Quella stessa sera restai al cellulare con Davide per almeno un'ora abbondante, mi aveva raccontato di come suo padre lo avesse rimproverato per l'uso sconsiderato della moto, mentre sua madre era quasi andata fuori di testa. Di nuovo.
La loro reazione mi sembrava esagerata, in fondo non era un bambino. Anche se non avevano tutti i torti, dato che Davide guidava come uno spericolato; neanche si trattasse di un pilota di Moto GP.
La signora Tomasoni, anche se un po' schizzinosa, mi aveva fatto un'ottima impressione e in un certo senso ero incuriosito dalla figura di suo padre. Lo immaginavo severo e molto autoritario. Che metteva soggezione con un semplice sguardo.Prima di coricarmi a letto, Miriam venne a sedersi accanto a me. Aveva l'espressione serena, ma allo stesso tempo preoccupata.
-Si sente meglio Davide?-
-Abbastanza. È ancora un po' dolorante- risposi.
-Gli passerà presto.- Rimase per qualche tempo fissa su di me. -Lo sai che tu e Davide formate davvero una bella coppia.-
-Lo pensi davvero?- arrossii.
Miriam Annuì.
-Secondo te quando potrò dirlo ad Alfredo?-
Lei emise un sospiro. -Bisognerebbe trovare il momento giusto, ma prima di fare questo passo dovresti relazionarti di più con lui.-
-Ma non so come... in teoria non lo conosco.- Era vero.
-Potreste passare una giornata insieme.-
-Quando?-
-Questa domenica.- si alzò dal letto e si accorse che non ero del tutto convinto. -Stai tranquillo. Lascia fare a me.-Il mattino dopo, prima di entrare a scuola, mandai un messaggio a Davide e mentre ero intento a scrivere sentii una mano sulla mia spalla.
Era Giulia.
-Ciao Matt....-
-Ciao Giulia. Stai bene?- misi il cellulare in tasca.
-Sì....- era paonazza. -Ecco io... volevo chiederti scusa per quello che è successo domenica.-
-No. Sono io che mi devo scusare con te. Sono stato maleducato...-
-Mi sento una stupida...- abbassò la testa.
-Non è vero...- la guardai attentamente. -Ma che fai piangi?- mi avvicinai.
-Forse mi sono illusa a pensare che tu fossi attratto da me.- Era sul punto di singhiozzare.
-Giulia... ascoltami.- le presi il viso tra le mani.-Mi dispiace molto. Ma non incolpare te stessa. Avevi una speranza e ci hai creduto fino in fondo.-
-Tu mi piaci davvero tanto Matt.-
-Me ne sono accorto. Lo so dal primo giorno di scuola. E poi ammetiamolo... non eri molto brava a tenerlo nascosto.-
Le sfuggì una risata. E lasciai che mi abbracciasse.
-Possiamo essere amici se ti va.- la guardai negli occhi.
-D'accordo....- si asciugò le lacrime.
-Grazie.... forza entriamo in classe, altrimenti ci ammazzano.-
Ero tentato di dirle di me e di Davide, ma si trovava in uno stato emotivo delicato. Darle quella notizia l'avrebbe scossa ancora di più. Optai di parlarle quando le acque si sarebbero calante.
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Al tramonto
Teen FictionMatt si è appena trasferito a Brescia e la convivenza con il padre, che non vede da quando era piccolo, non è idilliaca; una convivenza quasi forzata, poiché l'improvvisa scomparsa di sua madre grava sulla coscienza di Matt. Un giorno Matt farà la...