10 - Non faccio altro che pensare a quel bacio.

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PERÒ NON FACCIO ALTRO CHE PENSARE A QUEL BACIO.

Lo dice con voce ferma, carica di erotismo. Non posso credere che stia succedendo veramente.
La sua presa forte sul mio polso ancora a mezz'aria diventa più docile quando comincia ad accarezzarmi con il suo indice il dorso della mano.

Continuava a fissare ardentemente i suoi profondi occhi scuri nei miei. Non so come io stia ancora reggendo quello sguardo. Lui prende il mio viso tra le sue mani e in modo dolcissimo mi stampa un bacio sulla bocca che dura una eternità. Mi sciolgo in un brodo di giuggiole.

Poi fa un gesto che mi confonde. Si stacca molto lentamente da me e fa un passo indietro. Non c'è alcun contratto tra noi in quel momento. A quel punto capisco: vuole vedere la mia reazione. Vuole capire se il suo bacio è corrisposto. Se anch'io ho voglia di baciarlo.

Non ci penso due volte. Questa volta prendo io il suo volto tra le mie mani e ricambio quel dolce bacio che mi aveva appena dato.

Lui non aspettava altro.
Si affretta ad abbassare la zip del mio parka. Me lo sfila brutalmente e lo lancia sul divano dietro di me. Stringe le sue mani intorno alla mia vita facendo scorrere lentamente le dita su e giù lungo i fianchi.

Ha un sapore buonissimo la sua bocca. Forse ha appena bevuto un caffè.

Le mie mani ora giocano con i suoi capelli e premo con più forza la sua bocca sulla mia. Il suo respiro si fa corto. Il mio è irregolare da quando ho messo piede in questo studio e volevo andare via, scappare. Invece no, lui mi sta tenendo stretta a sé e non accenna a staccarsi.

Mette una mano dietro la mia nuca e una sulla schiena e mi fa lentamente indietreggiare. Mi fermo quando impatto piano contro il muro di una colonna. Mi ha praticamente imprigionata.

Ci stacchiamo per qualche secondo. Siamo uno negli occhi dall'altra. I nostri sguardi parlano, sono pieni di desiderio.
Ricomincia a baciarmi in modo più passionale, schiacciandomi contro la colonna e tale da sentire la sua erezione sulla mia gamba.
Ho un sussulto e provo a soffocare un gemito nella gola.

Prendo i lembi della camicia e lo attiro a me. Lui comincia a giocare con il mio labbro inferiore mordendolo delicatamente. Sposta le sue mani lentamente sul mio collo e sto praticamente per gemere...

...quando la suoneria del suo cellulare irrompe in quella stanza spezzando il nostro incantesimo.

*****

Dannazione! Non ho un momento libero. Avrei dovuto spegnerlo quel maledetto cellulare.

Guardo Veronica. È praticamente sconvolta e sta letteralmente tremando. Anche lei, però, mi sta provocando uno tsunami di emozioni non indifferente.

Il telefono sta continuando a squillare, forse è una chiamata importante.

Mi avvicino alla scrivania senza staccarle gli occhi di dosso. Dio, quanto è bella. Lei abbassa lo sguardo rompendo il nostro contatto visivo.

Rispondo. Dall'altra parte del telefono un mio assistente mi comunica gli ultimi aggiornamenti. Lo sapevo! Non erano così urgenti. Sono più o meno sempre le stesse cose, avrebbe potuto chiamarmi più tardi.
Complice anche l'inutilità delle informazioni, la mia attenzione è rapita da Veronica.

È rimasta li. Non si è mossa di un centimetro. È visibilmente imbarazzata, scossa, forse anche eccitata. Continua a guardare ovunque nella stanza, tranne la zona in cui ci sono io a parlare al telefono. Si sta toccando le mani cercando di nascondere la sua agitazione. Poi, forse involontariamente sposta una ciocca dei suoi capelli dietro l'orecchio. Ripete quel gesto all'infinito, lentamente fino a che non lascia completamente nudo e ben visibile il suo collo. Potrei morirci su quel collo.

"Pronto, pronto Giuseppe? Mi senti?"

"Si, si prosegui pure" dico falsamente. Potrò sempre recuperare la conversazione: il mio IPhone la sta registrando in automatico.

Oddio, sono incantato, imbambolato.
Oh piccola, cosa darei per sapere a cosa stai pensando in questo momento.
Ad un tratto fa un gesto che mi manda fuori di testa. Stringe tra i suoi denti il labbro inferiore e comincia piano a succhiarlo.

Mi ero appena calmato un po' ma vederla da lontano così inconsciamente provocante, senza poterla toccare, mi sta creando ancora più eccitazione.
Andiamo Giusè, datti un contegno.

Provo a distrarmi e a concentrarmi sulla chiamata.

CONTE. LOSE CONTROL.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora