11.

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"Mamma, dimmi che sta notte non lavori, voglio stare con te." Dico entrando in casa e vedendola preparare la cena frettolosamente.
"Sì amore, purtroppo devo." Mi rivolge un sorriso triste.
"Ma quando dormi tu? Perché non ti cerchi un lavoro più normale? Mi manca stare in tua compagnia."
"Amore, non ho tempo di cercarmi un lavoro normale."
"Allora non andare più a lavorare la mattina, oppure il pomeriggio, così ti trovi un lavoro decente, ti ricordo che ho i soldi nella carta."
"Non lo so, quei soldi abbiamo detto che sono per le emergenze, l'anno prossimo non vuoi tornare a Milano per l'università? Conservali, non dire addio ai tuoi sogni."

Da una parte ha ragione, se riuscissi a superare i test di medicina per Milano e a prendere la borsa di studio ci tornerei, ma non mi sembra giusto che lei si debba spezzare la schiena per me.

"Amore, ci vediamo domani." Mi dà un bacio in fronte ed esce.

Sbuffo e vado a mettermi il pigiama.
Mi stravacco sul letto e vago alla ricerca di qualcosa su Netflix, ma il campanello inizia a suonare incessantemente, sembra si sia inceppato.

"Arrivo!" Urlo mentre mi alzo svogliatamente e mi incammino alla porta, la apro e sono Luca e sua madre, li guardo confusa.
"Eva possiamo stare qui?" Chiede Gloria tremante con gli occhi rossi dal pianto, Luca è dietro di lei con la testa china.
"Sì, non c'è bisogno di chiedere, entrate."
"Grazie. Non c'è tua madre?"
"No, è andata al lavoro, ma se vuoi parlare con qualcuno, sarò lieta di sostituirla." Rispondo sorridendole e l'abbraccio. Questa volta mi sembra più scossa degli altri giorni.

"Questa volta, lui... lui ha preso un coltello e ci ha minacciati... L-luca l'ha fermato, ma presto si sarebbe rialzato e chissà cosa avrebbe fatto." Le trema la voce, io le prendo la mano incredula per quello che mi ha raccontato, poi mi volto verso il ragazzo, che è seduto sul divano con la testa bassa sul suo cellulare.

"Gloria, dovete denunciarlo, è troppo pericoloso, altrimenti sarò costretta a farlo io e non mi fermerete. Non può continuare così."
Dico fermamente, lei scoppia a piangere e annuisce, poi mi abbraccia.
"Non ho il coraggio di denunciarlo." Confessa sottovoce al mio orecchio, so già che dovrò farlo io stessa.

Gloria è andata a dormire nella camera di mamma, io intanto vado ad accendermi una sigaretta sul balcone e Luca mi raggiunge poco dopo.

"Credo che dormirò sul divano, non voglio crearti troppo disturbo." Aspira guardando il cielo buio.
"Ma l'hai visto il divano che abbiamo? Perché non dormi con tua madre?" Chiedo confusa.
"Ha bisogno di sfogarsi e davanti a me non piange. Prima che venissi qui, io dormivo in camera tua, le nostre madri dormivano insieme. Di notte parlavano e si sentivano i singhiozzi di mia madre, lei non mi vuole affianco, quando succedono questi episodi."
"Ah, non sapevo, ti prendo delle coperte e un cuscino allora." Spengo la sigaretta ed entro.

Sistemo il divano nel modo più comodo possibile, ma con scarsi risultati.
È un divano dove ci entrano a stento due persone sedute, figurati una sdraiata.
"Buonanotte, grazie Eva."
"Buonanotte." Rispondo ed entro in camera, mi metto nel letto e cerco di addormentarmi.

Mi giro e mi rigiro ma nulla, impreco mentalmente e mi alzo per andare a fumare un'altra sigaretta.

"Non riesci a dormire?" Mi chiede Luca, che è sul balcone e sta finendo la sua canna. Scuoto la testa e accendo la sigaretta.
Rimaniamo in silenzio tutto il tempo, a guardare un punto indefinito nel cielo, con la luce dei pochi lampioni e quella debole della luna che ci illumina i volti.

"Lù, vieni a dormire nel mio letto."
"Bambolina cosa stai cercando di dirmi?" Si avvicina con un sorriso malizioso, sfregandosi le mani.
"Smettila di fare lo stupido, ma toccami e quelle mani te le spezzo."
"Ah, va bene." Dice fingendo un broncio e scoppiamo a ridere entrambi.

"Invadi la mia zona di letto e puoi ritenerti un uomo morto." Sibilo a denti stretti.
"Aggressiva a letto la ragazza." Ridacchia.
"Potrei cambiare idea e rimandarti sul divano."
"No, padrona no, abbi pietà di me." Si inginocchia davanti a me e unisce le mani in segno di preghiera, scoppio a ridere e mi metto a letto.
"Smettila di fare il coglione e dormi."
"Buonanotte bambolina." Dice e io sbuffo sorridendo.

La sveglia delle 6:30 suona, ma non riesco ad alzarmi, praticamente sta dormendo sopra di me, la sua faccia è attaccata alla mia, ho il suo braccio e la spalla che mi fermano il petto, le sue gambe sulle mie e mi trovo al bordo del letto. Ma come diavolo dorme? Perché non mi so accorta di nulla poi?

"Luca cazzo svegliati!" Gli pizzico il fianco con il braccio che riesco a stento a muovere e si limita a mugugnare qualcosa che non riesco a capire, ma non si sposta di un centimetro.
Allora glielo tiro più forte.
"Ahi!" Dice aprendo di poco gli occhi ma continua a non muoversi.
"Sei non ti alzi ti tiro un pugno!"
"Mi piace stare così." Dice con la voce impastata dal sonno e si avvicina ancora di più, stringendomi e sorridendo.

Mio Dio levatemelo di dosso.
"Dai cazzo, mi fai fare tardi." Mi lamento e a questo punto si sposta svogliatamente da sopra il mio corpo.
"Buongiorno principessa, non innervosirti altrimenti ti verranno le rughe." Dice aprendo gli occhi appena e sorridendomi.
Sbuffo e alzo gli occhi al cielo, mordendomi il labbro nel vano tentativo di nascondere un sorriso.

Prendo il mio tappetino e mi metto a fare una decina di minuti di yoga, sotto gli occhi attenti di Luca.
"Ma sono le 6:30, come te la fidi?" Ride.
"Cerco di avere uno stile di vita sano."
"Poi fumi e bevi, da quando è uno stile di vita sano?"
"Fatti i cazzi tuoi." Replico acida.
"Vieni in macchina con me oggi, ma ti metti davanti bambolina."

Dimmi di noi.||CapoplazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora