Quando la giornata scolastica terminò, decisi di saltare nuoto per recarmi a casa dei genitori di Davide, dove era costretto a stare dopo l'incidente. Mi ero fatto inviare il link su Google maps per poterlo raggiungere senza dover girare a vuoto per le vie della città, rischiando di perdermi cosa che era altamente probabile.
Il quartiere in cui abitavano i suoi genitori era pieno di case che ricordavano quelle vittoriane; all'inizio ebbi l'impressione di essere finito in un romanzo di Jane Austen o delle sorelle Bronte.
Dopo aver vagato per qualche tempo tra quelle dimore signorili, trovai quella che stavo cercando.
Era una villa su due piani, tetto spiovente, porticato sorretto da numerose colonne di pietra e circondata da un enorme giardino molto curato e pieno di fiori.
Lasciai la bicicletta vicino ad un lampione e andai al cancello per suonare il campanello.
-Chi è?- chiese una voce di donna.
-Salve. Mi chiamo Matteo e sono venuto a trovare Davide.- Risposi ad alta voce nel citofono per farmi capire meglio.
-Un momento...-
Alcuni instanti dopo il cancello si aprì.
Attraversai il viale ricolmo di rose e raggiunsi l'ingresso principale. Una domestica mi accolse sulla soglia. Era una donna corpulenta, viso simile a quello di un San Bernardo e con i capelli raccolti sulla nuca.
-Prego entri. Il signore l'aspetta in soggiorno.- usò un tono solenne.
Ringraziai e appena varcai la soglia, rimasi abbagliato dagli innumerevoli mobili d'epoca che arredavano le stanze. Mi sembrava di essere alla corte di Luigi XIV.
-Se mi vuole seguire.-
Attraversai l'ingresso ed entrai nel salotto che era più grande dell'appartamento dove vivevo.
Davide se ne stava seduto su una delle poltrone di velluto, intento a guardare il televisore.
-Signorino Davide....-
Lui voltò la testa in mia direzione e appena mi vide si lasciò sfuggire un sorriso luminoso.
-Matt...- fece per alzarsi.
-Resta pure seduto Davide.- mi avvicinai a lui.
-Sono così felice di vederti....- stava per baciarmi, ma si bloccò. -Puoi andare Arianna.-
La domestica ci lasciò da soli.
-Come stai?-
La risposta di Davide fu un bacio carico di passione.
-Direi che stai bene.- gli sorrisi.
-Siediti qui vicino.- si scostò leggermente per permettermi di stare accanto a lui sulla poltrona.
Lasciai lo zaino ai piedi della poltrona e mi accoccolai a lui, ma non troppo. Era ancora dolorante.
-Com'è andata a scuola?- mi circondò con le braccia.
-Bene.... abbiamo fatto la verifica di inglese oggi.-
-Come pensi sia andata?-
-Non lo so...- gli diedi un bacio sulla guancia. E anche lui fece la stessa cosa.
-Vuoi delle ripetizioni?- lo chiese con malizia.
-Davide.... sei monello.-
-Sempre....-
In quel momento si sentì la domestica Arianna che salutava, quasi con timore, la signora Tomasoni.
-Ciao bambino....- si fermò di colpo sulla soglia del salotto appena si accorse della mia presenza. -C'è un ospite.-
-Buongiorno signora.- salutai alzandomi in piedi. Imbarazzato.
-Buongiorno ragazzo...-
-Mamma si chiama Matteo.- Davide si alzò a fatica.
-Dove vai?- chiese lei.
-In bagno....- mi diede un buffetto sulla guancia. -Torno subito...-
Rimasi in piedi davanti alla signora Tomasoni, non sapevo cosa dire o fare. Ero paralizzato dall'ansia.
-Matteo sei molto giovane. Quanti anni hai?-
-Diciotto signora.- La mia risposta venne fuori in automatico.
Annuì. -Vai ancora a scuola immagino.-
-Sì. Signora, frequento il quinto anno di liceo.-
-Capisco...- si andò a sedere. -Accomodati. Non vorrai fare la statua.-
Come un robot feci quello che mi disse.
Appena Davide fece ritorno, notò una certa tensione nella stanza. -Eccomi...-
-Davide, dato che non manca molto all'ora di cena che ne pensi se invitassimo a restare anche il tuo... ragazzo?-
-Non so mamma. Matt, tu che ne pensi?-
-Io non voglio disturbare.-
-Ma su dai resta... così ci conosciamo meglio.- incalzò la signora Tomasoni.
Non ebbi nessuna possibilità di replica, e sinceramente non provai nemmeno a contraddire la signora Tomasoni. C'era qualcosa in lei che mi faceva intendere che non apprezzava i rifiuti. Così, accettai.
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Al tramonto
Teen FictionMatt si è appena trasferito a Brescia e la convivenza con il padre, che non vede da quando era piccolo, non è idilliaca; una convivenza quasi forzata, poiché l'improvvisa scomparsa di sua madre grava sulla coscienza di Matt. Un giorno Matt farà la...