Capitolo Quarantasei

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Capitolo Quarantasei


-Tom Pov's -

Salutiamo il gruppo e ripartiamo verso l'isola che non c'è. Esatto, ritorno sull'isola per il semplice fatto che non potevo partire così senza salutare Wendy. Partirò tra qualche giorno quando avrò salutato tutti e sistemate le ultime cose. D'altronde sono un membro della ciurma di Capitan Uncino e non posso sparire, per rispetto di tutti, da un giorno all'altro. Killian mi ha rassicurato che non c'è nessun problema ma ho ribadito la mia decisione.

Tornerò sull'isola, finirò di sistemare i miei compiti, come sistemare tutte le mappe del capitano e una volta salutati tutti tornerò a casa. So che questo comporterà non vedere più Wendy, ma non posso obbligarla a seguirmi, non più. La scelta è sua. Io le posso solo assicurare che ci sarò sempre, anche se a mondi di distanza. Sarò sempre il suo migliore amico.

La Jolly Roger supera la seconda stella a destra e una luce a me famigliare mi costringe a chiudere gli occhi. Pian piano che si affievolisce riesco a riaprirli per notare che siamo ritornati nell'isola che non c'è. I miei ultimi giorni qui per poi tornare alla mia vita.


Il giorno dopo


-Wendy Pov's -

Mi sveglio stiracchiandomi leggermente e aprendo pian piano gli occhi, stropicciandomeli appena con il braccio. Il sole è sorto da qualche ora da giudicare dalla luce che filtra dalla finestra segno che tra poco sarà ora di iniziare una nuova giornata.
Mi volto sul fianco osservando il ragazzo al mio fianco che dorme ancora. Peter è voltato a pancia in giù a torso nudo, mentre le pelli gli coprono il resto del corpo. Ha il volto sereno anche se questa notte l'ho sentito girarsi più volte nel letto agitato, svegliarsi con il fiatone e riprendere sonno. Questo si è ripetuto più volte durante la nottata.

Che qualcosa non vada?

No, non c'è niente che non va. Gladis è un lontano ricordo mentre Henry è ritornato a casa con i suoi proprio ieri. Mi auguro che il viaggio sia andato bene e che lui e la sua famiglia siano finalmente a casa. Già casa.

Mi chiedo come sta la mia di famiglia, oramai manco da ben undici mesi. Mi chiedo se Bob ha iniziato a dire altre parole, se mamma e papà svolgono i loro lavori al meglio se..se gli manco io.

Un groppo alla gola mi assale, rendendomi conto che non posso mancargli, perché non si ricordano di avere una figlia. Da quel giorno, in cui Tom mi raccontò di cosa aveva fatto Peter, non ho più chiesto a quest'ultimo se fosse riuscito a risolvere la situazione o se effettivamente non ci fosse alcuna possibilità. Vorrei saperlo ma ho paura ha domandarlo a Lui. Ho paura che possa arrabbiarsi, che possa credere che io voglia andare via interessandomi su questo fatto.

Non ho intenzione di lasciarlo, ma vorrei solo sapere se ci sarà mai la possibilità di vederli un'ultima volta.

Ad un tratto mi sento attirare contro un petto muscoloso mentre un braccio mi cinge il fianco. Mi riscuoto dai miei pensieri ed osservo davanti a me notando Peter fissarmi curioso.

-Già sveglia piccola Wendy? -

-Si. La luce del sole -

-Devo mettere una tenda quella finestra – Borbotta

Io ridacchio stringendomi a lui mentre mi sento accarezzare i capelli con una mano mentre l'altra fa su e giù lungo il mio fianco. Mi beo di questi momenti, di queste sensazioni che sto provando, questi brividi che solo lui riesce a darmi, provando a scacciare i pensieri di poco prima.

- La mia Wendy - [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora