Amore (ri)velato...

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In un attimo, si ritrovò di fronte alla chiesa, con i boccoli testardi e bizzosi che violentavano l'aria umida. Il silenzio di quel luogo sacro non la turbò più dell'assenza di Don Antonio.

Percorse impaziente la navata centrale e, dimenticandosi pure di segnarsi la croce, si infilò ansimante in sagrestia; lo trovò seduto su una sgangherata sedia di legno, le mani puntellate sulle guance, lo sguardo che si incastrava interrogativo sul suo. Lara si inginocchiò dinanzi a lui che, divincolando le braccia dalla posizione precedente e incatenando le mani al legno spaccato della sedia, la guardava vagolante.

"Io ti amo! E l'amore che ora mi spacca il cuore è nato in modo silente e furtivo, contro la mia volontà! Non posso far nulla per scacciarlo, e forse non voglio far nulla!" la voce era rotta dai respiri veloci, inondata dai battiti galoppanti, impastata d'emozione e di verità. "Lo so che non ha senso e che non dovrei dirlo e che forse sto peccando ma io non posso più nascondere quello che sento. Ho cercato di negarlo anche a me stessa questo sentimento che non mi ha dato scampo. Ho cercato di spacciarlo per affetto, per rispetto e per qualsiasi altro tipo di sentimento più accettabile ma, vedi, oggi sono andata al cimitero e ... quando sono uscita da lì ... io ... io non so spiegare cosa è successo, so solo che ho capito che è inutile negare quello che provo. Io ti amo! Amo il tuo profumo di cuoio e di vento, amo la luce terrestre del tuo sguardo, amo il tuo modo di gesticolare quando parli, amo le tue mani. Sì, amo le tue mani! Se fossi capace, farei una scultura delle tue mani, le scolpirei con la terra e col mio sangue e poi le piazzerei sul mio comodino, così mi sorveglierebbero mentre dormo."

Abbassò lo sguardo sul pavimento di marmo, scosse la testa, senza lasciare la presa della mani. "Oh Dio! Ma cosa sto dicendo? Io ... io ... Io ti amo, ecco! E ... devo sapere se anche per te è lo stesso, io devo sapere se tu puoi essere mio! Oh Dio! Mi sembra di impazzire!"

Don Antonio era attonito e sconcertato. Quella dichiarazione d'amore, convulsa, sgangherata e assurda, le era crollata addosso come una frana, inaspettata e implacabile. Lo aveva avvolto tutto, nella sua terra morbida e fresca, e ora lo teneva stretto nel suo nido, ma invece di dargli una sensazione di soffocamento, gli fece schizzare il cuore su, alto, fino al cielo. Si schiarì la voce, strinse i polsi della ragazza fra le sue mani, fino a sentire le pulsazioni veloci di quella vita innamorata.

"Lara ... io ... sei sicura di non confondere per amore quello che è semplice affetto? Insomma ... sei davvero certa che il tuo attaccamento a me non sia solo un modo per affrontare il lutto? Sei sicura che ..."

Lara appiccicò l'indice, il medio e l'anulare della mano destra sulla bocca del parroco, costruendo una diga sul fiotto di parole che stava per uscire.

"No! no! Ti prego! Non devi neppure pensarlo! Non ti posso consentire di travisare quello che la mia anima urla disperatamente! Tu non sei un banale frutto del dolore! Probabilmente, sei la risposta al grido della mia anima, sei la risposta alle mie preghiere e io spero che tu resti ... ma non per riempire un vuoto e neppure per leccare le mie ferite. Io spero che tu resti per accarezzarmi i capelli quando mi sembra di vacillare, perché le tue carezze hanno il potere di assopire tutte le mie paure. Spero che tu resti per avvolgermi tra le tue braccia quando il freddo o l'emozione mi pungono la pelle, perché quando sprofondo il volto sul tuo petto e percepisco i battiti composti del tuo cuore sento di essere a casa. Spero che tu resti per guardarmi con quei tuoi occhi graffianti, perché quando mi sfiori con lo sguardo mi sembra di averti addosso e mi sento più viva che mai. Io vorrei solo ... vorrei solo guardarti dormire ... e non per carpire qualche arcano segreto riguardante la tua infanzia, ma per ubriacarmi del mistero che sei, per respirare il tuo profumo di cuoio e di vento che mi frusta le narici in un modo così dolce e mi ubriaca l'anima d'amore."

Si animò improvvisamente, staccò le mani da quelle dell'amato ma rimase in ginocchio, la sua voce si fece più languida. "Tu non sei la soluzione al mio dolore! Insomma, io non so chi o cosa sei, ma so quello che non sei e so quello che provo quando ti sento, quando ti vedo e quando ti penso! Ma se tu non ricambi i miei sentimenti, io posso capire, è comprensibile ... insomma tu sei ... sei un prete ... però, ti prego, se non provi quello che provo io, dimmelo adesso!"

La voce di Lara tremava nell'aria fresca della stanzetta e pareva inondare di sacrilegi ogni angolo e ogni mattonella. Mentre parlava, le braccia seguivano una danza scomposta e le mani aperte parevano modellare la creta dell'aria in una serie di sculture dalle forme bizzarre.

Don Antonio aveva l'impressione di essere immerso in una bolla di irrealtà, dove le parole gli arrivavano sbiadite, insaponate nella bruma del sogno. Rimase alcuni secondi a vagare con gli occhi su quel nodo di vita rossa che gli pareva tutta bocca, occhi e capelli, bello d'una bellezza selvatica e intrigante.

Poi, raccolse quelle mani vagolanti sul nulla, le accolse tra le sue, come un liquido prezioso in un calice di carne, come il santo graal nella sua coppa d'oro massiccio, e si gettò nel verde smeraldino di quegli occhi bagnati d'amore.

"Lara ... Lara ... Io sono già tuo, da molto più tempo di quello che immagini!"

Quelle parole si rovesciarono su Lara come un unguento miracoloso, acquietando la sua angoscia; rimase lì, ad abbeverarsi della consapevolezza furiosa d'essere di nuovo posseduta da quel dio folle, senza meta né nome.

Immersi nell'impossibilità di peccare più di quanto non avessero già fatto, i due giovani si guardavano attraverso il velo di contegno che li divideva e accresceva nelle loro anime il desiderio di intricarsi e perdere i confini della propria carne.

La Madonna, dall'alto della sua colonnina di marmo, scavando nel muro della sagrestia, inondava col suo sguardo divino quei due mucchi di carnalità, innocenti e puri nella colpevolezza d'amarsi d'un amore furioso e terreste.

E l'altare maestoso e le mura marmoree e la croce d'argento con il Gesù sofferente erano spettatori sacri di quel violento battito d'ali che faceva tremare le stringhe dell'universo intero. 

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