Ravelli & Tomasoni

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Sentivo dentro di me una carica incredibile. Finalmente ero riuscito a dire a Davide che lo amavo, ma forse lo aveva già intuìto; di certo non ne facevo mistero.
I giorni passavano lentamente e Alex, ogni volta che arrivava in piscina, non ci degnava neanche di uno sguardo. Aveva smesso di parlarmi e questo mi fece stare male, ci conoscevamo da sempre e non mi sarei mai aspettato un atteggiamento simile. Avevo ancora in mente le sue parole: "tu non sai cosa significhi amare qualcuno veramente". Quella frase era impressa nella mia memoria come se fosse un marchio indelebile.
-Matt...- chiamò Davide, attirando la mia attenzione.
-Sì?-
-Hai sentito quello che ho detto?-
-No. Scusa ho la testa da un'altra parte.- mi appoggiai a lui, stando seduti sul divano di casa mia.
-Ho detto che i miei genitori hanno invitato te e i tuoi sabato sera, per cena.-
-Davvero? Come mai?-
-Me lo sono chiesto anch'io.- Davide sembrava preoccupato.
-Ci saranno anche altre persone?-
-No. Solo noi e... mia nonna.- ammise con imbarazzo.
-Tua nonna?-
-Sì....-
-Lei com'è?- chiesi con ansia.
-La vedrai...- rise.
In quel momento entrarono Miriam e Alfredo.
-Ciao Davide....- Miriam esultò come se fosse allo stadio.
-Miriam. Sono felice di vederti. Alfredo.- si abbracciarono.
-Sei venuto a fare compagnia al nostro Matt?- Miriam mi accarezzò.
-Non solo per quello. Ecco... i miei genitori vi hanno invitato a cena a casa loro questo sabato.-
Non so perché. Ma Miriam reagì come se avesse preso uno schiaffo. -Davvero? Sono così gentili.- la sua risposta sembrava un tantino forzata.
-Verrete?- Davide guardò tutti.
-Certo....- rispondemmo in coro.
-Bene. Allora ci vediamo sabato sera.-
Mi salutò con un lieve bacio.

Sabato sera...
Miriam aveva deciso di indossare una camicetta a fiori bianca, una gonna stretta, scura e lunga fino alle ginocchia e scarpe col tacco rosse. Alfredo invece aveva optato per un semplice completo in giacca e cravatta. Stava decisamente bene. Anch'io scelsi un completo elegante, ma senza cravatta.
Guardavamo l'ingresso principale della dimora dei signori Tomasoni e nessuno di noi tre aveva il coraggio di suonare il campanello.
-Suoniamo o aspettiamo che si accorgano della nostra presenza?- chiesi.
-Ci stiamo preparando psicologicamente...- disse Miriam, prendendo dei respiri profondi. Poi si decise a pigiare il campanello.
Il cancello si aprì e ci venne incontro Davide.
-Benvenuti...- era elegantissimo nel suo abito nero.
-Come sei bello Davide.- Miriam lo baciò sulla guancia.
-Anche tu Miriam. Venite, i miei vi stanno aspettando.-
-Non vedo l'ora...- sussurrò lei.
Appena entrati, Alfredo e Miriam ammirarono l'arredamento proprio come si fa quando si ammira un pezzo d'arte.
-Buonasera signori Ravelli... Matteo.- Maria Teresa si alzò per venirci incontro. -Lui è mio marito Dario.- Il signor Tomasoni salutò. -E lei è mia madre Grazia. La nonna di Davide.- indicò la signora anziana, vestita di nero; somigliava molto a Maria Teresa sia nell'abbigliamento che nell'acconciatura.
Miriam mi bisbigliò. -Non l'avrei mai detto. Pensavo facesse parte dell'arredamento.-
Finite le presentazioni ci spostammo nella sala da pranzo che era perfettamente apparecchiata con: tovaglia bianca ricamata con pizzo, posate d'argento e bicchieri di cristallo.
Mi accomodai tra Miriam e Davide, mentre Alfredo si era seduto accanto a Maria Teresa. La musica di sottofondo mi dava l'idea di essere alla corte di Versailles. Anche Miriam ebbe la stessa sensazione. -Tra poco arriva anche il Re sole?- Miriam non si lasciò sfuggire quell'affermazione. Senza farsi sentire imitò un colpo di tosse.
-Allora Davide...- Grazia iniziò a parlare e tutti si voltarono verso di lei. -Dove hai conosciuto questo ragazzo?-
-In piscina nonna...-
L'antipasto venne servito e l'interrogatorio continuò.
-Quando avete capito di essere innamorati?-
Ci guardammo.
-Ad una festa....- fu una risposta piuttosto evasiva.
Miriam trattene una risata. Sapeva che la festa in questione era quella che avevamo fatto a casa nostra.
-Avete già avuto rapporti intimi?- la domanda fatta da lei non me l'aspettavo. Infatti Maria Teresa richiamò Grazia come se avesse appena bestemmiato.
Io e Davide stavamo diventando rossi e Miriam si coprì la bocca con il tovagliolo per non far vedere che stava ridendo. Anche Alfredo non era da meno.
-Che ti prende cara. È una domanda come altre.-
-Nonna... io credo che tu sappia già la risposta.-
-Davide... possiamo cambiare argomento.-Maria Teresa lo fulminò con lo sguardo.
Tra una portata e l'altra, i nostri argomenti si incentrarono molto sul campo lavorativo e scolastico.
Tutto sommato la serata non fu poi così noiosa, di tanto in tanto stringevo la mano di Davide da sotto il tavolo. Avrei voluto poter stare da solo con lui, anche per un breve istante.

Al tramontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora