42.

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Luca's Pov.

Mi scambio un'occhiataccia con Gionata prima di salire in macchina, Eva era già dentro da qualche minuto, non credo abbia sentito nulla del nostro 'amichevole dibattito' o comunque non credo che sia così lucida da ricordarlo anche domani mattina quando si sveglierà.

Metto in moto la macchina e nessuno osa rompere il silenzio assordante che c'è nell'abitacolo dell'auto, finché non emette qualche gemito di dolore.
"Fermo devo vomitare." Mugugna e faccio immediatamente come mi ha detto, mi fermo spegnendo la macchina, apre lo sportello e vomita, come se fosse la cosa più naturale e meno schifosa del mondo.

"Hai un fazzoletto?" Mi chiede una volta che ha finito e richiude lo sportello.
"Tieni, ho anche un po' d'acqua, immaginavo ti sarebbe servita." Dico dolcemente passandole un pacchetto di fazzoletti e una bottiglietta d'acqua.

"Grazie per esserci quando ho bisogno di te. In realtà sto male per te però mi fai stare bene allo stesso tempo." Dice infine con gli occhi lucidi e tende la sua mano fino ad incontrare la mia e incrocia le sue sottili e lunghe dita affusolate alle mie.

"Se solo non avessi fatto quella stupida scommessa. Poi io vivrò qui e tu lì, ma so che non finirà così tra noi, io... io lo so. Ora non è tempo per noi, lo sarà, lo creeremo se sarà necessario, vero?" Mi domanda con quegli occhioni speranzosi come una bambina e in questo momento vorrei solo prenderle il viso tra le mani e baciarla, dirle che rimarrei con lei accanto tutto il tempo del mondo.

"Sei ubriaca e stai dicendo cose a caso." Mi limito a dire fingendo una risata ironica, sminuendo le sue parole e ritraendo la mano.
"Tu non mi credi! Ti verrò a prendere fino in capo al mondo! Non voglio nessun altro, voglio te! Cosa cazzo non capisci!" Mi urla contro dandomi qualche colpetto debole sul braccio.
"Torniamo a casa?" Chiedo per troncare questa conversazione, ma si limita a guardarmi in cagnesco e gira la testa dall'altro lato.

Giro nuovamente la chiave e questa volta raggiungiamo casa senza altre interruzioni.

Dopo aver parcheggiato, aspetto che scenda dalla macchina e ci avviamo insieme verso le nostre rispettive camere.

"Non dovrei chiedertelo. Dormi con me sta notte? Ho paura di non sentirmi tanto bene." Mi dice sempre col suo tono da bambina e non riesco a dirle di no.

Se non fosse così ubriaca le strapperei quello stupido vestito sexy che fascia perfettamente il suo corpo e le farei fare le capriole!
Ma sono costretto a controllare i miei impulsi e il mio caro amico lì sotto, sempre sull'attenti quando inizio a fantasticare sulle cose che potrei farle.

Eva's Pov.

Non sono così ubriaca come gli ho fatto credere, sono un po' più che brilla e voglio metterlo alla prova.
Non so che sto facendo precisamente, non sono perfettamente lucida e probabilmente domani mattina, ripensandoci, mi insulterò da sola per la mia stupidità.

Entro nel bagno fingendo di barcollare un po' e mi do una sistemata, poi torno in camera e mi spoglio davanti a lui rimanendo in intimo.

È seduto sul bordo del letto e strabuzza gli occhi, la sua espressione sorpresa e imbarazzata è impagabile, lo guardo dritto negli occhi mentre mi avvicino verso la sua direzione finché non mi metto seduta a cavalcioni su di lui.

"Cosa...cosa stai facendo?" Dice imbarazzato tra un colpo di tosse e l'altro.
"Secondo te?" Sussurro all'orecchio per provocarlo mentre lascio scorrere la mia mano sulla sua maglietta, il suo corpo sembra diventare una pietra tanto è rigido al mio tocco, compreso il suo amichetto che probabilmente non vede l'ora di uscire dalle sue mutande e decido di stuzzicarlo un po' muovendo il suo bacino contro il mio e lasciandogli morbidi baci sul collo.
"Eva no, sei ubriaca." Riesce a dire, ma la sue parole escono deboli dalla sua bocca.
"Ti voglio." Dico fiondandomi sulla sua bocca, baciandolo appassionatamente, cosa che lui inizialmente ricambia, ma poco dopo mi allontana poggiandomi le mani sulle spalle e mi guarda serio.

"Ne riparliamo domani."
"Ora vuoi farmi credere che non ti sei mai approfittato di una ragazza ubriaca?" Chiedo sbuffando.
"Con te è diverso."
"Perché?" Incalzo. Voglio sentirgli dire ciò che prova, perché tra noi non è finita, neanche un po'.
"Perché sei tu, non sei una delle tante. Ora ho sonno, vorrei dormire." Dice scostandomi da lui mentre si toglie maglietta e jeans, ed entra nel mio letto, coprendosi con le coperte e dandomi le spalle.

Ammetto di esserci rimasta un po' male, ma volevo arrivare fino a questo punto, vedere se non si sarebbe fatto scappare l'occasione di farmi sua un'altra volta.
Si è rivelato più maturo di quel che pensavo.

"Luca, spostati! Finisce sempre così quando dormiamo insieme." Mi lamento cercando di divincolarmi dalla sua presa.
Praticamente sono avvolta da una piovra che non sembra voler mollare la preda, non che mi dispiaccia ma questa volta devo necessariamente correre in bagno.
"Mh, altri cinque minuti." Si lamenta stringendo la presa su di me e mi va il cuore in gola, i suoi abbracci sono casa.
"Sto per farmi la pipì sotto! Lasciami." Urlo ridacchiando, lui emette un verso schifato e molla la presa.
"Ora però mi lasci libera." Sentenzio guardandolo male, mentre apre appena gli occhi e mi sorride assonnato intanto che si stiracchia.

Devo controllarmi e non poco dal saltargli addosso, mezzo nudo, nel mio letto appena sveglio è illegale!

Dimmi di noi.||CapoplazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora