Avevamo appuntamento alle sette del mattino presso il binario due della stazione centrale di Brescia. Ero in piedi ancora dalle cinque e dentro di me sentivo una forte inquietudine. Se dovevo essere sincero anche Alfredo non era particolarmente tranquillo. Tornare a Roma dopo molti anni lo avrebbe potuto turbare.
-Fa freddo stamattina.- mi disse, stringendosi nel cappotto.
-Vero...-
In quell'istante arrivò Davide, almeno l'atmosfera sarebbe stata meno tesa.
-Eccomi. Spero che non vi abbia fatto aspettare troppo.- Davide era raggiante a differenza nostra.
-No, tranquillo...- dissi e mi avvicinai a lui per cercare di scaldarmi un pochino.
Dopo una buona mezz'ora venne annunciato l'arrivo del nostro treno. Si trattava del Frecciarossa. Anche quando ero arrivato a Brescia l'avevo preso.
Quando prendemmo posto, Alfredo tirò fuori cellulare e portafoglio. -Quanto ti devo per i biglietti?-
-Nulla Alfredo. Va bene così...-
-Sicuro?-
-Tranquillo.-
Io in quel momento ne approfittai per andare avanti a leggere il libro che avevo comprato quando ero partito da Roma. Il viaggio sarebbe stato lungo. Mentre Davide si ero portato un zaino tracolla con all'interno, non solo i documenti, ma anche un tablet con il quale si guardò un film che aveva scaricato.Alfredo non smetteva per un secondo di guardare fuori dal finestrino in silenzio, sapevo che man mano che ci avvicinavamo a Roma, saliva la tensione dentro di lui. Ma per farlo stare a suo agio, chiusi il libro e glielo passai.
-Perché me lo dai?-
-Così puoi distrarti e sciogliere la tensione.-
Lo prese in mano. -E tu come farai a passare il tempo?-
-Così....- sfilai una delle cuffie dall'orecchio di Davide e me lo infilai nel mio.Erano quasi le dodici quando giungemmo alla stazione Termini di Roma. L'edificio era gremito di persone che andavano e venivano, dato che avevamo una discreta fame, decidemmo di andare a mangiare in un locale che non fosse lontano dal cimitero.
Il locale in questione era molto tipico, più che altro sembrava una trattoria d'altri tempi, un po' come se ne vedono nei vecchi film.
Diciamo che il pasto venne consumato piuttosto in fretta. E quando uscimmo, riconobbi il quartiere. Era il quartiere dove ho vissuto per tutta la vita.
-Va tutto bene?- Chiese Davide.
Feci cenno di si con la testa.
-Andiamo.-
Tra quelle vie passai dei momenti bellissimi, ma anche momenti bui. Non solo per quanto riguardava l'incidente di mia madre, ma anche le delusioni d'amore.
-Non è cambiato molto...- disse Alfredo. -Ho sempre pensato che avessero ridipinto le case, ma a quanto pare mi sbagliavo.-
Ci incamminammo verso il cimitero che distava venti minuti a piedi.
-Però non è male questa zona...- Davide cercò di allentare la tensione che stava salendo alle stelle.
-Lo è....-
Quando finalmente giungemmo davanti al cimitero cercai di trattenere le lacrime. Guardai Alfredo e anche lui aveva gli occhi lucidi.
-Matt... facciamoci coraggio...- Alfredo mi prese per mano ed entrammo.
STAI LEGGENDO
Al tramonto
Teen FictionMatt si è appena trasferito a Brescia e la convivenza con il padre, che non vede da quando era piccolo, non è idilliaca; una convivenza quasi forzata, poiché l'improvvisa scomparsa di sua madre grava sulla coscienza di Matt. Un giorno Matt farà la...