28 - Electrify my life.

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Mi bacia dolcemente prendendomi il volto tra le mani e attirandomi a se. Lo seguo attaccata alle sue labbra mentre indietreggia verso non so dove. Mi ritrovo vicino ad una scrivania e mi fa sedere su di essa. Poi divarica le mie gambe in modo che possa sentire il suo corpo.

Intorno a me ci sono libri, dossier e carte in generale. Decide di spazzarli via tutti con una mano e tutti i fogli cadono a terra. Mi guarda con i suoi occhi di fuoco mentre mi fa sedere più comodamente.

"Ti desidero Veronica, non sai quanto."

"Oh, anch'io"

Continua a mordermi il collo mentre mi sfila i jeans e mi toglie la maglietta . Io comincio a sbottonargli la camicia per poi passare ai suoi pantaloni.

"Toccami, Veronica"

Sento la sua voce roca e geme quando comincio a compiere lenti movimenti sulla sua erezione.

Mi sfila via gli slip e resto solo con il reggiseno su quella scrivania, ansimante.

Lui ha solo fatto scivolare giù i pantaloni e i boxer senza sfilarseli del tutto. È in piedi davanti a me come un Adone con la camicia ancora addosso  completamente sbottonata.

Con un gesto deciso entra dentro di me e cominciamo a gemere insieme. Le sue spinte sono molto decise e mi stanno quasi facendo male, non so se per la sua forza o le sue dimensioni.

Lui non accenna a calmarsi, mi penetra sempre più velocemente e io mi inarco sempre di più per il piacere.

"Scusa piccola, non durerà molto." Dice a bassa voce tra un respiro e l'altro.

"Prendilo tra le tue mani." Lo sento gemere pesantemente quando con movimenti decisi e stringendolo, lo porto al culmine del suo piacere.

Lui fa lo stesso con me ed esplodo dopo poco.

Fa naso contro naso e poi dice "È ora di cena, mangiamo qualcosa insieme?"

*****

"Ho il frigo vuoto. In realtà prima di tornare a casa avrei preso qualcosa d'asporto. Ti va una pizza? La facciamo consegnare a domicilio."

"Si può dire di no alla pizza?"

"Hai ragione" dice ridendo. "Come la preferisci?"

"Mmm, va bene la Margherita. "

"Quanto sei scontata!"

"Allora chiedi se hanno la pizza all'ananas" dico ridendo.

Mentre compone il numero vedo il suo sorriso. É il più bello del mondo. Sembra un ragazzino.

"Buonasera, vorrei ordinare due pizze... si, una quattro stagioni e una all'ananas."

Non l'ha detto davvero?!?!? Mi guarda ridendo e fa l'occhiolino.

"Non ha capito??? Mi scusi mi ripeto: una Quattro stagioni e una Margherita."

Lo adoro quando è così scherzoso.

"Ti piace la birra?" dice dopo aver concluso la chiamata.

"Si, ho dei gusti un po' specifici... quindi direi di sì."

"Allora vediamo...." dice aprendo il frigo "ho una lager, una rossa e una artigianale".

"Vada per la rossa, la mia preferita."

"Come sta andando lo studio? Quale esame stai preparando?" dice sedendosi accanto a me sul divano e avvolgendomi con il suo braccio intorno alla spalla.

Merda. Non apro un libro da prima di Natale. Sto seguendo solo le lezioni senza stare al passo con gli appunti che prendo. Sono imbarazzata, forse più di prima quando nel suo studio sulla sua scrivania.

"Veronica, non dirmi che non stai studiando per niente."

"Ehm... c'è qualcosa che mi distrae in questo periodo Professore. Può giustificarmi?"

Vedo che sorride e mi bacia sulla tempia.

"Credo che il tuo motivo sia più che valido.
Però lo sai, penso tu abbia un buon metodo di studio per avere quei risultati. E va bene così, non abbandonarlo. La specialistica non è una passeggiata."

"Va bene, Prof." dico poggiando la testa sulla sua spalla e accarezzandogli il petto.

Dopo circa mezz'ora arriva ci consegnano le pizze. Ho una gran fame.

"Puoi smetterla di fissarmi? Non mi sento a mio agio".

"È perché? Sei bellissima anche mentre mangi. Non dimenticherò mai quando sei svenuta tra le mie braccia. E vacci piano con quella birra, l'hai già quasi finita tutta e sei neanche a metà pizza."

"È buona. Non mi ubriaco, stai tranquillo. Chi ha alzato il gomito mi sa che oggi è stato qualcun altro". dico sarcastica.

"Non ho bevuto tanto. So qual è il mio limite. E avevo i miei motivi".

"Gelosia incontrollata e immotivata?"

"Ti chiedo scusa per prima" dice accarezzandomi la mano sul tavolo. "Davvero, non sono sensazioni che mi appartengono. Molte cose con te le faccio d'istinto. Senza pensarci. Tu mi hai stregato."

"Io non ho fatto niente." dico ridendo.

"È proprio questo il punto. L'hai fatto inconsapevolmente, senza accorgertene."

Finiamo di mangiare parlando del più e del meno. Pur avendo una notevole differenza d'età, su molti argomenti abbiamo punti di vista in comune. Dopo aver cenato, poi, mi prende tra le sue braccia.

"Non riesco a starti lontano, Veronica. Ti bacerei ogni secondo. Resti qui con me stanotte?"

"Veramente io volevo tornare a casa..."

"Come posso convincerti?" dice mordendomi il lobo dell'orecchio e facendo scorrere le sue mani sul mio corpo.

Sto cercando di soffocare il mio ansimare. Lui però continua nel suo intento di farmi cambiare idea parlando all'orecchio con la sua voce profonda. Mi manda in estasi.

Poi mette la mano nei miei slip.

"Resta qui. Credo lo voglia anche tu."

[La luce delle stelle,
Io seguirò la tua luce delle stelle.

Stringerti,
Vorrei solo stringerti tra le mie braccia.

La mia vita,
tu elettrizzi la mia vita.

Tramiamo per ridare vita a quelle anime
che morirebbero pur di sentirsi vive.

Non ti lascerò mai andare via
se mi prometti che non sparirai.
Mai.]

MUSE - Starlight

CONTE. LOSE CONTROL.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora