-Alfio bello, sono tornata!- la voce squillante e quasi acuta della donna echeggiò in tutto l'appartamento, distraendomi dalla lettura.
Sentii il bisbiglìo di Alfredo mentre le raccontava del mio arrivo, poi eccola lì, in piedi sulla soglia della mia camera e mi osservava proprio come si osserva un pezzo d'arte al museo. All'inizio mi era salita un'improvvisa voglia di chiederle cosa avesse da guardare, ma non lo feci per evitare di apparire scontroso o maleducato. Rimasi imbambolato ad osservarla, immobile sul letto e con il libro aperto sulle ginocchia.
La mia matrigna era una bellissima donna, di primo acchito la scambiai per Marilyn Monroe. Come lei era: alta, magrissima, pallida e dai capelli corti e biondissimi. Sembrava che fosse davvero uscita da un film anni cinquanta; non solo per l'acconciatura, ma anche per lo stile dell'abbigliamento. Decisamente troppo retrò, stravagante e ricco di colori.
-Sei bello proprio come tuo padre sai.- Venne accanto a me e si sedette sul bordo del letto, facendolo sobbalzare. Curiosa di fare la mia conoscenza. -Ti chiami Matteo vero?-
Ancora scioccato e imbarazzato risposi, -solo Matt, va bene.-
-Io mi chiamo Miriam- Sorrise. -Allora tesoro. Cosa ne pensi di Brescia?- Mi prese le mani e me le strinse.
-Per ora non do giudizi.- Evitai di guardarla tenendo la testa bassa, occhi fissi sulle sue unghie rosso fuoco e curate.
-Tesoro lo so che ti senti disorientato, ma vedrai che starai bene qui.- Si alzò in piedi: -Tra poco si cena. Cosa ti piacerebbe mangiare?- chiese con un gran sorriso sulle labbra.
-Non ho preferenze, mi va bene quello che c'è- risposi, stringendo saldamente il libro.
-D'accordo...- Se ne andò saltellando e agitando le braccia come una bambina.
"Che donna strana" pensai, scuotendo leggermente la testa.
Da quando era entrata in casa si sentiva soltanto lei, che era in grado di sovrastare il suono della televisione con la sua voce acuta. Fino a pochi minuti prima regnava un silenzio quasi tombale. Però ammisi a me stesso che era davvero esuberante e in un certo senso mi faceva anche ridere.Una quindicina di minuti dopo...
-Matt carissimo... vieni a mangiare. Altrimenti si fredda.- Miriam mise il viso dentro la camera.
Entrai in cucina e Alfredo era già seduto a tavola con lo sguardo perso sul display del suo cellulare.
-Metti via quell'affare! Niente telefono a tavola- lo rimproverò, servendoci con grazia e eleganza, proprio come si fa con i Reali.
Osservai il piatto che avevo davanti, e rimasi basito quando vidi un enorme bistecca semi carbonizzata e circondata da strane verdure, o almeno credetti che fossero verdure.
-Non ti piace tesoro?- Miriam sembrava delusa.
-Sì. Mi piace, ma sembra un po' troppo cotta.-
Miriam si voltò verso Alfredo e dopo avergli dato una pacca sulla spalla lo rimproverò di nuovo. -Te l'avevo detto che era troppo cotta.- Ritornò su di me: - Vuoi mangiare qualcos'altro?-
Fece per alzarsi e prendermi il piatto, ma la fermai.
-No, si figuri sign....-
-Matt caro, chiamami Miriam.- Mi accarezzò leggermente la mano.
-Miriam. Va bene così- la rassicurai.
La cena riprese in assoluto silenzio, fu come se fossimo tre estranei seduti alla stessa tavola. Per evitare di continuare con quel silenzio imbarazzante chiesi a entrambi. -Mi sapreste indicare un centro sportivo che abbia anche la piscina?-
Entrambi si guardarono. Poi Alfredo prese la parola: -Ci sarebbe il centro Sportivo in via Lamarmora. Come mai lo chiedi?-
-A Roma ero in una squadra di nuoto.-
-Sono felice che tu faccia uno sport. I ragazzi del giorno d'oggi sono così pigri.- Poi come un fulmine a ciel sereno, il viso di Miriam si illuminò di colpo: -Accidenti Alfredo. La settimana prossima inizia la scuola. Ti sei informato per l'iscrizione?-
Miriam aveva ragione, ero stato così preso da tutto quello che era successo che non mi ero più ricordato che la settimana successiva sarebbero iniziate le lezioni, più precisamente il mio ultimo anno di liceo.
-Sì, Miriam non l'ho dimenticato. Infatti questa mattina ho ricevuto una email dal liceo scientifico Copernico e mi hanno detto che hanno ancora posto. Domani, durante la pausa pranzo passo a compilare i moduli.-
-Meno male.- Miriam si passò una mano sulla fronte. -Sai, iniziavo a temere che non ci fossero più posti liberi. Sarebbe stato un vero dramma.-

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Al tramonto
Teen FictionMatt si è appena trasferito a Brescia e la convivenza con il padre, che non vede da quando era piccolo, non è idilliaca; una convivenza quasi forzata, poiché l'improvvisa scomparsa di sua madre grava sulla coscienza di Matt. Un giorno Matt farà la...