L'appartamento di Davide

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Ero ancora leggermente sconvolto per quello che era appena accaduto in piscina per colpa di Alex. Come aveva potuto dirmi quelle cose? Non ha avuto il minimo rispetto per me e per quello che ho passato. Mi veniva da chiedermi se la sua fosse stata solo una farsa e se davvero mi amava, come diceva, avrebbe dovuto lasciare che facessi le mie scelte, invece di imporsi con veemenza.
-Stai meglio?- domandò Davide mentre guidava.
-Abbastanza...- tenni lo sguardo fuori dal finestrino.
Davide non disse più nulla e fece bene, non mi andava di affrontare ancora l'argomento. Mi serviva un attimo di tregua.
-Siamo arrivati...- spense il motore della macchina.
Il condominio dove viveva si trovava poco lontano dal centro storico. Si trattava di un quartiere piuttosto calmo, ma ricco di negozi.
Il suo appartamento era situato al secondo piano; l'ingresso dava immediatamente sul soggiorno, arredato con mobili sobri e scuri. Da un lato vi era la zona cucina, mentre per raggiungere il bagno e la camera da letto bisognava attraversare un piccolo corridoio.
-Carino qui.- dissi appena entrato.
-Grazie. È l'ideale per un solitario come me.-
-Non sei più da solo.- lo corressi.
-Ah già. È vero...- mi baciò. La passione che mise in quel bacio mi travolse, facendomi perdere il controllo dei miei sentimenti.
-Portami in camera da letto.- sussurrai, sempre più eccitato.
-Agli ordini...- senza sforzi mi prese in braccio.
Una volta in camera, la nostra passione esplose. Volevo il suo corpo, ardevo dal desiderio di sentire il calore della sua pelle sulla mia.
-Sei mio...- Davide era in preda all'eccitazione, che constatai sentendo la sua erezione sul mio ventre.
-Fai di me quello che vuoi.- ansimai.
-Sei un diavolo tentatore.-
Non avevamo perso tempo a spogliarci e con ardore Davide aveva ripreso a baciarmi. Io lo cinsi con le braccia. Non volevo che si staccasse da me. Ero così soggiogato da lui che non mi ero nemmeno reso conto di ansimare ad ogni movimento del suo corpo quando entrò dentro di me. Ma nemmeno lui si trattenne dal mugolare finché emise un piccolo grido quando raggiunse l'orgasmo.
Davide si sdraiò accanto a me e io ne approfittai per accoccolarmi a lui.
In quel momento c'era una cosa che non avevo fatto, anzi, che non avevo detto: -Davide!- mi alzai leggermente per guardarlo negli occhi.
-Dimmi...-
Con il cuore che batteva come un tamburo esclamai, -ti amo....-
-Anche io...-

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