28.

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È mezzanotte passata ma di Luca nemmeno l'ombra, inizio a preoccuparmi, quindi decido di mandargli un messaggio.

Tutto okay?

Nessuna risposta, non l'ha nemmeno ricevuto, solo una spunta. Magari è solo a casa sua e sta dormendo, non vorrei svegliarlo.

Il campanello suona e mi precipito alla porta, ma mi trovo davanti Gloria.
"Eva scusa il disturbo, Luca è qui? È l'una passata e non mi ha avvisato che tornava tardi o dormiva da te. Ho provato a chiamarlo ma ha il cellulare spento."
Ha l'aria preoccupata, il che non mi tranquillizza proprio, anzi, vado nel panico totale.
"Non è a casa?" Chiedo con la voce tremante e scuote la testa.
"Provo a chiedere a qualche suo amico." Dico fingendo un sorriso, ma ho le mani tremanti mentre prendo il cellulare ed entro su whatsapp.

Mando lo stesso messaggio a Mario, l'unico del gruppo di cui ho il numero.

Tutto okay?

Mario Molinaro
Sì, Luca ha vinto ed è andato via quasi tre ore fa, ha detto che doveva andare in un posto prima, perché?

Non è tornato a casa, ha il cellulare staccato.

Mario Molinaro
Non ne ho idea.

Ottimo!
L'ansia mi sta strappando via le budella tanto è forte, vorrei urlare in questo momento, ma fare una scenata simile davanti la madre non credo sia una scelta saggia.

Doveva andare in un posto... l'Hotel abbandonato?

"Forse so dove possa essere, vado a controllare." Dico precipitandomi a prendere le scarpe da ginnastica e la borsetta.
"Eva, sono quasi le due, dove vuoi andare? Non gira gente per bene da queste parti a quest'ora. Tornerà."
"Questo andrà bene." Annuncio mostrando un coltellino a serramanico dopo aver frugato velocemente nei cassetti della cucina, mi sorride dolcemente.
"Fa' attenzione, mi raccomando, chiamami se lo trovi." Mi da un bacio sulla guancia e se ne va.

Quanto amo questa donna.

Con un groppo in gola scendo le scale. Sarà una buona idea arrivare fin lì da sola a quest'ora? Saranno una ventina di minuti a piedi, ma se non fosse lì?
Al diavolo, ci andrò, ma correndo.

Una decina di minuti e sono davanti alla struttura decadente, a parte qualche stupido ragazzo e ubriacone, non mi è successo nulla.

Attivo la torcia del mio telefono ed entro cautamente fino ad arrivare sul terrazzo.

Eccolo lì, di spalle, a penzoloni nel nulla mentre fuma.

"Luca..." Le parole mi escono come un soffio, ma rimango ferma lì, non mi avvicino.

Appena sente la mia voce sussulta e si gira di scatto con una faccia sorpresa ma allo stesso tempo aggrotta le sopracciglia.

"Che ci fai qui Eva?" Mi chiede serio.
"Io... ero preoccupata, non rispondevi al cellulare, tua madre è venuta a bussare a casa, anzi ora le mando un messaggio e le dico che ti ho trovato e sono con te. Perchè sei qui?" Domando io avvicinandomi a lui mentre digito il messaggio da mandare a Gloria.

Mi siedo accanto a lui e gli lascio un dolce bacio sulla guancia, aspettando una sua risposta.

"Volevo stare un po' solo con i miei pensieri." 
"Ah, scusami allora." Dico delusa alzandomi, ma mi blocca il braccio.
"Potrei anche condividerli con te, se ti va di ascoltare le mie paranoie e il mio lato tremendamente triste." La sua voce è bassa e non mi guarda, ha lo sguardo rivolto altrove.

Gli prendo il viso tra le mani e mi avvicino a lui stampandogli un bacio a stampo e sorrido.
"Certo che mi va, se vuoi parlarne sono qui."

"Io voglio andarmene di qui Eva, è una realtà che mi sta troppo stretta. Tu sei stata fortunata a nascere e crescere a Milano, non ti è mancato nulla, non hai mai avuto problemi economici e ora hai la possibilità di trasferirtici nuovamente. Non sai quanto ti invidio. Quando ero piccolo mia madre lavorava come barista tante ore al giorno per pochi soldi, mio padre era disoccupato, spesso mangiavamo alla Caritas. Ora la situazione è cambiata, ma poi mio padre ha iniziato a bere, il resto lo sai. Un po' per noia, un po' perchè mi piace, ho iniziato a rappare, alla gente piace quello che faccio, anche se non sono così conosciuto, ma io non mollo perchè amo scrivere testi e cantarli. Piano piano, mi sto facendo il nome e punto molto sul disco che voglio far uscire, voglio spaccare, per chi non ha mai creduto in me, per chi mi ha sempre detto 'non ce la farai mai', per me stesso, ma sopratutto per mia madre, lei è la mia vita e la mia fan numero uno."

Confessa e so quanto gli è costato aprirsi in questo modo, è un tipo riservato e lo sono anch'io, ma per una volta proverò a confidarmi con lui, voglio condividere un pezzo di me.
Mi ha mostrato una sua piccola parte fragile e ne sono felice per questo gesto.

"Apparteniamo a due realtà diverse, ma non credere che non abbia avuto problemi, anni fa scoprii che mio padre si scopava le bambine in casa nostra, ti risparmio i dettagli. Mi minacciò dicendomi che se avessi aperto la bocca facevo la stessa fine, ho vissuto con la paura per anni, finchè l'anno scorso non presi coraggio. La mia vita sembrava perfetta, la snob ricca figlia di papà che ha tutto e non le manca nulla, tranne l'amore di un padre o dei rapporti veri, delle vere amiche o amici, non che stanno con te solo perchè 'sei la figlia di...'.  In ogni caso, Luca, io sono sicura che spaccherai con la tua musica, ci metti amore in ciò che fai, si vede e si sente. Non smettere di provarci, mai."

Termino io stringendogli la mano, ma non mi volto a guardarlo, mi limito ad appoggiare la testa sulla sua spalla e rimaniamo così, a fissare l'orizzonte mentre le ore passano e le prime luci del mattino iniziano a farsi vedere.

Dimmi di noi.||CapoplazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora