La prima ora fu una vera noia, il professore di italiano non fece altro che spiegare l'importanza degli esami di maturità e la scelta, ponderata, di una possibile università; come se fosse la cosa più importante del mondo. Si aggirava tra i banchi e ci osservava uno ad uno come se ci stesse esaminando, cercando di capire dai nostri sguardi se eravamo interessati o se preferivamo essere da tutt'altra parte, come hanno fatto un paio di ragazzi seduti in fondo all'aula.
Di tanto in tanto davo un rapido sguardo alla mia compagna di banco, da quando mi ero seduto accanto a lei si era fatta rossa in viso e sembrava a disagio. Ma non ci feci troppo caso.
Anche le ore successive furono piuttosto noiose, in fin dei conti il primo giorno era sempre così, avrei anche potuto dormire; tanto nessuno avrebbe badato a me, dato che altri lo stavano facendo per davvero. Ma farlo proprio stando in primo banco non era una mossa intelligente. E poi: che impressione avrei potuto dare?
Al suono della ricreazione fui l'ultimo ad uscire dall'aula, per l'occasione avevo portato da mangiare una semplice barretta energetica, con così tante calorie e proteine da sostituire un pasto completo. Non avevo nessuna voglia di cambiare le mie abitudini alimentari solo perché ero in un'altra città. Da quando iniziai a fare nuoto, seguii una dieta più equilibrata e salutare; infatti evitavo quello che veniva chiamato: cibo spazzatura.
Ero intento a guardare fuori dalla finestra del corridoio, quando sentii avvicinarsi qualcuno alle mie spalle.
-Ehm... ciao...- la ragazza che parlò con imbarazzo era la mia vicina di banco. Dietro di lei, appoggiate al muro, vi erano anche le sue due amiche. E ci osservavano con molta malizia e attenzione, pronte a non perdersi nemmeno una sillaba.
Pettegole!
-Ciao- dissi semplicemente.
Allungò la mano. -Mi chiamo Giulia Colombi.-
Gliela strinsi. -Piacere di conoscerti... vicina di banco.- Le sorrisi. -Hai un bel colore di capelli.-
Lei si toccò le ciocche colorate e ringraziò diventando anch'essa dello stesso colore.
-Sei nuovo in questa scuola? Non ti avevo mai visto prima.-
-Mi sono appena trasferito da Roma...- parlai con disinvoltura, senza lasciar intendere che dentro di me regnavano: angoscia, nervosismo e tristezza.
-Roma dev'essere bellissima... mi piacerebbe molto visitarla.- Abbassò la testa verso i suoi anfibi e poi si girò di scatto osservando le sue amiche. Loro, incredule, gesticolarono di continuare a parlare.
-Ecco mi chiedevo se... se dopo la scuola avessi voglia di fare due passi con me.- Il colore rosso della sua faccia si poteva vedere lontano un miglio. E a stento riuscì a dire una parola di più.
-Mi piacerebbe molto ma... questo pomeriggio devo andare a nuoto. Sarebbe il primo giorno anche lì. Ho già fatto una brutta figura prima e non voglio che succeda di nuovo. Perdonami.- Senza neanche rendermene conto le avevo appoggiato una mano sulla spalla. -Magari un'altra volta. Va bene?-
-Ok.... Sì... ehm... ci vediamo in classe....- fece dietro front e rientrò dentro con le amiche.
Ritornai con lo sguardo verso la finestra, ma sapevo che Giulia mi stava ancora fissando stando seduta al suo posto.
Non mi sembrava il caso di darle subito la "notizia" che riguardava il mio orientamento sessuale. Con il tempo lo avrebbe capito da sola.
Ci sperai.
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Al tramonto
Teen FictionMatt si è appena trasferito a Brescia e la convivenza con il padre, che non vede da quando era piccolo, non è idilliaca; una convivenza quasi forzata, poiché l'improvvisa scomparsa di sua madre grava sulla coscienza di Matt. Un giorno Matt farà la...