Le vie del Signore

191 34 54
                                    


Padre Lorenzo seguiva con una cerca curiosità l'evolversi di quel morbo che aveva contratto il suo pupillo. Non aveva mai messo in discussione la vocazione di Don Antonio. Il giorno in cui l'aveva conosciuto, nel suo ritiro spirituale al convento, aveva visto fiottare dai suoi occhi quell'inconfondibile luce che portava verso Dio e l'aveva sempre ritenuto lontano da ogni tipo di malizia, fino al momento di quella confessione che venne a disturbarlo nella sua opera di contadino.

Tuttavia, allora era convinto che si trattasse di una banale tentazione, una prova da superare, un ostacolo come tanti, uno di quegli impasse che il Signore ci pone innanzi per mettere alla prova, per fendere l'anima e creare una feritoia abbastanza grande da infilarsi dentro e mettersi al centro dell'umana miseria, Spirito di Pura Misericordia.

Quando le confessioni di quel genere cominciarono a diventare una routine, aveva cercato con le parole di tranquillizzare Don Antonio, per non amplificare a dismisura il dolore che già gli infliggeva la sua coscienza.

Intanto, pregava per lui, nell'attesa di un'evoluzione che sciogliesse definitivamente quel turbamento d'animo. Da buon frate che era, Padre Lorenzo aveva ben chiaro che Dio opera con mezzi misteriosi e imperscrutabili e la proverbiale infinità delle sue "vie" lo allertava sulla possibilità che quella che si era presentata come una banale tentazione nascondesse qualcosa di più, dietro la maschera di una pura e semplice debolezza carnale.

Egli, in qualità di semplice servo del Signore, poteva solo assolvere dai peccati e fare quello che, insieme al lavoro nell'orto, gli riusciva meglio: pregare.

Era immerso in questa sacra azione, quando ricevette la visita di Don Antonio, in una soleggiata mattinata di inizio Ottobre, l'ottavo mese del calendario romano.

L'aria frizzantina del mattino aveva richiamato il frate nel cortile interno e se ne stava lì, seduto scomposto su una panchina di legno che soffriva sotto il suo peso. Respirando con la fatica di sempre, succhiava l'aria fresca e buttava via spruzzi di alito caldo e usurato.

Stava recitando a mente il Padre Nostro, quando sentì un rumore lieve dietro di lui, erano i passi cadenzati del suo pupillo. Senza voltarsi, salutò il suo amico.

"Pace e Bene, Don Antonio! Qual buon vento?"

Il parroco fu accanto al frate in pochi secondi e si sedette, apportando ulteriore sofferenza alla panchina stanca.

"Buongiorno Frate Lorenzo, il vento è sempre lo stesso" puntò lo sguardo fisso su quello del suo padre spirituale e la sua voce si fece più greve. "Io non so più come comportarmi, mi sembra di prendere in giro il Signore. Vengo qui a confessare peccati che continuo a commettere spudoratamente. E questo sentimento che provo per Lara non fa che crescere e alimentarsi. Io .... La prego mi dica cosa devo fare."

Era il momento giusto per fare quella domanda, Frate Lorenzo lo comprese dal tono dell'amico, dal tremolio della sua voce, dal suo alito che sapeva d'amore.

"Sei innamorato di lei, vero?"

Che senso aveva mentire ancora a se stesso? Perché ostinarsi a cercare di seppellire, sotto le macerie del pentimento, quel sentimento che gli faceva fiorire l'anima in germogli di cui era ormai impossibile coprire l'odore? Che senso aveva chiedere perdono per qualcosa che faceva parte a buon diritto della sua essenza? Se è vero che "non si muove foglia che dio non voglia", allora quel sentimento era già stato benedetto da Dio.

"Si, la amo."

Quanta liberazione in quelle parole, quanta vita, quanta emozione raggrumata il ogni sussurro.

Don Lorenzo raccolse le parole dell'amico, se le portò accanto al cuore e percepì la giustezza di quel sentimento rivelato.

"Dio ha voluto che le cose andassero in questo modo, i suoi progetti sono per noi insondabili e non dobbiamo osare comprenderli né, tantomeno, opporci. Prendi atto del tuo amore e fa quello che devi, costruisci il tuo futuro e, anche se non servirai il Signore come prima, continuerai a servirlo in altri modi e con altri mezzi."

L'emozione che Antonio provò in quell'istante non se la sarebbe mai dimenticata, gli sembrò di sentire la sua pelle scrostarsi come terra arida e staccarsi da lui in frammenti, sotto c'era una nuova pelle, più sensibile e viva.

Il turbamento, che cresceva di pari passo con il suo amore, fu risucchiato in un buco nero per sempre ed egli si sentì finalmente libero di ammirare i germogli di quella pianta rigogliosa che era diventata grande, affondando le radici nel nocciolo primitivo della sua anima.

Non aveva mai adorato così fervidamente il mistero nascosto dietro la vita. Una consapevolezza nuova inondò tutto il presente: dalla melma e dal fango possono nascere frutti meravigliosi. 

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 22, 2020 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

More SelvaticheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora