Quando giunsi a casa erano quasi le diciassette e avevo una fame incredibile. Così decisi di prepararmi qualcosa da mangiare, non potevo aspettare Alfredo e Miriam che sarebbero rincasati prima delle diciotto. Probabilmente apprezzerebbero di più se fossimo tutti insieme, ma i morsi della fame erano insopportabili. L'unica idea plausibile che mi venne in mente fu di preparare qualcosa in più anche per loro.
Come menù serale avevo optato per un semplice piatto di pasta al pomodoro e dell'insalata come contorno; mi resi conto che non era molto, ma era il meglio che potessi fare in quel momento, anche se mi sono ripromesso che avrei imparato a cucinare piatti più elaborati.
Quando la pasta e il sugo erano quasi pronti sentii l'inconfondibile suono della voce di Miriam.
-Matt! Siamo a casa!- si fermò sulla soglia della cucina. -Stai cucinando. Che bravo...- si avvicinò e inspirò profondamente. -Ma che buon profumo.-
-Ciao Matt.- salutò Alfredo restando a guardare anche lui. Impassibile come sempre.
Annuii.
-Mi sorprendi tesoro. Dove hai imparato a cucinare?-
Quasi meccanicamente risposi. -Mi ha insegnato...- mi bloccai di colpo. Stavo per nominare mia madre e in un attimo sentii le lacrime salire agli occhi.
Miriam aveva capito e mi passò una mano tra i capelli, accarezzandoli.
Stavo per mettermi a piangere e non volevo che mi vedessero in quello stato. -Scusate. Mi sono ricordato di una cosa.- uscii dalla cucina a testa bassa.
-Tengo tutto sotto controllo...- urlò Miriam.
Appena richiusi la porta della mia camera, lasciai che le lacrime scorressero sulle mie guance. Era la prima volta che permettevo alla tristezza di prendere il sopravvento su di me.
Presi in mano il cellulare e composi il numero di Alex, volevo parlare con lui, sentire la sua voce.
Dopo un paio di squilli...
-Ciao Matt... che ti succede?- si preoccupò sentendo i miei singhiozzi.
-Non posso farcela Alex...-
-Riguarda tua madre vero?-
-Sì...- singhiozzai.
-Matt. Sei un ragazzo straordinario; è vero hai perso la persona più importante della tua vita e posso capire che non sia facile rassegnarsi, ma devi essere forte... fallo per lei.- mi rassicurò con le sue parole gentili. Avrei tanto voluto poter essere lì con lui.
-Lo so Alex, ma è così difficile.- tirai su con il naso.
-Nessuno dice che è facile. Ma di una cosa sono certo... che lei vive ancora, dentro di te.- usò un tono molto dolce. -Matt basta piangere e sorridi.-
-Ci proverò.- mi asciugai le lacrime sulla coperta. -Ora sarà meglio che torni di là. Ti ho disturbato anche troppo. Scusa.-
-Ma quale disturbo, ci mancherebbe. Sappi che se hai bisogno di me ci sono...-
-Grazie Alex. Buona serata.-
Quando tornai in cucina, Alfredo e Miriam erano già seduti a tavola. Sapevo di avere il viso segnato dalle lacrime e gli occhi arrossati. Ma provai lo stesso a essere naturale. -Scusate...-
-Figurati Matt. Ma lo sai che sei stato bravissimo! La pasta e il sugo sono così deliziosi.- Miriam mi prese la mano. - vero Alfredo?- si voltò in sua direzione.
Da sotto il tavolo sentii una specie di tonfo, che fece sobbalzare Alfredo e rispose, -sì. È molto saporita.- mise in bocca una forchettata.
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Al tramonto
Genç KurguMatt si è appena trasferito a Brescia e la convivenza con il padre, che non vede da quando era piccolo, non è idilliaca; una convivenza quasi forzata, poiché l'improvvisa scomparsa di sua madre grava sulla coscienza di Matt. Un giorno Matt farà la...