isteria dei miei pensieri.

 Incrocio gli occhi di Taylor che mi fissano imperturbabili, un'ombra di allerta stampata sul suo viso. È  accanto alla portiera di guida, aspetta che entri in auto.

"Cristo!" Cos'è stato.

È  da stamattina, da quando abbiamo parlato nel mio studio, che   questi tormenti mi assillano.

Che poteri ha quella donna per mandarmi  fuori dai gangheri in questo modo?

 Chiudo gli occhi per ritrovare una parvenza di decenza.

"Ripigliati Grey, sei uno stimato   uomo d'affari,  l'illustre  amministratore delegato  dell'impero  GEH , non puoi concederti queste distrazioni,  hai una posizione da difendere. Fai un bel respiro e vai in ufficio a spaccare il mondo".  

Soffio fuori  la rabbia . Mi impongo di rinsavire.

-In ufficio!- sbraito aprendo la porta posteriore dell'auto, ho bisogno di stare per i cavoli miei, di ragionarci sopra.

Taylor entra senza far commenti. Ha visto che non tira aria.

  Salgo e mi siedo con impeto nel sedile.

"Ahia.. il sedere"  stringo le natiche. Brucia.

Maledizione! Mi ero dimenticato di avere le chiappe  in fiamme a causa  delle cinghiate inflittemi da Anastasia.

Anastasia...  solo il suo nome mi fa salire di nuovo la pressione.

Tre giorni  distanti, senza vederla, senza sentirla, senza nessun contatto.

Non posso, non posso,  perché mi ha chiesto questo  supplizio. Avevo già un progetto per   passare la domenica con loro. Forse è   questo che mi irrita tanto, perché mi secca rinunciare ai miei programmi?

"Ci stai ragionando sopra da quando te lo ha chiesto Grey. Ragionare? Cosa cazzo vuoi ragionare. Qui non c'è nulla da ragionare, bisogna agire. Chiama Steve e falla tornare indietro. Togli quel fottuto telefono dal taschino e chiama, adesso".


No! Non posso seguire le insidie  del mio cervello. È  la paura di perderla e non rivederla più che mi martella in testa, intossicandola. Non riesco a pensare a nient'altro. Confusione totale.

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