Telefonata

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Avevo disfato la valigia e disposto con cura nell'armadio e nel cassettone tutti gli abiti e indumenti che ero riuscito a portare via con me. Molte altre cose erano rimaste nel vecchio appartamento a Roma e sarei andato a riprenderle quando avrei avuto il coraggio di tornare. In quel momento non ne avevo la forza. Il ricordo della mia "vita passata" era ancora indelebile. Come un marchio impresso sulla pelle e di certo non sarebbe mai sparito del tutto.
Mi sedetti sul letto con le gambe incrociate e il mio sguardo cadde sulla borsa con il logo della  squadra di nuoto: uno squalo avvolto dalle onde.
Mi mancavano i miei compagni, soprattutto Alex; lui non era un semplice compagno di squadra, ma anche un ottimo amico, oltre ad essere stato il mio ragazzo per due anni.
Lo chiamai e con il suo accento americano, che adoravo, mi chiese come stessi, non solo fisicamente ma anche psicologicamente. Gli raccontai tutto quello che mi passava per la testa, partendo dai miei sentimenti, confusi tra: dolore, sgomento e paura. Lui da bravo confessore, ascoltava in silenzio ogni singola parola che dicevo. Quando ebbi finito il mio racconto; Alex mi diede dei consigli su come affrontare la mia nuova vita, incoraggiandomi e spronandomi ad essere più forte. Per quanto ne fossi in grado.
Alex fu una delle prime persone, oltre a mia madre, con la quale parlai della mia omosessualità. Anche lui, in quel momento ebbe il coraggio di dichiararsi, ammettendo di essere sempre stato attratto da me.

All'inizio pensavo fosse un argomento tabù, ma quando ebbi la prima delusione d'amore, non potei fare altro che rivelare tutto alle persone più importanti per me. Non dimenticherò mai il momento in cui io e Alex ci scambiammo il nostro primo bacio. Lo ricordo come se fosse accaduto ieri...

Avevamo appena finito una delle tante sessioni di nuoto, nello spogliatoio eravamo rimasti soltanto io e lui, i nostri compagni di squadra si erano lavati e vestiti con molta velocità; in fondo non li biasimai, erano già passate le nove di sera. L'acqua calda della doccia era davvero molto rilassante e senza nemmeno rendercene conto ci eravamo avvicinati, all'inizio non pensai minimamente cosa volesse fare; purtroppo la mia mente, in quel periodo, era fuori dal mondo. Alex aveva lo sguardo da leone, pronto a "saltarmi" addosso, ma in quel momento era stato molto gentile come se fosse un cavaliere. Il suo fascino, specialmente sotto la doccia, lo faceva apparire simile a uno di quei super modelli che si vedono alla televisione o su qualche rivista di alta moda.  Con un gesto delicato, mi prese il mento con le dita e lentamente posò le sue labbra sulle mie. Non dissi nulla, lasciai che la mia anima romantica prendesse il sopravvento.
-Ti amo. Ti ho sempre amato- aveva sussurrato.
-Anche io...- Mi abbandonai completamente alla passione. Baciandolo ancora e ancora.

-Ci manchi nella squadra. L'allenatore sembra disperato- rise e anch'io feci lo stesso. Sentire la sua voce mi diede energia.
-Appena mi sarò sistemato verrò a trovarvi. Puoi dire all'allenatore che può stare tranquillo.-
-Mi è dispiaciuto non venirti a salutare alla stazione.-
-Non preoccuparti, forse è stato meglio così.- sospirai. -Probabilmente la separazione sarebbe stata più traumatica.-
-Forse hai ragione.-
Dopo una pausa. -Mi ha fatto piacere averti sentito Alex.- Tremai e ci mancò poco che mi scappasse il cellulare di mano. Non volevo rompere quel legame, che ancora mi teneva stretto al mio passato.
-Vale anche per me. Ci risentiamo presto.-
-Contaci.-
Posai il cellulare sul comodino e ritornai a guardare la stanza. Ancora non potevo credere che la mia vita fosse cambiata nel giro di pochi istanti.

Al tramontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora