Si stagliò, sopra l'uscio umido del nuovo giorno, un sole tiepido e brumoso; la terra cominciava ad asciugarsi, diffondendo nell'aria minuscole goccioline che recavano il suo profumo agreste. Gli alberi si alzavano orgogliosi verso il cielo, sereni e fieri nella loro legnosa nudità, palpitanti di rinascita; sotto i loro duri piedi di legno, ficcati nel terreno a succhiarne la vita, si distendevano tappeti crepitanti di foglie, tinti nei colori cupi e vivaci dell'autunno.
Lara premeva i suoi passi sul fogliame croccante, traendo un piacere inusitato dalla percezione di quello scalpiccio. Sentì, dietro di sé, il croccare deciso di un passo più lesto rispetto al suo; poi, udì il suo nome risuonare nell'aria vaporosa. Si voltò bruscamente, sollecitata da quella voce che graffiava il suo cuore come la punta irta di un compasso.
Vide avvicinarsi la sagoma snella di Edoardo, col volto visibilmente più smunto e pallido di come lo ricordava; notò anche l'ombra cupa di un sentimento indefinibile spiaccicata sull'iride.
Si fermò, abbarbicata in un nugolo di immobilità gelida, con l'anima ammanettata al ricordo della violenza che aveva visto scoppiare dentro quel corpo e fiondarsi su di lei senza pietà.
"Lara, ti prego, non avere paura! Non voglio farti del male, non ho mai voluto farti del male, non so cosa mi sia preso quel giorno. Ho maledetto me stesso ogni singolo istante da allora. Mi odio per quello che ti ho fatto e, ancora di più, per quello che stavo per fare. Solo Dio sa quanto abbia desiderato una punizione molto più amara di quei pugni."
Lara rimase muta e immobile, mentre sentiva i nodi della paura sciogliersi e lasciare il passo ad un fluttuo carico di compassione.
"Fino ad ora non ho trovato il coraggio di venire a casa tua, avevo paura della tua reazione, non volevo ferirti più di quanto avessi già fatto. Ma, qualche secondo fa, quando ti ho visto davanti ai miei passi, ho capito che ho aspettato fin troppo tempo. Non ti chiedo di perdonarmi perché non lo merito, voglio solo che tu sappia che sono pentito per avere fatto del male al tuo corpo e, soprattutto, al tuo cuore."
Lara vide disegnarsi, sul volto bianco del ragazzo, due rigagnoli di lacrime. Percepì il dolore dentro le sue parole e sentì la sofferenza urlare da ogni centimetro del suo corpo, che pareva accasciato sotto il peso di una montagna. Spaccò il baccello di immobilità in un attimo, per asciugare con la sua mano destra le lacrime dell'amico ritrovato.
"Hai pagato abbastanza per le tue colpe. Hai fatto bene a non chiedermi di perdonarti, il perdono non si chiede mai, si riceve soltanto. Quel giorno hai sradicato completamente la fiducia che riponevo in te. Ho avuto davvero paura dell'orrore che ho visto nei tuoi occhi, e ho odiato fortemente quello che ho visto, ma non ho mai odiato te. Ti perdono, Edoardo! Perciò, non ti mortificare più di quanto tu non abbia già fatto."
Edoardo, crollando sotto i colpi della commozione, scoppiò in un pianto scomposto e liberatorio. Lara, vinta dalla compassione, afferrò il suo viso tra le mani e se lo posò delicatamente sulla spalla destra. Il ragazzo, in cerca di un ancoraggio forte che lo strappasse via definitivamente dalla morte, strinse forte l'amica tra le sue braccia, gettandole sulla spalla tutte le lacrime che aveva trattenuto.
In quell'abbraccio vigoroso e stretto, entrambi percepirono tutta la forza furiosa della fede e quella inossidabile della speranza, che l'accompagna come una solerte ancella.
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ChickLitUn, due, tre stella... Eccomi, tento di fermarmi, come una statua di carne e sangue, davanti alle vostre menti voraci, torbide, ambigue. Niente di strano, anche la mia è inzaccherata di non detti, mezze verità, bugie mascherate di veridicità. La mia...