14 - Perdi il controllo.

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Non lo stava dicendo sul serio, vero? Come poteva una ragazzina con la metà dei suoi anni addirittura mancargli?

"È da una settimana che non ci sentiamo. Sono finite anche le lezioni e non ho potuto incrociare il tuo sguardo neanche lì." La sua voce è bassa ora, come se stesse confessando al prete il suo più grande peccato.
Era lì fermo, in attesa di una risposta.

Ma perché mi sta dicendo questo? Cosa voleva sentirsi dire? Che anche lui mi era mancato? SI, certo che mi era mancato. Non avevo fatto altro che pensare a lui in questi ultimi sette giorni. Credo di aver consumato il pollice a furia di aggiornare la casella delle email per vedere se ce n'era una sua nuova. Ogni volta che pensavo al suo sorriso, ai suoi occhi, al suo sguardo di fuoco su di me, avevo una fitta al cuore.

Poteva tutto questo giustificare il fatto che sarebbe potuto succedere di nuovo? Si.
No. NO. NO. Non doveva succedere più. Insomma, non sapevo niente di lui.

"Parlami Veronica. Per favore. Non restare lì sola con i tuoi pensieri"

"Professore glielo ripeto. Non. Possiamo. Non so neanche se lei abbia una fidanzata o no."

"Ah è questo il problema? Lo risolviamo subito. No, non sono fidanzato. Non sento e vedo la mia ex da 2 mesi ormai. Abbiamo troncato ogni tipo di rapporto. Hai altri dubbi da sciogliere?"

È comunque un sollievo sapere che non abbia alcun tipo di relazione.

Resto impalata ancora seduta sul divano. Lui invece é in piedi elegante come sempre con i pantaloni blu scuro e la camicia bianca. I suoi capelli e i suoi ciuffetti sulle tempie gli danno sempre quell'aria sbarazzina.

Il lungo silenzio tra noi viene interrotto dalla sua voce roca:
"Non morderti il labbro"

Ero così sovrappensiero da non essermi accorta che lo stavo facendo. Serro le labbra interrompendo subito quel gesto. La sua voce profonda e sexy è sublime, eccitante. Guardo ovunque nella stanza e per un istante anche lui. Ha gli occhi socchiusi e la mascella contratta.

Il mio imbarazzo è alle stelle.

"Non. Morderti. Il labbro. Ho detto."

Oddio, l'avevo rifatto? Credo di non aver più consapevolezza di nulla neanche di come stia respirando. Quest'uomo mi manda in totale confusione. Mi sta mancando l'ossigeno. Non si può. Non possiamo.
E non posso restare lì un minuto di più.

"Non possiamo Professore." Dico prendendo coraggio e alzandomi da quel divano. Sto per recuperare le mie cose e andarmene quando lui replica:

"Chi lo dice che non possiamo? La tua emotività o la tua razionalità?"

Sono pietrificata perché quelle parole mi hanno sconvolto. Sono settimane che sono combattuta e che mi logoro con questa contrapposizione. La risposta alla sua domanda la sa anche lui. La risposta é semplice. Sono io che non voglio darmela. Non voglio ammetterlo.

"Per favore. Parlami Veronica. Metti da parte i mille ragionamenti e i tuoi complessi."

Sono impalata. Con lo sguardo fisso a terra. Non riuscirei a reggere il suo o gli salterei addosso. Mi legge quasi nel pensiero:

"Fai parlare le tue emozioni. Solo quelle. PERDI IL CONTROLLO."

Ho il respiro corto. Ma che potere ha quest'uomo? Quando sfoggia tutte le sue armi di seduzione contemporaneamente è la fine.

E così vuole che io perda il controllo. Come sempre: lui provoca e io devo cedere. Basta con questo gioco. Ora vedremo chi lo perderà per primo.

Sono ancora in piedi, vicino alla porta a diversi passi da lui. Ha le mani in tasca, lo sguardo duro ma sexy da morire.
Allora Professore, vediamo chi cederà per primo.

Cerco di concentrarmi per compattare ogni briciolo di sicurezza rimasta in me. Devo dire poca roba, ma voglio provocarlo a tutti i costi.

Risalgo lentamente con lo sguardo fino ad intercettare il suo. Poi, senza staccare gli occhi dai suoi, comincio a mordermi il labbro dolcemente.

"Che cosa cazzo stai facendo?"
Sento la sua voce roca, è fuori controllo. Serra maggiormente la mascella e deglutisce.

I miei occhi si spostano ora lentamente sulla sua bocca e a quel punto premo maggiormente i denti sul mio labbro inferiore e succhio piano, quasi socchiudendo gli occhi.

"Oh, questo è troppo" dice mentre fa dei grandi passi verso di me.

Prende brutalmente il mio mento e mi bacia con veemenza. Mi spinge contro la porta che è alle mie spalle e mi schiaccia con il suo corpo. Il suo è un bacio rude e liberatorio e io mi perdo nella sua bocca.

CONTE. LOSE CONTROL.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora