Capitolo Quarantotto

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Capitolo Quarantotto

- Wendy Pov's -

La giornata è passata stranamente tranquilla come primo giorno di quinta superiore. Tom è stato più veloce di me nel prendere il posto, tenendomi quello a fianco a se in modo da poter star vicini tutto l'anno.

Dopo il suono dell'ultima campanella ci siamo incamminati verso l'uscita percorrendo la strada fatta stamani. Il paesaggio intorno a noi sta pian piano mutando dai colori sgargianti dell'estate ai colori meno tenui dell'autunno che io amo particolarmente. Non che odi l'estate sia chiaro, ma il colore degli alberi in autunno e la brezza tiepida caratteristica mi danno un senso di pace da sempre.

-Wendy, terra chiama Wendy – Ridacchia Tom

- Ah? - Dico - Scusa Tom ero sovrappensiero, dimmi -

-Ho notato – Mi dice – Ti ho chiesto se ti andava un gelato -

-Ultimo gelato della stagione? - Gli chiedo

-Ultimo? - Borbotta – Il gelato lo si mangia anche d'invero! -

-D'inverno lo mangi solo tu – Ridacchio mettendomi poi davanti a lui con le mani dietro la schiena

-Simpatica amica. Simpatica – Mi dice – Allora andiamo? -

Mi porto la mano sotto il mento facendo finta di pensare alla mia risposta. Rido da sola per poi posare lo sguardo sul mio amico. Mi aspettavo di vederlo ridere a sua volta invece,con mia grande sorpresa, ha sbarrato gli occhi guardando alle mie spalle. Lo vedo iniziare a respirare più velocemente ispirando a pieni polmoni l'aria. Non capisco cosa gli prenda. Faccio un piccolo giro su me stessa per girarmi ed osservare dietro di me, quando Tom mi mette le mani sulle spalle rivoltandomi velocemente verso di lui tenendomi ferma, impedendomi di girare su me stessa.

-Tom, ma che fai? Che ti prende?! -

-Io.. - Dice continuando a guardare alle mie spalle – io..-

-Ah, ora basta. Fammi vedere chi ti sta creando problemi – Mi scrollo dalla sua presa pronta a voltarmi

-NO! - Grida – Non c'è nessuno. Mi sono solo reso conto che non posso pendere il gelato – Mi rassicura mentre io torno ad osservarlo poco convinta

-Cosa? Ma se me lo hai proposto tu -

-Lo so è che – fa una pausa – Che mi sono ricordato che ho promesso a mio padre di aiutarlo -

-E hai fatto tutto questo casino solo per dirmi che sei impegnato? - Chiedo stupita – Sai che non mi offendo! -

-Eh si,scusa – Dice grattandosi la testa – Sai che ci tengo a questi momenti quotidiani tra amici -

-Si si, va bene – Dico sventolando la mano – Allora se hai fretta vai -

-Vado? - Mi chiede

-Tom ma stai bene oggi? Tuo padre -

-AH! si, si hai ragione. Ti chiamo questa sera! - Dice passandomi a fianco e sparendo dietro all'angolo. Seguo il suo movimento voltandomi a mia volta costatando che effettivamente alle nostre spalle non c'era anima viva.

Riprendo a camminare diretta verso casa quando un leggero spostamento d'aria alle mie spalle mi fa bloccare di colpo. Percepisco un leggero tocco sui miei capelli, il quale mi provoca dei brividi in tutto il corpo.

Resto paralizzata dove mi trovo per paura di quello che potrei vedere voltandomi. Mi faccio coraggio e mi volto di scatto con una strana sensazione di essere osservata. Guardo attentamente ma ancora una volta non trovo nessuno. Scuoto la testa per la mia fantasia innata e mi incamminano finalmente verso casa.

- La mia Wendy - [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora