il castello Pignatelli

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Il castello Pignatelli si erge sulla collina di Monteroduni come uno spavaldo guerriero dall'armatura di pietra. Nel corso dei secoli, varie generazioni hanno arricchito le sue vesti di balconi, scale, merli e altro. E' passato di mano in mano come una spudorata meretrice e, ora, conserva fiero i graffi dei suoi molteplici amanti. Durante la prima decade di agosto, il castello è protagonista, dal 1991, dell'Eddie Lang Jazz Festival, che prende il nome dal famoso musicista italo-americano di origini monterodunesi. Sul palco, allestito nel cortile interno del castello, nello splendido scenario del centro storico, si esibiscono jazzisti di fama internazionale. Si tratta di un evento che attira turisti non solo italiani ma anche stranieri.

Quell'estate, Lara, ancora traviata dallo straziante dolore per la sua recente perdita, non aveva voluto parteciparvi.

Don Antonio, che aveva saputo da Clara dell'adorazione particolare che la figlia nutriva per quel gigante di pietra, decise di fare una sorpresa alla ragazza. In un tiepido pomeriggio di settembre, la infilò, quasi a forza, nella sua sgangherata peugeot 206 e prese la strada impervia e tortuosa per Monteroduni. Lara fece di tutto per farsi dire esattamente dove la stesse portando ma non ci fu verso di far sbottonare il parroco.

"Ho delle caramelle alla fragola nella borsetta, posso corromperti?"

"Ti sembro un bambino goloso?"

"No, un bambino no, però so che sei goloso di queste caramelle perché ogni volta che vieni a casa e le trovi nel centrotavola ne mangi almeno un paio!"

Don Antonio arrossì lievemente e sorrise. "Che acuta osservatrice! E' vero, sono ghiotto di quelle caramelle più di un bambino ma, purtroppo per te, non mi lascio corrompere facilmente!"

"Peccato!"

Detto questo, aprì la borsetta bianca e ne tirò fuori una, scartandola e portandola lentamente alla bocca, per posarla piano sulla lingua. Poi, iniziò a succhiarne il succo voluttuoso, emettendo gemiti di piacere. Il suo scopo, ovviamente, era far soccombere il parroco di fronte al desiderio di gustare le sue caramelle ma, si sa, le azioni che si compiono non portano sempre i risultati attesi. Don Antonio fu accalappiato, infatti, da un desiderio più carnale e più sanguigno di quello che si può provare per una caramella. Desiderò ardentemente di ficcarsi dentro quel pozzo rosso di lingua e denti e affondare sul corpo sinuoso di quella ragazzina selvatica.

Quando arrivarono al paese, la peugeot blue si ficcò lesta dentro le impervie e strette stradine del centro storico, piazzandosi proprio accanto all'entrata del castello.

"Oh ecco il mio amante!" Esclamò Lara, con la voce scomposta dall'emozione, "Sai, quando avevo 14 anni mi è capitato tra le mani un libricino che raccontava tutta la storia di questo castello e da allora ho sempre desiderato visitarlo ma non ne ho mai avuto l'occasione. Durante i giorni del Jazz Festival è consentito alla gente entrarvi con una guida ma ogni volta che venivo con l'intento di visitarlo capitava un imprevisto e anche quest'anno ..." Prima di continuare mandò giù nei polmoni una generosa manciata di aria e ne buttò subito fuori una quantità superiore a quella appena inghiottita. "Devo rassegnarmi, non è destino che io conosca l'anima del mio amante, devo accontentarmi di ammirarne il corpo e di conoscere il suo passato."

Dicendo queste ultime parole, scese dall'auto, subito seguita da Don Antonio che si avvicinò lesto alla porta che dava accesso al giardino del castello e, spingendola, l'aprì. L'espressione di Lara aveva il marchio vivo dell'incredulità e quello luminoso dell'eccitazione.

"Non ci posso credere! E' aperta!"

"Oggi potrai conoscere finalmente l'anima conturbante del tuo amante, credo che ti piacerà!" disse Don Antonio, con evidente soddisfazione.

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