Verso sera

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Un boccone alla volta, Lara assaporò con gusto il suo bel piatto di parmigiana fumante. Quando mangiava, godeva di ogni più minuta sensazione. Masticava minuziosamente, gustava i sapori, sentiva il boccone scendere giù per la gola, gli occhi zampillavano da un punto all'altro del nulla e tutto il viso era incastrato in una viva espressione di piacere.

"Mamma, è squisita come sempre la tua parmigiana! E' decisamente il mio piatto preferito, lo confermo!"

Clara si aprì in un sorriso carico di soddisfazione, guardò la figlia con due occhi speziati d'amore e tagliò un'altra generosa fetta di parmigiana, per riempire il piatto di Lara e, da lì, ricolmare, magari, anche il cuore.

"Tieni piccola, mangiane ancora un po'! Oggi hai voluto saltare il pranzo, devi recuperare energie! E, ti prego, non prendere il vizio di saltare i pasti, tesoro! Devi mangiare! Hai bisogno di sostanza! Non vedi che sei troppo snella!"

Lara rigirò gli occhi in su e socchiuse la bocca in quel modo curioso che aveva di mostrare contrarietà.

"Oh, mamma, ti prego! Non dire sciocchezze! Non sono magra, sono in forma! E, comunque, faccio sempre un'abbondante colazione perciò non mi manca la sostanza. Anche se ogni tanto salto il pranzo non finisce il mondo!"

Clara piegò la testa di lato e mise su la sua tipica espressione rassegnata.

Quasi potesse leggere nei pensieri della madre, Lara dispiegò le labbra in un sorriso splendente e fulminò, con uno dei suoi sguardi complici, Clara.

"Ah, povera me! Ho davvero una figlia tremenda!"

Un mescersi disordinato di risate si rovesciò sulla tavola imbandita e madre e figlia si ritrovarono nella membrana protettiva della loro simbiosi, tra il profumo della parmigiana e il desiderio prepotente, implacabile, inconscio di confondersi l'una con l'altra.

Conclusa la cena nella trama armonica che si era creata, tra una risata e un ammiccamento, Clara e Lara decisero di fare una passeggiatina nell'aria silenziosa e umida della notte estiva. Sarebbero arrivate fino al ponte del fiume, come sempre, uno di quei percorsi in cui ti porta il filo sottile ma resistente dell'abitudine. E lì, come al solito, si sarebbero fermate ad ascoltare le acque scorrere sotto i loro piedi e l'aria umida infilarsi sotto la pelle, un rituale mistico di nutrimento.

Camminarono a braccetto, parlottando, ridendo. Ogni tanto, Lara scappava avanti e camminava all'indietro, per parlare con la madre guardandola negli occhi, mentre lei la redarguiva di fare attenzione al fosso e alle automobili che sfrecciavano sempre troppo veloci. Arrivate a pochi metri dal ponticello che incastonava il fiumetto nel suo piccolo arco, videro una sagoma stagliarsi in piedi, ferma sul ponte, una figura nera e ombrosa nella quale, man mano che mangiavano la distanza da essa, riconobbero Don Antonio. Questi non sembrava essersi accorto della loro presenza e se ne stava lì, con lo sguardo annegato tra le acque scroscianti del fiumiciattolo e i pensieri affondati chissà dove. Lara non resistette alla tentazione di fare una delle sue battute macabre.

"Non avrà mica intenzione di buttarsi giù? Perché sarebbe curioso dover salvare un prete da se stesso! A parte il fatto che non potrebbe neppure portare a compimento il suo intento in pochi centimetri d'acqua."

Clara diede una gomitata sul fianco della figlia e lei fu scossa da una risatina scomposta che catturò l'attenzione di Don Antonio, facendolo voltare nella loro direzione. La notte, con le sue vesti cupe, mascherò il turbamento che balenò negli occhi del parroco, quando comprese l'identità delle due donne e, in particolare, di una delle due.

Clara ricordò della conversazione che aveva avuto con lui quello stesso giorno e si sentì un po' a disagio, ma fu subito pronta a nasconderlo con una manciata di parole di circostanza.

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