29.

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"Andiamo a casa, ci cambiamo e poi a scuola."
"Ma sei impazzito? Non abbiamo dormito per niente." Ribatto io.
"Sarà più divertente andare a scuola in after, dai! Poi abbiamo il compito di storia!" Ribatte ridendo mentre mi abbraccia.
"Cazzo il compito!" Mi era proprio passato di mente.

Ci sediamo in macchina ma ho gli occhi che si chiudono.

"Sveglia dormigliona!" Mi scuote il moro accanto a me e sobbalzo.
"Mh... sono sveglia." Biascico.

Salgo a casa, mi prendo un caffè e mi fiondo in bagno, una doccia fredda spero riesca a svegliarmi un po', anche se avrei solo voglia di buttarmi nel letto e dormire fino a sera, ma non voglio fare assenze e soprattutto saltare i compiti, anche se non sono troppo preparata su questo.
Fortunatamente è all'ultima ora.

Arriviamo a scuola, saluto gli amici di Luca e ci incamminiamo verso la nostra classe.
Lui sembra riposato e ha un'energia che invidio.
Come diavolo fa a essere attivo e sveglio senza aver dormito per nulla, io non me lo so spiegare, è una sorpresa continua.

La ricreazione la passo sul libro di storia e il compito va discretamente, non posso di certo lamentarmi.

"Lù, dopo che lasci i tuoi amici mi accompagni al supermercato? Il frigo è vuoto, a volte mi dimentico che se non faccio io la spesa non la fa nessuno." Dico sbadigliando mentre ci dirigiamo al parcheggio della scuola.
"Certo piccola." E mi lascia un bacio sulla tempia che mi fa sorridere.

"Ehi che succede tra voi due?" Dice Ava quasi urlando venendo nella nostra direzione, avendo visto tutta la scena.
"Niente, assolutamente niente." Ribatto fin troppo velocemente, mi guarda con fare sospetto, non sembra essere convinto della mia risposta.
"Non me la raccontate giusta." Aggiunge aggrottando le sopracciglia, Luca si limita a ridere e io credo di essere diventata rossa come un peperone maturo.

Gli altri ci raggiungono in fretta e fortunatamente Ava non aggiunge altro e gli sono grata per questo.

Torno a casa e Luca mi aiuta a svuotare i bustoni carichi di cibo.

"Pranzi qui?" Gli chiedo.
"No piccola, mia madre non sta tanto bene oggi, non è andata a lavoro, devo cucinarle io."
"Vuoi farla stare peggio ancora tua madre?" Ribatto ironica, lui si porta in modo teatrale una mano sul petto fingendo di essersela presa, poi scoppiamo a ridere entrambi.

"Hai ragione bambolina, vuoi venire a cucinare tu qualcosa?" Mi chiede abbracciandomi.

Da quando è così affettuoso?

"Se per tua madre non ci sono problemi, con piacere!"
"Ti adora, ovvio che non ce ne saranno, andiamo di là."

Gloria ha molto apprezzato il mio pesto di zucchine, Luca un po' meno dato che le odia, ma la sua faccia mentre mangiava era troppo divertente, anche perché la madre lo sgridava in continuazione, come se fosse un bimbo e io non la smettevo di ridere.

Si vede lontano un miglio quanto si vogliono bene e quanto è forte il loro legame madre-figlio e li invidio, non che io non abbia un bel rapporto con mia madre, ma competere contro Luca e Gloria è tutta un'altra cosa.

"Lù, vieni un po' da me? Devo darti una cosa." Gli dico sottovoce, attenta a non farmi sentire dalla mamma che è nella stanza accanto.
"Cosa bambolina?" Sorride ammiccante, prendendomi per i fianchi e baciandomi maliziosamente il collo, i miei ormoni fanno faville e il mio autocontrollo potrebbe andare a farsi fottere in men che non si dica.

"Non quella cosa! Stupido!" Ridacchio lanciandogli un colpettino sul braccio.
"Ah..." Dice fingendosi deluso e facendo la faccia da cucciolo bastonato, ma queste tattiche non funzionano con me, per ora.

"Chiudi gli occhi e non sbirciare!" Gli ordino facendolo sedere sul mio letto.
"Ti stai spogliando? Perché voglio vederlo lo spettacolo!" Ride e non posso far a meno di ridere anch'io.

Vado nel cassetto e prendo il Rolex che mi piace di più di quelli che ho 'preso in prestito' da mio padre e mi avvicino a lui.

Non so bene il motivo di ciò che sto facendo, ma voglio fargli un regalo, di quelli che vengono dal cuore.

"Dammi la mano e non aprire gli occhi, altrimenti dovrei cavarteli!" Dico minacciosa sussurrando al suo orecchio, lui continua a sorridere maliziosamente ma fa come gli ho ordinato.

Gli infilo l'orologio al polso e annuncio che può aprire gli occhi.

La sua espressione è impagabile!
Ha la bocca a forma di 'O' e gli occhi sgranati che passano dal guardare l'orologio al polso e poi me, a ripetizione.

"Non dici nulla?" Ridacchio sedendomi accanto a lui.
"Cosa significa questo?"
"È un regalo! Dimmi almeno grazie!" Lo stuzzico dandogli un bacio poco casto sulle labbra, ma non ricambia con così tanta passione.
"Eva sei impazzita? Io non posso accettare una cosa del genere." Dice staccandosi e facendosi serio.
"Luca, sei diventata una delle persone più importanti della mia vita, sei sincero, hai un carattere che mi fa impazzire, mi mandi in tilt, io credo di starmi innamorando di te, forse è la prima volta che lo dico a qualcuno provando veramente ciò. Voglio che lo tenga tu, anche se per te magari non è la stessa cosa, ma per me è così. E' un regalo, accettalo. Consideralo come il primo passo verso il successo, un orologio portafortuna."
E appena finisco di dire ciò, alzo lo sguardo e noto che i suoi occhi sono lucidi.

Dimmi di noi.||CapoplazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora