7 - "Mi guardi"

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La prima lezione scivola via velocemente. Al termine, tutti gli studenti si spostano da un'aula all'altra a seconda del corso che stanno seguendo.

Aula 10. Entro e fortunatamente non è ancora molto piena. Così posso decidere liberamente dove sedermi.
Le prime due file sono completamente occupate e la maggior parte sono studentesse che credo si siano svegliate prima dell'alba per potersi agghindare in quel modo.

Ho sempre odiato essere in prima fila o nelle prime file. Non ho mai voluto mettermi in mostra e infatti cerco sempre di rimanere nell'anonimato. Odio anche le ultime file: troppo caos per poter seguire attentamente e prendere appunti, ci si distrae facilmente.

Opto per la solita quarta/quinta fila un po' laterale. Si, sono molto maniacale in cio' che faccio e lo sono sempre stata. È come se nella mia insicurezza cercassi di tenere sotto controllo le piccole cose anche più insignificanti per garantirmi quel briciolo di sicurezza in più.

L'aula nel giro di poco comincia a riempirsi. Io preparo il quaderno degli appunti e la mia penna. Finalmente arriva in classe.

Entra come sempre elegantemente. Oggi indossa un completo nero e una camicia bianca. I primi due bottoni sono slacciati e il colletto é lasciato un po' ampio. Oddio. Non avevo mai fatto caso a tutti i dettagli sul suo outfit prima di ora. Mi duole ammetterlo, ma forse sto davvero impazzendo.

Le altre studentesse dietro di me cominciano a commentare:
"No vabbè... oggi top il Professore"
"Mamma mia che figo da paura"
"Ma non notate che sia diverso oggi? Boh... sembra più bello!"
"Ma lui è sempre bello"
"Boh.. Oggi c'ha gli occhi che gli brillano!!!"
"Si ciao, ti abbiamo proprio persa, eh?"

Dopo aver scherzato un po' come al solito ad inizio lezione, il Professore si addentra nell'argomento e comincia a spiegare con la solita passione che lo contraddistingue.
Provo a ritrovare la concentrazione e a prendere nota di tutte le cose che dice.

Ogni tanto si perde in qualche digressione inutile per gli appunti e mi ritrovo a guardarlo. Il posto direi che è molto azzeccato e strategico: non credo riuscirà a vedermi.
Noto che lui è concentrato e allo stesso tempo i suoi occhi vispi stanno passando in rassegna uno ad uno gli studenti seduti difronte.

Quando fa una battuta, tutta l'aula scoppia in una fragorosa risata. Sorrido anch'io. Ma proprio in quel momento, complici anche forse i movimenti degli altri studenti davanti a me, i suoi occhi mi trovano.

Mi fissa per qualche istante o forse per una eternità. Non lo so. Io sentendomi come qualcuno che è stato trovato dopo essersi nascosto in un luogo introvabile quando gioca a nascondino, ho abbassato subito lo sguardo arrossendo violentemente.

La lezione è andata avanti. È un argomento molto interessante quello che sta trattando e sto cercando di essere precisa negli appunti. Ogni tanto alzavo gli occhi verso di lui e notavo che dopo aver guardato in un indefinito punto nella stanza il suo sguardo tornava nella mia direzione. Forse era quello il suo gioco.
E allora ho iniziato il mio. Ho cominciato a muovermi in modo impercettibile per nascondermi, per non farmi trovare da lui.

"Ragazzi, oggi non potrò fermarmi al termine della lezione con voi, ho un impegno improrogabile subito dopo. Mi dispiace. Per qualsiasi cosa, la mia email la conoscete a memoria."

Mentre sta adunando le sue cose, qualcuna dal fondo dell'aula urla: "Però il suo numero di cellulare ancora NO!!"

Anche il Professore ride divertito ma ha subito la risposta pronta "Avete ragione. Sono 10 cifre, provate tutte le combinazioni. Prima o poi mi chiamerete. Ma non so se vi risponderò."

Esce dall'aula. Io con tutta calma mi avvicino all'uscita e raggiungo la biblioteca dell'università. Ho un'altra lezione tra due ore ma non torno a casa. Preferisco passare il tempo qui e approfittarne per leggere qualcosa.

Tiro fuori il libro che il Professore mi ha prestato. Cominciano le mie ricerche.

CONTE. LOSE CONTROL.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora