48 - Il quarto d'ora accademico.

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Hai bisogno di calmarti, piccola, non sto scherzando.
Dovrò proprio darti un po' di lezioni.
Nel tuo profondo, dolcezza, ne hai bisogno,
Ti darò il mio amore.

Apro gli occhi abbracciata al cuscino, allungo la mano ma lui non c'è. Sono rimasta qualche giorno in più a casa sua per stargli vicino, fino a quando non si sarebbe ripreso. Da ieri la sua caviglia è sgonfia e ha ripreso a camminare senza zoppicare.

Oggi tornerò a casa mia anche per poter riprendere lo studio visto che sono molto indietro e la sessione d'esame è sempre dietro l'angolo.

Allungo lo sguardo e lo vedo in fondo alla camera da letto a piedi nudi mentre si sta vestendo. È completamente assorto nei suoi movimenti.
Ha la camicia bianca ancora tutta sbottonata, si sta infilando i pantaloni grigi dell'abito che indosserà oggi.
Prima di poter chiudere la zip dei suoi pantaloni e stringere la cintura, la sua mano si posa per qualche istante davanti ai suoi slip per aggiustarsi.

Sbarro gli occhi.
Sprigiona Eros.

Mi sorprende a fissarlo e lo seguo con lo sguardo mentre si avvicina al letto. Sento bruciarmi dentro.

"Buongiorno dormigliona."

"Sei già vestito?!"

Mi da un bacio sulla tempia ma prontamente prendo il suo volto tra le mie mani e lo bacio, lo attiro verso di me, lo voglio. L'odore fresco di dopobarba mi pervade le narici.
La sua bocca sa di caffè.

"Hai già fatto colazione?"

"Ho già fatto tutto. Tra poco vado via."

"Oh non credo."

Gli prendo i lembi della camicia e lo costringo a mantenere l'equilibrio sul letto. Gli accarezzo i capelli e gli sfioro le orecchie. La sua pelle é morbida sotto le mie dita. Sento il suo respiro diventare irregolare. Poi comincia a far scivolare la sua mano lentamente sul lenzuolo lungo il mio corpo. È così che mi sono addormentata ieri, senza nulla addosso. I suoi boxer non li sopporto.

Quando mi tocca è sopreso. Sente inumidirsi la stoffa del lenzuolo che è l'unica cosa che mi copre in questo momento.
Ripete quel gesto lento, questa volta toccando il mio corpo, la mia pelle. La sua mano calda scivola lentamente lungo i miei seni e il mio addome e si ferma lì.

"Cazzo Veronica, quanto sei eccitata."

Continua con le sue abili dita questa dolce tortura. Io comincio a dimenarmi sul suo letto rispondendo a quel movimento. Nel silenzio della stanza, solo la sua voce profonda:

"Ferma. Non muoverti."

Smette anche lui muovere la sua mano ma resta ancora lì.

"Apri la bocca."

"Come?"

"Apri la bocca ho detto."

Faccio come dice e vedo che avvicina le sue dita alla mia bocca. Le accolgo e sento il mio sapore. Socchiude gli occhi e il suo sguardo diventa ardente.

"Ancora?"

Annuisco mentre sta ancora torturando dolcemente il mio labbro inferiore accarezzandolo. La salivazione è azzerata.

Ripete quel gesto piano affondando le sue dita e facendole impregnare. Le avvicina poi alle mie labbra e in modo più deciso affondo la mia bocca sul suo indice e medio. Lentamente le faccio scivolare fuori mentre la lingua riassapora la mia eccitazione.

Il suo respiro è mozzato. Ha la voce sempre più roca e sospirata.

"Ancora?"

Annuisco. Questa volta le sue dita indugiano qualche secondo in più. Mi sto contorcendo sempre di più e prontamente mi blocca i fianchi con l'altra mano. Le accolgo ancora una volta nella mia bocca e succhio forte mentre lo guardo negli occhi. Ha uno sguardo di fuoco.
Si avvicina e mi bacia, mordendomi le labbra e sentendo il mio sapore.

"Cazzo Veronica non puoi fare così ora. Sono in ritardo, devo andare in facoltà."

"Prof. sbaglio o ci sarebbe il quarto d'ora accademico?"

Fa un ghigno. Si sbottona frettolosamente la cintura e apre la zip dei suoi pantaloni. Scopro la sua vistosa erezione e la libero dai suoi boxer.

"Oh piccola, non c'è tempo."

Non li toglie neanche. Mi mette a carponi, poi affonda dentro di me in modo deciso.

Ti darò ogni singola goccia del mio amore.

Mi lascio sopraffare dalla sua forza e dalle sue spinte. Inarco la schiena e reclino la testa fino ad incontrare la sua bocca. I nostri gemiti riecheggiano forti nella stanza.

"Mi piaci troppo Veronica."

Tutte le volte, piccola, che ho bramato di desiderio.

Capisco già quelle parole e si ferma per calmarsi momentamentente.
Accarezza il mio corpo facendolo suo, mordendo le spalle e più su fino al collo.

"Sei mia."

Si mette seduto sul letto e io su di lui dandogli le spalle. E ricomincia così la nostra danza erotica.

Agitati per me, ragazza, voglio essere il tuo amante.

Mi sfiora il collo, poi fa scorrere la mano lentamente lungo la mia schiena fino ai miei fianchi che afferra con una presa sicura.

Le sue dita che affondano sul mio corpo e stringono i lembi della mia pelle.
Aumento la velocità del movimento su di lui e il suo respiro si fa sempre più irregolare.

Sento che impazzisce quando repentinamente cambio le regole e lo accolgo nella mia bocca. Sento i nostri sapori sulla mia lingua che sapientemente lo accarezza.

Affondo con decisione sul suo membro e i miei capelli vengono raccolti nelle sue mani. Accompagna in questo modo il mio movimento fino al raggiungimento del culmine. È puro godimento sentirlo gemere così.
Sul mio corpo si spargono ovunque i segni del suo incontrollato orgasmo.

È ancora sopraffatto mentre sul volto aleggia tutta la sua bellezza: i suoi occhi sorridenti, le sue fossette e le sue labbra morbide.

Datti una calmata, piccola.

Gli sorrido.
"Buongiorno Prof.!"

Vuoi tutto il mio amore?
[Whole Lotta Love - Led Zeppelin]

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