Il party di Miriam -parte 1

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Quel sabato mattina il tempo non era dei migliori, dei nuvoloni carichi di poggia erano pronti a scatenarsi sulla città. In teoria era la giornata perfetta per restare a casa, sotto le coperte e con un libro in mano; accompagnato dal suono della pioggia che cade. Cosa che trovavo assolutamente rilassante.
-Buongiorno mio caro.- Miriam mi venne incontro, dandomi un bacio. Aveva le mani sporche di farina. -Scusa se non ti abbraccio, ma non vorrei rovinare i tuoi vestiti con l'impasto.-
-Che stai preparando?- Chiesi osservando il tavolo pieno di: farina, uova, lievito, ogni sorta di verdura e frutta.
-Solo alcuni stuzzichini per il party di stasera.-
Risi. -A me sembra che tu abbia intenzione di sfamare un legione di soldati.- Presi in mano una fragola e la mangiai.
-Ma che dici.... saremo appena una decina. Almeno credo.- Poi rimase con lo sguardo su di me. -Allora. Come ti senti oggi?-
-Molto meglio.- Ammisi.
-Bene. Oggi pomeriggio come farai ad andare a nuoto senza bicicletta?- 
-Ehm. Passa a prendermi Davide.- mi sentii avvampare. Mi ritornò in mente quello che era successo il giorno prima; lui che mi stringeva a sé per non farmi cadere e io avvinghiato al suo corpo come se fossi un polpo. "Oddio che imbarazzo".
Sospirai. Mentre dentro di me il cuore aveva ricominciato a battere con forza.
-Ma com'è gentile e carino quel ragazzo.- Miriam si mise a mescolare alcuni ingredienti in una ciotola di plastica.
-Sì... abbastanza.- Tenni la testa bassa mentre rispondevo. Non volevo far vedere che ero diventato rosso.
Dopo aver fatto colazione.
-Sarà meglio che vada...-
-Buona giornata. Ci vediamo oggi pomeriggio.- Me lo disse mentre leggeva con attenzione un libro di ricette.
Salutai e uscii.
Appena raggiunsi la strada trovai Davide sulla sua macchina del "futuro". Era raggiante, e di nuovo sentii le farfalle nello stomaco.
-Buongiorno Matt.- salutò, quando mi sedetti accanto a lui.
-Ciao....- mi era salita l'ansia.
-Oggi come va?- mise in marcia la macchina e partì.
-Decisamente meglio....- ero imbarazzato.
-Fatto colazione?-
-Certo...- cominciai a giocherellare con le dita dalla tensione che avevo addosso.
-Bravo.- Sapevo che mi stava guardando. -Oggi ti fermi a nuoto?-
-Pensavo di prendermi un altro giorno di riposo, e poi voglio aiutare la mia matrigna a preparare per la festa di stasera.-
Con espressione perplessa disse: -ah. Credevo che fosse tua madre.-
-No. Mia madre è....- mi bloccai di colpo, avevo le lacrime che salivano agli occhi.
-Tranquillo. Ho capito...- sentii la sua mano sulla mia spalla.
Raggiunta la scuola lo ringraziai di cuore per il passaggio.
-Allora ci vediamo più tardi.-
-Certo. Non fare tardi...- stavolta fui io a scherzare.
-Sarò puntualissimo.-
Mi misi a ridere.

Per tutta la durata delle lezioni non avevo fatto altro che pensare a Davide: continuavo a sentire la sua voce, a vedere il suo viso e ad immaginare il contatto con la sua pelle.
-Che ti è successo oggi Matt?- chiese Giulia mentre uscivamo dalla palestra.
-In che senso?- Caddi dalle nuvole.
-Sei stato distratto tutto il tempo... spero che vada tutto bene.- mi prese il braccio e lo strinse.
-No. Tranquilla... va tutto bene. Avevo solo un po' di mal di testa....- dissi la prima bugia che mi venne in mente.
-Oh. Povero. Prendi una medicina quando arrivi a casa.-
-Lo farò...- mi sentii male in quel momento e non per il mal di testa, ma per il fatto che la stavo ingannando.

Quando Davide venne a riprendermi a scuola, ci mettemmo a parlare del più e del meno. E durante la conversazione scoprii che lavorava per una ditta che progettava nuovi software e volendo poteva anche stare a casa a lavorare.
Una volta arrivati....
-Grazie di nuovo Davide. Ci vediamo stasera alle venti.-
-Sarò puntuale.-

La festa stava per iniziare e Miriam era fuori di se dall'ansia, io teso di rivedere Davide e Alfredo sembrava indifferente.
-Secondo voi ho preparato abbastanza pietanze?- domandò Miriam, sistemando per la millesima volta il buffet.
-È tutto perfetto. Stai tranquilla.- Alfredo le diede un bacio sulla guancia.
A poco a poco gli invitati arrivarono, per lo più si trattava dei colleghi di mio padre, poi infine giunse Davide. Indossava un abito casual, ma allo stesso tempo elegante.
-Ciao Matt...- il suo sorriso illuminò la mia anima.
Balbettando dissi, -Ciao... entra...-

Al tramontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora