In gelateria

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La gelateria scelta da Davide si trovava poco lontano dal ristorante di sushi. Si trattava di un locale molto rinomato, non solo per i suoi gelati gustosi, ma anche per gli aperitivi, che a sentire Davide dovevano essere molto particolari, ricercati e non particolarmente costosi.
Aveva numerosi tavoli all'esterno circondati da delle piante tropicali, mentre l'interno sembrava di essere catapultati in un'altra epoca; con l'arredamento tipico di metà '800.
-Sediamoci a quel tavolo.- indicò un punto nell'angolo.
-Tu cosa prendi?- chiesi appena mi sedetti e dopo aver dato una rapida occhiata alla lista.
-Io un cono con cioccolato, menta e panna montata.-
Quando vennero a prendere il nostro ordine, io scelsi una coppetta con solamente fragola e limone. Giusto per stare leggeri.
-Domani cosa farai?- Domandai. 
-La mattina devo passare da un cliente, devo rimettergli a posto uno dei software che gli è andato in tilt. Poi vengo in piscina...- mi accarezzò il viso. -Tu a scuola?-
Avvampai e gli sorrisi.
-Domani probabilmente ci riconsegnano il compito in classe su Moravia. Spero che sia andato bene.-
-Ma certo che è andato bene...-
In quel momento arrivò il cameriere con i nostri gelati. E la cosa molto carina stava nel fatto che il cono di Davide era sorretto da un apposito sostegno a spirale.
-Che carino.- dissi osservandolo.
-Sì. Molto...- prese in mano il cono gelato e cominciò a leccare la panna. Era quasi sfacciato, ma allo stesso tempo molto malizioso.
Sentivo crescere dentro di me un insano desiderio, accompagnato dall'eccitazione.
-Non lo mangi?- mi indicò la coppetta.
-Certo... scusa...- misi in bocca il primo cucchiaino di gelato. -Ti piace?-
-Molto... specialmente la panna.- ammiccò.
-Oddio...- abbassai la testa.
-Cosa?- si mise a ridere.
-Sei sempre il solito...-
-Il solito cosa?- si avvicinò a me con il viso.
Volevo dire qualcosa, ma le parole si erano bloccate in gola. Così, con malizia misi in bocca un altro cucchiaino di gelato.
-Stai diventando monello?-
Annuii.
-Mi piace....- le sue labbra erano vicinissime alle mie.
-Davide. Non qui...-
-Hai ragione.-
Finimmo il gelato e dopo esserci incamminati per riprendere la macchina al parcheggio, Davide mi spinse in un vicolo buio e in preda alla passione mi baciò. Sembrava che dentro di lui fosse esplosa una bomba.
-Passa la notte con me.- Disse ansimando.
-Non posso... lo sai che devo andare a scuola.-
-Resta a casa.-
-Tu mi tenti troppo...- gli baciai il collo.
-Lo so...-
-Possiamo organizzarci per un'altra sera.- gli dissi, guardandolo negli occhi.
-Va bene...- si staccò da me. -Andiamo... altrimenti Miriam viene a cercarci armata di fucile.- mi prese per mano.
Già la immaginavo.

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