<<Che delusione! Mi aspettavo molto di più. È molto meglio il libro, ci sono molti più dettagli>> Guardo Thomas con stupore. <<Hai letto i libri?>> <<Certo, ne parlava tutto il mondo ed ero curioso di scoprire il perché. Poi man mano mi sono appassionato alla storia, soprattutto per come erano descritte alcune scene>> Mi strizza l'occhio. <<Tipo come quella che hai raccontato ieri sera a Blake?>> Mi stupisco che glielo abbia chiesto, ma è una cosa che non posso ignorare. Ad un tratto si ferma giocando con le mani nelle tasche del giubbotto. <<Ho un legame forte con mio fratello, prima di parlargliene gli ho chiesto come andavano le cose tra di voi e lui mi ha detto che non c'è altro che una buona amicizia.>> Fa spallucce. Ci resto un po' male, ma la colpa è la mia. Dovevo chiarirmi le idee prima di andare oltre con Thomas. Vorrei potergli rispondere al messaggio che mi ha inviato questa notte, ma non saprei cosa dirgli. <<O non è una semplice amicizia per te?>> Alza le sopracciglia e mi guarda, aspettando una mia risposta. Forse sono un po' troppo confusa. Voglio dire, sono stata più di un anno senza pensare ad un uomo e ora me ne ritrovo con due in una settimana. Mi vengono in mente le parole di Christopher: " sei Beatrice o Elisabeth". Mi sale un brivido lungo la schiena al pensiero di poter assomigliare solo minimamente a Eli. Non che ci sia niente di male, ma lei è sempre stata così. Non le importa di cosa potrebbe dire o pensare la gente, a me invece darebbe fastidio se si pensasse male di me. <<No, se per lui quel poco che ci è stato lo considera un rapporto di amicizia, allora va bene così.>> Fa una smorfia con le labbra. <<Non ho chiesto cosa pensa lui, ma cosa pensi tu. Ti senti in colpa per quello che è successo ieri sera?>> Mi guarda dritta negli occhi, come se stesse cercando una riposta sincera in essi. Distolgo lo sguardo da lui per guardare altrove, e resto immobile a pensare. <<Ci ho pensato tutta la notte. Non mi va di apparire una ragazza che non sono, cioè capiscimi, non sono come Eli che non si fa scrupoli se va con due o tre contemporaneamente. Non l'ho mai fatto e non voglio iniziare a farlo adesso. Però, se non avessi fatto quello che ho fatto, forse avrei avuto qualche rimpianto o forse no...non lo so. È la prima volta che mi succede, di solito non vengo mai guardata o considerata da uomini come voi.>> Mi stropiccio le mani per la vergogna. <<Uomini come noi, in che senso?>> Sento le guance bollire e vorrei potermi nascondere in qualche angolo per non farmi guardare in quel modo da lui. <<Nel senso che non sono alla vostra altezza, e non parlo della stazza fisica. Non sono mai stata considerata da uomini belli come voi. Cioè guardami.>> Inclina la testa da un lato e gli esce un sorrisino. Sicuramente starà ridendo di me, di quanto io sia ridicola <<Ti guardo. Sei tu che ora non guardi me.>> Mi prende il viso con entrambi le mani, costringendomi a guardarlo negli occhi. <<Sei tu che ti sottovaluti. A te sta bene di non essere guardata o di non essere provocata da "uomini come noi", ma hai tutte le carte in regola per far girare la testa a tutte le persone che ti circondano. Manchi di autostima! E questo tuo essere così insicura ti blocca.>> Mi spiazza con queste parole. Su molte cose ha ragione, non ci tengo molto al mio aspetto fisico. Non m'importa se indosso delle scarpe di ginnastica o delle felpe da ragazzina. Non mi sono mai sentita abbastanza "sexy" per potermi permettere un vestito strafico o un tacco alto. Ho sempre vissuto nella mi semplicità. Gli prendo le mani e le porto al mio petto, stringendole forte. <<Grazie per queste bellissime parole, non mi aspettavo questo tuo essere tanto dolce.>> Toglie le mani dalla mia presa e mi abbraccia forte. <<Non devi provare vergogna, questo voleva dirti mio fratello nel messaggio. Non pensare a quello che si potrebbe dire in giro, o a cosa potrebbero pensare le persone guardandoti. Fai ciò che ti fa stare bene! Non devi giustificarti con nessuno.>> <<Ti ha detto anche del messaggio?>> Ora mi sento davvero in colpa. <<Te l'ho detto, abbiamo un buon rapporto, e ci siamo promessi che tra noi non si metterà mai nessuno.>> Devono avere davvero un bellissimo legame per ragionare in questo modo. <<Andiamo a prendere un caffè? Ti va?>> Pensavo mi avrebbe proposto di andare a completare le scene mancanti del film, ma forse ora sarebbe meglio un caffè. Non sono sicura di riuscire a concentrarmi su di lui sapendo che Blake potrebbe immaginare cosa stiamo facendo.
Facciamo una lunga passeggiata parlando un po' di me e di come poter cambiare il mio "stile di vita". Mi ha dato dei ottimi suggerimenti per lavorare un po' sulla mia autostima. Non so perché lo faccia, ma mi ha aiutato parecchio e gliene sono grata. Arriviamo al bar e ordiniamo i nostri caffè. <<Prima o poi risponderai a Blake, vero?>> Non lo so, mi sento veramente uno schifo se ci penso. <<Ho paura a come potrebbe reagire, o a cosa potrebbe pensa...>> <<Ancora ti fai queste paranoie? Allora il mio discorso di un ora non è servito a niente! Tu scrivigli, quel che sarà sarà. Sii più istintiva e meno ragionevole.>> Mette le mani sul tavolo facendo dei cerchi con le dita. Non sorride, anzi, mi guarda in modo severo. Questo suo bipolarismo mi farà impazzire. Tiro un lungo sospiro di disperazione. Come faccio a cambiare una cosa con cui ci convivo da sempre? Sono nata così, mi faccio mille domande e non trovo mai le risposte. Penso e ripenso tante volte alle stesse cose senza riuscire a guardare avanti. <<La smetti?>> Thomas si avvicina dall'altro lato del tavolino. Lo guardo senza capire a cosa si riferisca. Apro la bocca per dirgli qualcosa, ma mi anticipa. <<Di pensare. Spegni ogni tanto quella vocina che ti parla nella testa. Rilassati, divertiti, sii più spensierata.>> <<Vorrei poterci riuscire. Tu lo fai sembrare facile ma non è così.>> <<Sei testarda>> Sento dentro di me dei conflitti che non riesco a gestire. Potrei esplodere di rabbia da un momento all'altro, senza capirne il motivo. Arrivano i nostri caffè e le mie mani tremano come non mai. <<Ti senti bene?>> Non posso dirgli che sto combattendo contro i miei demoni interiori. <<Si, si è tutto apposto>> Tutto ad un tratto diventa pallido. La sua espressione ora è sulla difensiva, ma non capisco il perché. <<Buonasera Thomas, che piacere vederti.>> Un uomo si avvicina al nostro tavolo. È alto, più o meno quanto Thomas. Ha la barba lunga ben curata. (Possibile che sono l'unica a trascurarsi?!) I suoi capelli, ne lunghi ne corti, hanno lo stesso colore dei suoi occhi, un castano scuro...molto scuro. Ma la cosa che mi cattura di più è lo sguardo. È sensuale e provocante allo stesso tempo. Non è molto robusto, ma riesco ad intravedere un corpo ben allenato. Cioè non è molto muscoloso, ma neanche magro come uno stecchino. Ha un fisico al punto giusto, ecco. <<Posso accomodarmi?>> Sorrido a Thomas come per dire "non c'è problema, ma lui mi guarda e scuote leggermente la testa, penso per non farsi notare dall'uomo che è in piedi accanto a noi. <<Non vedo il motivo per cui dovresti.>> Il suo tono è duro e capisco che vorrebbe indicarmi di andare via. <<Non essere il solito maleducato, forse dovresti presentarmi alla tua amica.>> L'uomo ora mi porge la mano mentre porta l'altra dietro la schiena, chinandosi leggermente verso di me. Thomas si alza di scatto togliendogli la mano e mettendosi tra di noi. L'uomo si raddrizza e ora sono faccia a faccia. Il nervoso di Thomas e palpabile. Mentre lui alza la testa sorridendo e inspirando a modo di sfida. Mi prende il braccio facendomi alzare, mentre lancia uno sguardo fulminante all'uomo misterioso. <<Ne riparleremo>> Avrebbe voluto sussurrargli all'orecchio, ma la sua voce è tutto tranne che bassa. Mi trascina all'uscita e l'ultima cosa che riesco a sentire dall'uomo è il suo nome: Edward.
<<Chi è Edward?>> Thomas si gira di scatto verso di me. <<Nessuno! Dimentica il suo nome.>> Esce il cellulare e digita un messaggio veloce, penso che lo stia inviando a Blake. <<Inizio ad essere stanca dei vostri segreti! Non basta che scopro che Blake fa affari con Damon, di quale genere ancora non lo so! Poi si presenta questo "Edward" e tu impallidisci come se avessi visto un fantasma! Ma che cazzo fate voi due?!>> Senza rendermene conto sto urlando in mezzo alla strada come una pazza. Thomas mi guarda stupito, mette il cellulare in tasca e appoggia le mani sulle mie spalle. <<Non possiamo dare risposte alle tue domande. NON cercare risposte alle tue domande. Fidati di noi e non ti accadrà niente, ci siamo intesi?>> Non mi accadrà niente? Perché dovrebbe accadermi qualcosa? Inizio ad agitarmi, non riesco a tenermi tutto dentro. <<Se stanno così le cose allora sai che ti dico? Non voglio avere niente a che fare con voi, con i vostri affari o con qualsiasi cosa che vi riguardi!>> Gli tolgo le mani dalle spalle e inizio a camminare. <<Dove stai andando?>> Mi giro per guardarlo e, senza pensare a quello che stavo per dire, gli urlo contro: <<A parlare con Damon!>>. Inizia a rincorrermi <<Aspetta! Chiamo Blake e ci andiamo insieme.>> Voleva che fossi meno ragionevole? Dovevo fare le cose d'istinto? Bè avrà ciò di cui mi ha parlato tutta la sera! Una Beatrice completamente diversa. <<Ci vediamo lì>> Proseguo per la mia strada, senza fermarmi. Sono decisa più che mai, ora basta, voglio avere delle risposte alle mie domande!
STAI LEGGENDO
Damon Scott
ChickLitAvevo tutto nonostante la mia giovane età. Una bella casa, un posto di lavoro e soprattutto avevo la mia indipendenza. Le mie giornate trascorrevano tranquillamente, la verità erano fatte solo di casa e lavoro. L'unica cosa che mancava nella mia v...