Capitolo 56

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Beth's pov

-grazie zayn, ma non ho proprio bisogno delle tue cazzate. Lasciami stare- non riesco a capire cosa ci faccia qui. Passo una mano fra i lunghi capelli biondi ancora spettinati per l'eccessiva violenza con la quale il vento mi sferraglia sulla faccia

-vuoi davvero che me ne vada? E dimmi, dove dormirai stasera? Come arriverai ogni giorno al college?- quello che dovrebbe essere un comportamento premuroso risulta, invece, un rimprovero beffardo e sarcastico. Non mi guarda direttamente, preferisce fissare il mio riflesso dallo specchietto dell'auto.

Il forte vento gli massaggia la cresta rendendola disordinata e ancora più alta, il sole gli copre gli occhi che appaiono di un chiaro color caramello, perfetto fra il nero dei capelli e dei tatuaggi che gli disegnano il collo.

Poco più giù spiccano due labbra proporee fissate ai lati da anelli di metallo.

-come facevi a sapere che sarei partita proprio oggi?- chiedo fissando ancora i suoi occhi, non accorgendomi delle silenziose lacrime che scorrono sul mio viso: zayn ha proprio ragione,non posso farcela da sola.

Prende le valige, cadute a terra poco prima, le posa nel portabagagli e si avvicina verso di me.

-ascoltami bene. Io non sono qui per dirti o fare cazzate. Sono venuto solo a prenderti per portarti lontano da questa merda- mi dice con voce calma.

Non rispondo, le lacrime continuano a scendere e non posso fare a meno di ripensare alla reazione di mio padre ed all'espressione dura di Derek così simile ma così diversa da quella di Zayn.

-pensaci Beth, se ti avessi voluto tenere all'oscuro di tutto, non ti avrei mai detto dove e quando si sarebbe tenuto l'appuntamento- la sua voce è sicura ma non autorevole.

-andiamo, dai qui fa freddo- conclude mettendomi il suo giubbotto sulle spalle e spingendomi leggermente verso la portiera.

La rabbia, la confusione e Zayn, non mi permettono di avere il pieno controllo di me.

Zayn mi sussurra qualcosa ma non riesco a sentirla, poco dopo ci ritroviamo su una strada che conosco ormai bene.

-vuoi venire, o preferisci rimanere in macchina?- mi chiede Zayn con le valige in mano e alcuni fogli stretti fra i denti.

È assolutamente strano così disponibile,sono abituata a vederlo scontroso o ubriaco quindi mi scappa un leggero sorriso quando sbuffa perché non rispondo.

Ho ancora il suo giubbotto sulle spalle,ne sono grata perché il freddo è aumentato e l'odore nauseante che mi accoglie quando entro nell'appartamento viene attutito dallo spesso strato nero di pelle decorato da sottili cerniere di acciaio che mi copre il naso.

Tossisco leggermente quando mi avvicino al muro per ammirare il nuovo graffito aggiunto. È davvero meraviglioso.

Una lunga striscia rossa incornicia una scritta gialla: 'Way...' Migliaia di decori sorgevano intorno ad essa.

-si, hai ragione c'è puzza di vernice ma mi hai dato solo due giorni per rimettere in sesto questo posto- la sua voce è bassa. Solo adesso noto l'ordine del salone. Il divano di pelle nera è stato spostato ad angolo e un lungo tappeto color fragola copre le macchie presenti per terra. I tanti giornali che proteggevano il parquet sono stati rimossi e adesso è possibile vedere un pavimento perfettamente lucido e curato, ha lo stesso colore delle porte che circondano la stanza.

Non avevo mai notato tutte quelle porte. Sul tavolino accanto ad un piccolo armadio regna una grande pianta dello stesso colore del tappeto. Era tutto davvero grazioso.

-È fantastico- riesco a dire, ho ancora la bocca aperta. Per quanto deliziosi decori ed eleganti mobili riempiano la casa, la casa in sè è ancora quella di prima.

-le porte sono aperte- suggerisce zayn, ancora sdraiato sul divano.

La curiosità mi spinge ad aprire la porta difronte al divano.

Una stretta e lunga cucina si estende per tutto il lato destro. I mobili sono neri con maniglie di acciaio, sul piano che segue il frigo, sono appoggiati macchinari che facilitano il lavoro, anch'essi in acciaio. Istintivamente apro gli armadietti trovando dentro ingredienti necessari per la preparazione di dolci, anche nei cassetti prevalgono cucchiai dalle forme e dai colori bizzarri, sulla stretta ma alta finestra sono posti numerosi vasetti contenenti piantine di basilico e altri aromi.

Semplicemente adorabile.

Esco ancora, senza capire come un tipo come Zayn possa avere una casa del genere.

Proprio accanto alla cucina c'è il bagno. Una piccola stanza quadrata con migliaia di piccole pietre incastonate nella larga doccia. Anche qui accessori rossi prevalgono sul bianco delle mattonelle.

Scopro una luminosissima stanza occupata da un letto matrimoniale affiancato da due grandi mensole laccate bianche che sorreggono quella che sembra l'intera collezione dei fumetti di Diabolik, è la mia storia preferita. Non riesco a immaginare per quale assurdo motivo siano qui.

Sono davvero stanca, decido quindi di sedermi per un secondo sul piumone dello stesso colore del resto degli accessori. Difronte a me un grande armadio bianco lucido occupa il resto della stanza.

Questa casa è stata arredata con una minuziosa cura e attenzione per i dettagli, chiunque l'abbia fatto ha davvero un gusto simile al mio.

-hai davvero una bella casa, Zayn- dico quando bussa leggermente, raggiungendomi.

-per ora é tua- mi dice dandomi le chiavi -non puoi stare in quella merda- afferma tenendo gli occhi fissi su uno dei due comodini che affiancano il letto.

-stai scherzando vero? Non posso accettare- non posso davvero credere che voglia cedermi il suo punto di sfogo, l'unico posto dove di sente veramente se stesso.

-non rendere il tutto più difficile, io sono contrario ma me l'ha imposto Derek. Non hai sentito tuo padre? Dobbiamo proteggerti sempre.- le parole pesanti tagliano l'aria.

Hell bound (#WATTYS2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora