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"Sei una persona orribile, sono contenta di andare da mamma!" urlo sbattendo la grande porta della villa in cui ho vissuto i miei diciott'anni fino ad oggi.

Ammetto che mi mancherà questa vita fin troppo agiata, ma non posso rimanere col quel verme di mio padre e lasciare sola mia madre, anche perchè sono stata legata sempre più a lei, fin da bambina. Papà si limitava ad aprire il portafogli per rendermi felice, ma una carezza e una parola dolce non le ho mai viste da parte sua.

Io sono Eva e oggi la mia vita sta per cambiare ancora una volta.

***

Mi incammino verso l'uscita del cancello, mi giro per un'ultima volta ammirando ciò che non potrà più essere mio ed entro in taxi.

Sono arrivata alla stazione di Milano, appena in tempo, il mio treno è appena arrivato e io mi affretto verso il binario 3, salgo a bordo e mi dirigo verso il mio posto, almeno quel verme ha avuto la decenza di prendermi la prima classe, come minimo.
Poco dopo il treno parte e io mi perdo tra i miei pensieri.

Ho dovuto lasciare il mio ragazzo, Davide, i miei migliori amici, il mio cazzo di gruppo!
Per non parlare della scuola, sarò costretta a frequentare un liceo pubblico e questa cosa mi spaventa. Una milanese che dovrà affrontare il quinto e la maturità in un istituto pubblico e in una classe già unita, praticamente l'incomodo di turno.
Ancora non me ne capacito.

La suoneria del mio cellulare mi fa balzare, è mamma.
"Ciao mamma."
"Ehi tesoro, i tuoi scatoloni sono arrivati, ma quanta roba hai spedito, c'è addirittura l'attrezzatura da palestra. Ti informo che questa casa è 60mq scarsi amore, non puoi avere tutto ormai, ma vedremo di risolvere." mi dice lei dall'altro capo del telefono con una voce tra il rammarico e la comprensione.
"Va bene, io sarò in stazione per le 19:00, vieni a prendermi?"
"Certo amore, sarò lì."
"Grazie mamma, a dopo." le dico sorridendo, anche se non può vedermi.

Finalmente queste ore infinite di treno sono giunte al termine, scendo dal mezzo e mi accendo una sigaretta, in cerca di mia madre, ma non la vedo da nessuna parte, quindi decido di chiamarla.

"Mamma, ciao, dove sei? Io sono appena arrivata in stazione ma non ti vedo." le dico guardandomi ancora intorno.
"Amore, perdonami, la signora a cui faccio assistenza non sta tanto bene oggi, sarò con lei per tutta la notte, ci vediamo domani mattina. Scusami ancora, tesoro. Ho lasciato le chiavi a casa D'Orso, sono i nostri vicini, bussa a loro, se hai bisogno di qualcosa chiamami, scusa ancora." mi risponde, dal suo tono capisco che è veramente dispiaciuta, ma questa giornata va di male in peggio.
"Okay, a domani."

Ma che razza di giornata è?

Esco dalla stazione e chiamo un taxi, la mia nuova casa è tipo più di 40 minuti a piedi e con la mia mega valigia non mi andava proprio di farmela a piedi.

Pago il tassista e scendo, mi rendo conto in pochissimo tempo che mia madre abita alle case popolari, mio dio spero non ci siano i topi e scarafaggi.
A chi dovevo bussare per le chiavi? Orso? E' possibile o mi sbaglio?
Nel frattempo sono in cerca di questo dannato cognome nella sfilza dei pulsanti.

Ah-ah! Trovato! D'orso!
Premo il bottoncino di lato al cognome e aspetto che qualcuno risponda.
"Si?" mi risponde una voce maschile.
"Ehm, sono Eva, la figlia di Anna."
"Sali, quinto piano, non c'è l'ascensore." dice secco e apre il portone.

Ci mancava portarmi la mia fottuta valigia su per cinque piani.
"Benvenuta a Salerno Eva." dico tra me e me, mentre trascino dietro di me la zavorra, scalino dopo scalino.

"Dai Eva gli ultimi gradini e ce l'hai fatta." mi dico stremata, tutta sudata e col fiatone.
"Pensavo ti fossi persa Eva." dice il ragazzo, marcando il mio nome, è appoggiato allo stipite della porta a braccia conserte e guarda divertito la scena.
"Potevi darmi una mano, mi hai vista in difficoltà. Oh ma che pretendo, dammi queste chiavi che oggi ne ho abbastanza." rispondo io spazientita incrociando a mia volta le braccia al petto e respirando ancora a fatica.
"Cosa ci fa qui la signorina milanese con un valigione Louis Vuitton e vestita Balenciaga? Non crederti la figlia di papà a cui tutto le è dovuto, non te la caverai facilmente qui." dice serio squadrandomi dalla testa ai piedi.
"Non sono affari tuoi, cosa ci faccio qui o come mi vesto non ti riguarda."
"Tiè." dice lui lanciandomi le chiavi a terra e facendo per entrare in casa.
"Fottuto arrogante maleducato." dico ad alta voce, raccogliendo le chiavi da terra e con la coda dell'occhio vedo che non è ancora entrato.
"Puttana." mi risponde lui.

Allora non ci vedo più, mi avvicino a lui come una furia.
"Non azzardarti mai più a chiamarmi così." dico a denti stretti, avvicinandomi alla sua faccia.
"Sennò che fai? Per punizione mi fotti? Perchè è quello che fanno le puttanelle snob." risponde con quel sorriso beffardo che mi fa saltare i nervi, gli mollo uno schiaffo in pieno viso.
"Spero di non vederti più D'Orso." mi giro, prendo la valigia ed apro la porta di casa mia.

È assurdo, si è permesso di chiamarmi in quel modo senza nessuna base, io almeno l'ho chiamato in quel modo ma dopo il suo comportamento da maleducato arrogante. Spero non siano tutti così i ragazzi in questa città.

Apro la porta e si vede già che 'casa mia' è minuscola ma arredata in modo decente dai, faccio un breve giro di perlustrazione.
La cucina è un buco, ma almeno la camera da pranzo è più grande e arredata in modo moderno, un piccolo corridoio conduce a tre camere, la mia camera, quella di mi madre e il bagno. La mia stanza è spaziosa, rispetto a quella di mia madre che è praticamente la metà.
Le pareti sono di un leggero color rosa, con una grossa finestra che rende la stanza luminosa, un bel letto matrimoniale tutto per me, con un piccolo comodino accanto, un grande armadio e una scrivania in legno di olmo bianco. Pensavo peggio, invece è carina dai.
La camera di mia madre è uguale alla mia, solo che le pareti sono gialline e al posto della scrivania, lei ha un settimino.

Credo che passerò il resto della giornata a sistemare le mie cose, i miei scatoloni e ordinare qualcosa da Just Eat.

Dimmi di noi.||CapoplazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora