Mi trovavo sotto la doccia, l'acqua calda scendeva sul mio corpo delicatamente, rilassando i muscoli. Ne avevo bisogno.
Davanti agli occhi avevo ancora lo sguardo pieno di speranza e dolcezza di Giulia, quando mi disse: "Matt, sono innamorata di te".
Non potevo continuare così... dovevo dirle la verità. Anche se ero certo che non l'avrebbe presa benissimo.
"In che casino mi sono messo". Anche se parte della colpa era di Giulia, che sin dal primo giorno si era fissata con me.
Uscii dalla doccia e mi asciugai molto velocemente il corpo e i capelli. Mancava poco all'arrivo di Davide. Ero rimasto per troppo tempo a rimuginare su quello che era accaduto durante il pomeriggio da dimenticarmi di tutto il resto.
Infatti pochi minuti dopo suonarono il campanello.
Sentii Miriam che esultava mentre lo salutava, nemmeno avesse visto un VIP di Hollywood.
-Come stai carissimo?-
-Bene Miriam. Matt è pronto?-
-Penso di sì. Vado a controllare.- Entrò in camera mentre stavo finendo di pettinarmi. -Tesoro... il tuo amico ti aspetta.- Squittì.
-Arrivo....- finii di sistemarmi il ciuffo. Poi uscii e gli andai incontro.
Appena vidi Davide divenni paonazzo, non solo per l'eleganza del suo abito, che ricordava uno di quei modelli che sfilavano alla settimana della moda, ma anche per come si era curato il viso e i capelli. Sembrava un dio greco e questo bastò a far palpitare il mio cuore con molto vigore.
-Ciao... pronto?- Chiese.
-Ehm... sì... certo....- balbettai. Poi guardai Miriam. -Cercherò di non fare troppo tardi.-
-Tranquillo...- mi accarezzò il viso.
Appena fummo sulla sua macchina mi disse, -Cazzo come sei sexy.- mi prese il viso e mi baciò con una tale passione da lasciarmi senza fiato.
Risi. -Sempre volgare...- lo baciai a mia volta.
-Sempre....-
-Davide.... dove andremo?- Chiesi, cercando di mantenere il respiro regolare.
-Ti piace il sushi? O preferisci la pizza?- domandò avviandosi nella via.
-Adoro entrambi, però per questo giro preferisco il sushi. È da tanto che non lo mangio.-
-Vada per il sushi allora...-
Mentre attraversavamo le vie della città, quasi d'istinto, gli presi la mano e feci in modo che le nostre dita si intrecciassero. Provavo una sensazione di beatitudine assoluta, ma poi mi venne in mente il bacio di Giulia. "Uffa che casino che ho in testa".Il ristorante che aveva scelto Davide era un "all you can eat". Situato vicino ad un grosso negozio di elettronica, molto conosciuto in città.
L'ambiente era molto curato e sembrava di essere davvero in Giappone, sia per l'arredo che per l'atmosfera.
Uno dei camerieri ci fece accomodare ad un tavolino accanto alla fontana zen, riccamente decorata.
-Ci sei mai stato qui?- chiesi dopo essermi accomodato.
-Sì. Un paio di volte con degli amici.-
In quel momento arrivò un altro cameriere, che ci chiese cosa volessimo bere intanto che decidevamo cosa mangiare. Io optai per una semplice bottiglia di acqua naturale, mentre Davide si fece portare un bicchiere di coca cola.Dopo aver dato uno sguardo al menù, chiamammo il cameriere e ordinammo: involtini primavera, nighiri di salmone, tonno e gamberi, sashimi vari, ravioli di carne e zuppa di miso con alghe e tofu. In pratica volevamo svuotare la cucina.
Poi, prima che il cameriere se ne fosse andato, chiesi se potessi avere una forchetta al posto delle bacchette. Davide mi guardò come se fossi un alieno, poi si mise a ridere.
-Davvero non sai usare le bacchette?- le prese in mano, mostrandomi come impugnarle e come maneggiarle.
-No. Proprio non ce la faccio.- un po' mi vergognavo.
Intanto Davide non smetteva di ridere.Arrivarono tutte le nostre ordinazioni e nel frattempo io e Davide discutevamo del più e del meno, per lo più i nostri argomenti erano incentrati sul nuoto. Mi raccontò che ci andava da quando aveva sei anni e che a volte alternava il nuoto con la palestra.
-Ecco perché sei così muscoloso.- Esclamai con molta enfasi, quasi malizioso.
-Potresti fare anche tu palestra.- prese un nighiri con le bacchette e se lo portò alla bocca.
-Non avrei tempo. Lo sai che devo studiare per la maturità.-
Lui annuì.
Quando terminammo di mangiare non era poi così tardi e lui conosceva una gelateria non molto lontana e che restava aperta fino a mezzanotte. Senza troppi preamboli accettai l'offerta. Avevo bisogno di qualcosa di dolce, ma mi sarei anche potuto accontentare delle sue labbra.

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Al tramonto
Teen FictionMatt si è appena trasferito a Brescia e la convivenza con il padre, che non vede da quando era piccolo, non è idilliaca; una convivenza quasi forzata, poiché l'improvvisa scomparsa di sua madre grava sulla coscienza di Matt. Un giorno Matt farà la...