20.

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"Mamma!" Vado ad abbracciarla, è appena tornata da Milano, avrà sicuramente tante novità.

"Amore, come stai? Che hai combinato in questi giorni?" Domanda scherzosamente guardandosi attorno in modo sospetto.
"Nulla, la solita vita monotona. A te invece? Com'è andata?" In fondo è la verità, omettendo diversi particolari sconvenienti, come aver dormito con Luca e Gionata (anche se mia madre lo conosce da anni e si fida di lui), essermi ubriacata a schifo, aver avuto crisi d'identità, essermi baciata con Luca un paio d'ore fa in cucina.
Omettendo questi particolari il resto è stato tutto monotono, no?

"Al funerale di tuo padre c'erano tutti, anche i tuoi amici, mancavi solo tu ed erano tutti sorpresi che non ci fossi, ho detto che avevi la febbre altissima, mi devi un favore." Mi sentenzia lei.
"Grazie. E dimmi, Giorgio come sta? La nostra casa?"
"Giorgio era sconvolto, era affezionato a tuo padre. La casa è meravigliosa come sempre, non è cambiato quasi nulla. Ho delle novità importantissime, Eva." Dice infine, respirando pesantemente, prendendomi la mano.
"Mamma dimmi, è grave? Che è successo?" Inizio a preoccuparmi.
"No Eva, è una cosa bellissima, ma servirà un mese, massimo due, probabilmente per Natale ci siamo. Tuo padre, quando eri piccola, scrisse un testamento. Non lo cambiò nemmeno dopo il divorzio, probabilmente non ci aveva pensato. Erediteremo tutto, l'azienda di telecomunicazioni internazionali, le altre piccole aziende che gestiva, la casa, tutto il patrimonio, potremmo tornare a Milano già a Gennaio! E' fantastico, no?" Dice saltando di gioia.

Ma posso vivere un giorno tranquilla?

"No mamma, io voglio finire la scuola qui, ormai ho iniziato l'anno, l'università la farò lì, non finirò le superiori a Milano." Dico fermamente scuotendo la testa.
"Amore, ti riaccetteranno alla scuola privata, il diploma lì vale più di questo liceo, fallo per il tuo futuro. Poi pensaci, potremmo tornare nella nostra vecchia casa, con i tuoi amici, so che ti manca tanto la vecchia vita, così come manca a me."
"Io sarei potuta rimanere lì, se avessi voluto. Ma sono scesa qui per te. Ho cambiato vita per te, ho lasciato tutti i miei affetti a Milano per stare qui con te. Non puoi chiedermi di tornare lì come se nulla fosse, a frequentare la mia vecchia scuola, i miei vecchi amici, a tornare alla mia vecchia vita. No. Finirò l'anno qui, non mi interessa cosa tu voglia fare."
"Eva, pensaci su. So che è difficile, ma lo supererai e ce ne saranno altri, hai quasi 19 anni, sei giovane." Dice infine, con un tono e uno sguardo comprensivo, ma non capisco dove vuole arrivare.
"A cosa ti riferisci?"
"Tra te e Luca c'è qualcosa, me ne sono accorta, mi è venuto a prendere alla stazione e mi ha chiesto il tuo numero. Quando sono partita per Milano, mi ha chiesto quale fosse la tua pizza preferita per tirarti su il morale. Non è cosa da tutti, poi vedo come ti guarda e come lo guardi. E' doloroso da dire, siete giovani entrambi e, farà male, ma dopo qualche mese lo dimenticherai e lui farà lo stesso. Poi..." La interrompo.
"Tu non sai niente, torna nella nostra casa di Milano, non ti voglio qui. Io rimarrò qui, tu fai quello che ti pare." Dico fredda, senza scompormi, anche se mi iniziano a pizzicare gli occhi.

So che quello che ha detto mia madre è vero, anzi, fin troppo.
Se dovessi andare via, Luca probabilmente nel giro di un paio di giorni si sarà scordato della mia esistenza.
Ma a me credo servano più di un paio di mesi, perchè nessun ragazzo mi è mai entrato in testa e fin sotto la pelle in questo modo.
Sarà che l'ho conosciuto in una fase di cambiamento della mia vita, dove nulla era al proprio posto, ma quando mai lo è stato?

Vado furiosa in camera mia, non voglio pensarci.
Sì è fantastico l'eredità e tutto, poter tornare tranquillamente a Milano, ma non a Gennaio, voglio godermi questi 9 mesi qui, fino in fondo.

E' una realtà diversa da quella a cui ero abituata, ma non mi dispiace.

I problemi dei miei amici a Milano erano "i miei non mi danno abbastanza soldi per lo shopping", "oh, ma non posso andare struccata in palestra", "i miei non mi vogliono compare una Ferrari e mi hanno preso un BMW" e altre cazzate simili.

Qui no, qui la gente ha problemi ben più seri ma non se ne lamenta ogni secondo, si rimbocca le maniche e lavora, ogni genere di lavoro.
Da quelli a regola di contratto, a nero fino a quelli illegali.
Ho imparato ad apprezzare le persone qui, sono molto più vere, anche se hanno poco, lo condividono con te, sono pronti ad aiutarti.
Ovviamente ci sono le eccezioni, ma non voglio parlare di questo ora.

A scuotermi dai miei pensieri è il messaggio di un numero che non ho in rubrica.

Scommetto che sei bellissima anche da arrabbiata.

Sono sicura che sia Luca, ricordo le parole di mia madre, lui le aveva chiesto il mio numero.

Come fai a sapere che sono arrabbiata?

Gli rispondo poco dopo aver salvato il suo numero.

Luca D'Orso
Baby, i muri sono fatti di cartapesta qui, dovresti saperlo.Pur non volendo ho sentito tutto. Vuoi compagnia?

Solo se hai l'erba, io porto le patatine e la cioccolata.

Luca D'Orso
Ci vediamo giù tra 10 minuti, ti porto all'Hotel.

Lo visualizzo, metto una tua grigia, le Fila bianche, prendo le schifezze, mentre faccio per andare via, mia madre mi ferma il polso e ki chiede preoccupata "Eva, dove vai? E' quasi ora di cena. Quel ragazzo non ti porterà nulla di buono, non... non è affidabile."
Il suo sguardo mi fa sospettare che lei sappia qualcosa di cui io sono all'oscuro, ma al momento non mi va di ascoltarla, la ignoro ed esco di casa.

Dimmi di noi.||CapoplazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora