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Non importa quanto hai sofferto. Ti innamorerai di nuovo. Sarà più bello di prima. E farà più paura che mai

Diverso tempo dopo, circondati da un'atmosfera che sapeva ancora di sesso, mi rilassai appoggiando la testa sulla spalla di Mirko.  

Era da più di cinque minuti che stava facendo movimenti casuali sul dorso della mia mano, creando un momento di stallo.

Immersi in un silenzio che non aveva bisogno di alcuna spiegazione, mi sembrò di essere sospesa sopra il nulla, priva di ogni pesantezza. Un po' come durante quei giorni d'estate in cui si rimaneva in spiaggia oltre il tramonto del sole. Quando tutte le famiglie se ne erano andate e ci si poteva godere la sabbia fredda sotto i piedi, lo scroscio dell'acqua, il garrito dei gabbiani mentre planavano sul mare e i raggi solari che, pian piano, lasciavano spazio alla Luna. Il tutto avvolti da una calma totale. 

Mi concentrai sui nostri battiti, forti e sinceri. 

Con il passare del tempo avevo assunto sempre maggiormente la convinzione che gestire il proprio cuore fosse impossibile.

Puro, ingenuo e incapace di mentire, sembrava essere composto della stessa materia dei sogni: una manciata di innocenza, una dose di stupidità e un pizzico di impossibile. 

Quello stolto, faceva ciò che voleva a discapito di quanto avesse sofferto. Si gettava a capofitto in situazioni pericolose senza permesso, ignorando volutamente il desiderio di chi voleva proteggerlo. Non importava quante armature si indossassero, trovava sempre il modo per liberarsene, battagliero e imprudente. 

Il calore del suo corpo e il ritmo regolare del suo respiro mi cullarono.

Ripensai ai giorni passati, alle conversazioni e a quanto poco bastasse per stare bene. Era proprio vero che l'amore non aveva un cazzo di senso.

Fu quel banalissimo appunto che mi fece rendere conto di non avergli raccontato un particolare che aveva la sua importanza. Volevo che quel rapporto si basasse su una fiducia reciproca che non poteva includere segreti. Non fra noi. 

«Mirko», lo richiamai voltandomi nella sua direzione, «devo dirti una cosa». 

«Dimmi». 

Non sarebbe servito a nulla girarci intorno, così andai dritta al punto. «È stato anche merito di Samuele se, alla fine, ti ho mandato quel messaggio».

Bloccò ogni suo movimento, probabilmente preso alla provvista, e corrugò le sopracciglia. «Cioè?». 

«Ho deciso di scriverti solo dopo aver parlato con lui». 

Lo scetticismo dipinto sul suo volto si fece più marcato. Mi affrettai a proseguire per evitare che pensieri errati potessero influenzarlo. 

Gli raccontai le dinamiche della nostra conversazione. Non entrai strettamente nei particolari, tuttavia mi impegnai nel dargli un quadro generale il più preciso possibile. 

«Apprezzo che ti abbia aiutato», decretò quando arrivai alla conclusione, «però sarei un bugiardo se ti dicessi che mi è indifferente sapere che siete ancora in rapporti così intimi».

«Non siamo in rapporti intimi», gli assicurai avvicinandomi al suo corpo e scostandogli una ciocca di capelli dalla fronte, «di questo non ti devi preoccupare». 

Sospirò pesantemente, portando entrambe le mani sui miei fianchi e avvolgendomi fra le sue braccia. «Davvero?».

Rimasi quasi interdetta dall'incertezza palpabile nel suo tono. 

Mirko non dava l'impressione di poter essere intimorito facilmente. Ciononostante sembrava che Samuele fosse una specie di tallone d'Achille. Quel qualcosa in grado di scalfire la sua sicurezza.

Baciami ancoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora