La giornata è iniziata bene, un bel 9 all'interrogazione di matematica.
Torno a posto e Luca mi dice sorpreso.
"Non ti credevo così brava."
"Non sai niente di me."
"Allora fatti scoprire."
"Ce ne vorrà di tempo, sempre se voglio farti vedere la vera Eva." Ribatto io e non aggiunge altro.La giornata scorre tranquillamente senza intoppi, qualche chiacchiera con Camilla e Marta, poi torno a casa a piedi.
Salgo e vedo mia madre in lacrime sul divano.
"Mamma, che è successo?" Chiedo allarmata.
"Amore, t-tuo padre è... è venuto a mancare." Dice tra i singhiozzi. Rimango sbigottita. Cosa?!
"No aspetta, cosa? Come?"
"Incidente d'auto, ieri sera, i funerali si terranno domani."
"Io non ci vengo." Dico ferma e più seria che mai.
"Eva, è pur sempre tuo padre."
"Si è mai comportato come tale?"
"Non mi interessa, tu vieni con me." Dice cercando di ricomporsi e asciugandosi le lacrime.
"Te lo scordi!" Urlo.
Me ne vado in camera e sbatto la porta.Ancora non so come prendere questa notizia.
Sono sconvolta? Certo che sì.
Mi dispiace per lui? No.
Posso sembrare insensibile, ma non ho mai avuto una figura paterna nella mia vita, in realtà sì, ma questa figura è stata mia madre, si è comportata da madre e da padre, sempre.
Lui cos'ha fatto per me oltre a darmi soldi? Nulla. È stato più che assente nella mia infanzia e adolescenza.Non gli è fregato nulla del mio trasferimento, non ha voluto darci un centesimo dopo la separazione, lasciandoci nella merda fino al collo.
Il Karma l'ha punito dopo aver rovinato l'infanzia di chissà quante bambine. Sì, mio padre era un pedofilo.
Non mi scorderò mai quel pomeriggio.Avevo quindi anni.
Lo stavo cercando per tutta la casa, aprii una delle camere degli ospiti ed era lì, mentre faceva le sue schifezze su di una bambina.
Ricordo ancora il suo tenero sguardo pieno di lacrime, aveva gli occhi che supplicavano aiuto, avrei voluto urlare, fare qualcosa per aiutarla, scollarlo via dal suo gracile corpo.
Era legata e imbavagliata al letto, mentre quella merda stava registrando tutto. Lui aveva una maschera e quando mi vide si alzò, mi cacció e chiuse la porta a chiave, come se nulla fosse successo.
Io rimasi pietrificata, se ci ripenso ho ancora i brividi.La stessa sera entrò in camera mia, mi si avvicinó e disse "Dillo a qualcuno e farai la stessa fine di quella bambina."
Inutile dire che non chiusi occhio quella notte e anche quelle successive.Ma un giorno, dopo anni, presi coraggio e lo dissi a mia madre che preparò immediatamente le carte del divorzio.
Lei non si era accorta di nulla, questa storia andava avanti da tanto, tanto tempo.
Ma nonostante tutto, lei l'ha sempre amato.Ho avuto paura di rimanere in casa quando mia madre venne a vivere qui a Salerno.
La notte mi chiudevo a chiave, ma dormivo sempre vigile, oppure trascorrevo la notte da Mirko, l'unico a sapere tutta la vicenda.
Sono stati mesi di inferno e paura, ma non l'abbiamo mai denunciato.
Non so il motivo, non ne abbiamo mai parlato.Ecco perché non me la sento di presentarmi al suo funerale. Magari sbaglio a pensarla in questo modo, ma la rabbia nei suoi confronti è ancora troppo forte.
Il mio cellulare si illumina, ecco.
Messaggi di amici e conoscenti che fanno le condoglianze, se solo loro sapessero.
Al diavolo, non risponderò a nessuno.Ma poi arriva lui, sa sempre come farmi sentire meglio.
Mirko💓
Tesoro, ho appena saputo, come l'hai presa?Ehi! Sto bene, davvero, non mi importa. Non verrò al funerale.
Mirko 💓
Ti capisco, è un ragionamento sensato. Come va lì la vita? Mi manchi da far schifo❤️Avrei proprio bisogno di te ora, mi servono i tuoi abbracci ❤️
Mirko 💓
Ti prometto che al ponte del primo Novembre scendo giù e ti abbraccio❤️Sei fantastico. Ti voglio un bene dell'anima.
Spengo il cellulare e per oggi anche la mia testa.
"Amore, tra mezz'ora devo stare in stazione, il treno parte alle 6:15, non ci hai ripensato?" Dice mia madre l'indomani mattina, scuoto la testa.
"Ti accompagno in stazione? Prendiamo un taxi insieme."
"No amore, Luca ha insistito per accompagnarmi. Rimarrò a dormire nella nostra vecchia casa, mi sono messa d'accordo con Giorgio. Rimarrò lì qualche giorno, così sbrigo tutte le carte."
Il nostro maggiordomo fidato, era uno spasso quel tizio, giocava sempre con me quando ero piccola, mi faceva morir dal ridere. Fino a qualche tempo fa, tormentavamo la governante insieme, le facevamo dei piccoli scherzi ed era troppo divertente quando diventava rossa per la rabbia, poi scappavamo in giardino e ci nascondevamo, ci inseguiva con la sua scopa.
"Va bene, fai attenzione e chiama appena arrivi. Ti voglio bene." Le dico stringendola.Oggi non vado a scuola, proprio non mi va.
Passo la mattina portandomi avanti con i compiti di scuola e poi un po' di serie tv.Alle 14 suonano alla porta, vado ad aprire e trovo Luca con un sorriso a trentadue denti con due pizze in mano ed una busta.
"Che ci fai qua?" Chiedo confusa.
"Ho pensato che un po' di pizza, birra,crocchette e patatine ti avrebbero migliorato la giornata. Hai fame?"
"Un po' sì, entra."Avevo perso totalmente la cognizione del tempo, è già ora di pranzo.
"Come fai a sapere che la margherita con le olive è la mia pizza preferita?" Chiedo contenta come una bambina battendo le mani.
"Me l'ha detto tua madre. Tanto sofisticata ma hai gusti semplici vedo."
"Grazie." Dico rivolgendogli un sorriso sincero.
"Un giorno che rimarrà nella storia, tu che mi ringrazi!" Dice ridendo.
"Perché devi fare sempre lo scemo?"
"Almeno ti ho fatto sorridere. Mangiamo prima che si raffreddi."Non mi sarei mai aspettata un gesto del genere, non nascondo che mi ha fatto piacere e stranamente mi ha davvero migliorato la giornata.
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Dimmi di noi.||Capoplaza
FanfictionDue ragazzi provenienti da realtà diverse. Eva, figlia di un ricco imprenditore Milanese è costretta a trasferirsi a Salerno, città natale della madre. Ed è proprio qui che incontrerà un ragazzo, Luca, che è più incasinato di quanto crede.