37.

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Sto andando nel panico, decisamente.

Mi alzo velocemente dal letto, raccolgo i miei vestiti sparsi per la stanza e recupero il cellulare sul comodino, anche da ubriaca fradicia ho la coscienza di tenerlo accanto a me.

Corro in bagno e mi lavo il viso con acqua ghiacciata, cerco delle salviette ed elimino il mascara colato sotto i miei occhi, mentre le notifiche sul mio cellulare sono incessanti.

Spazientita lo sblocco e vado su instagram, quello che vedo non è rassicurante, oh merda.
Ci saranno almeno cinque o sei storie di me e Umberto mentre balliamo, ci baciamo e... porca miseria un video dove ridiamo come stupidi e ci baciamo sul letto, vestiti fortunatamente, le elimino velocemente, anche se è inutile perchè circa 30k di persone hanno visto le stories.

Torno in camera, ho bisogno di sapere cosa è successo ieri notte, anche se la risposta è molto scontata, ma ho bisogno di sapere se abbiamo usato o meno le precauzioni.

"Svegliati." Il mio tono è neutro mentre punzecchio il ragazzo steso nel letto che impiega un paio di minuti ad accorgersi del fatto che provavo a svegliarlo.
"Ehi principessa, già vestita?" Il suo sorriso e la sua voce rauca a prima mattina dovrebbero essere illegali, come contrae i muscoli mentre si mette a sedere, i suoi addominali così defini... Eva concentrati!

"Cosa abbiamo fatto sta notte? Abbiamo usato il preservativo?"
"Magari, ci siamo spogliati e stavamo per scopare ma hai iniziato a piangere e a farfugliare qualcosa su di un ragazzo e poi ti sei addormentata." Dice ridendo, che cosa umiliante!

Ho seriamente pianto per lui davanti a questo tizio, dannatamente bello, rinunciando ad una scopata epica e poi mi sono messa a dormire?
Ma che mi è successo?

"Non fare quella faccia! Non è mica morto nessuno, vuoi fare colazione?" Domanda divertito vedendo la mia faccia sbigottita.
"No grazie, scusami." Dico velocemente uscendo dalla stanza rossa per l'imbarazzo.

Scendo velocemente al piano di sotto e nell'immenso salone, tra le varie persone accasciate qua e là, mi trovo Luca sdraiato su un divano, sono indecisa se andarlo a svegliare o meno, chiedergli cosa ci fa qui, ma non lo farò.

"Dove vai?" Sento la sua voce dietro di me e mi volto di scatto.
"A casa." Rispondo sfacciatamente sostenendo il suo sguardo di sfida.
"Ci sei andata a letto? Ora vado a far capire a quel coglione che non doveva toccarti, l'avevo avvisato ieri sera." Dice furiosamente tra i denti, non faccio in tempo a replicare che con uno scatto è corso al piano di sopra.

Ci metto un paio di secondi a connettere ciò che sta succedendo e inizio a salire velocemente le scale, dritta verso la camera di Umberto da dove si sentono urla e rumori.
Vedo Luca che prende a pugni il riccio contro il muro della camera, seguiti da una serie di parolacce ed insulti, ma è molto lento a rispondere ai colpi, evidentemente ancora assonnato e con il dopo sbornia.

"Luca cazzo fermo! Non ci sono andata a letto insieme!" Urlo così forte che oltre e rimbombarmi la testa lo faccio staccare dal povero ragazzo, che si rimette in piedi come se nulla fosse.

"E' lui il tizio per cui piangevi ieri sera?" Ride di gusto contraendo i muscoli ben evidenti, ma davvero mi sono fatta scappare un ragazzo del genere?
Faccio spallucce e mi dice "Pensavo fosse più carino dai, sei la prima che mi fa andare in bianco. Complimenti Luca." E stringe la mano al moro che lo guarda confuso e anch'io.
Che situazione surreale.
"Quindi non siete andati a letto insieme?" Domanda Luca per chiedere l'ennesima conferma.
"Ragazzi, vi lascio soli a chiarire i vostri problemi di cuore, io vado a fare colazione, i tuoi pugni mi hanno fatto venire fame." Annuncia il riccio e scompare dalla camera, ora siamo solo io e lui.

"Se prima mi avessi fatto spiegare, ti saresti risparmiato questa scenata e ti ricordo che non stiamo insieme!" Urlo spintonandolo, mi fa davvero infuriare.
"Non capisci che ti amo, cazzo! Nessuno ti dovrebbe toccare! Sei mia." Urla di rimando mentre mi tiene le spalle, ma mi scrollo le sue mani di dosso e faccio un passo indietro.
"Non è influente! Tra una settimana me ne vado, scordati di me!"
"Non ti ho creduta quando mi hai detto che non provavi nulla per me." Ora il suo tono è basso e calmo, quasi supplichevole.
"Io...io devo tornare a casa." Non riesco più a reggere questa conversazione e le lacrime minacciano di uscire e non posso piangere davanti a lui, quindi preferisco fuggire dalle situazioni pur di non affrontarle.

Poco più avanti c'è una fermata di bus e prendo il primo che porta nella direzione di casa.

Non appena salita, faccio un audio infinito alle mie due amiche su quello che è appena successo e le invito per una serata di sole ragazze a casa per dir loro che andrò via tra meno di una settimana.

Questi mesi qui sono stati travolgenti, pieni di emozioni, pieni di vita, ma la cosa che odio di più è dover dire addio a Luca, il mio cuore poco esperto in materia d'amore so per certo che tornerà ad assere quello di prima, solamente un organo che pompa sangue.

Dimmi di noi.||CapoplazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora