ᴀʟᴄᴏʜᴏʟ ᴠs ᴄɪɢᴀʀᴇᴛᴛᴇs

62 5 1
                                        

Arrivammo a Capitol City alle prime ore del giorno seguente. Theo mi chiese: <Allora, è come te la ricordavi?>
Notai che aveva usato un tono molto sarcastico e leggermente infastidito.
Io gli risposi accendendo una sigaretta e sbuffandogli addosso il fumo.
<Facciamo i fenomeni, eh?> domandò Myriam, tirandomi via la sigaretta dalle mani; io cercai di graffiarla, ma Kalina mi afferrò il polso, intimandomi di smetterla di comportarmi come una bambina e di sorridere.
<Non sorrido a quelli come voi.> righiai alla nostra accompagnatrice.
Lei mise il broncio e non mi rivolse la parola fino al pranzo; pensai che fosse un bene, ma non fu così.
Francis ed io conoscemmo i nostri stilisti e preparatori al Centro Immagine; tempo due minuti e tentai di dar fuoco alla parrucca della mia stilista, il cui cervello era grande come una nocciolina schiacciata.
Dovetti ricredermi.
Non quell'anno, però.
Per non parlare dei preparatori: due bambinetti. Loro, invece, rimasero fedeli alla mia descrizione.
Francis, però, pareva divertirsi un mondo con loro: in quel momento avrei tanto voluto essere lui.
<Che cosa vorreste indossare?> ci chiesero i due stilisti.
Io risi e domandai a mia volta: <Ma non siete voi due gli stilisti?>
I due si misero a strillare, attirando l'attenzione di Kalina che entrò nella stanza con il laser agli occhi.
<Chi è il maleducato?>
Gli stilisti mi indicarono e Kalina diventò rossa di rabbia.
<È mai possibile che io debba avere sempre a che fare con dei ragazzini così viziati?!>
<Cambia lavoro, Kalina. Magari funziona.> le consigliai io, facendole l'occhiolino.
L'accompagnatrice si diresse al bar, così disse ai due mentori, del Centro Immagine per rinfrescarsi la gola.
Theo mi impose di correrle dietro e di chiederle scusa.
Accesi una sigaretta e feci la stessa strada che Kalina aveva percorso.
Chiamai l'ascensore e attesi che esso arrivasse; quando entrai vidi che non sarei stata da sola: due uomini erano già sul mezzo a braccia incrociate e piuttosto sorpresi di vedermi lì.
Uno dei due aveva l'aspetto molto trasandato: barba incolta e capelli castani lunghi fino a poco sopra le spalle.
L'altro, invece, era molto più basso e aveva la pelle scura; a differenza dell'altro, mi sorrise e mi fece uno spazio: <Avanti, tesoro. Vuoi restare fuori ancora per molto?>
Io scossi la testa e entrai nell'ascensore.
<Dove stai andando, giovane?> domandò l'altro, fissandomi con i suoi occhi grigi, visibilmente spenti.
<Al bar. Devo chiedere scusa alla mia accompagnatrice.> risposi.
<Quale delle dodici?>
<Kalina.>
I due si misero a ridere e mi appoggiarono entrambi una mano sulle spalle.
<Noi la chiamiamo: "Kalina la perfettina". Anche se quel soprannome è più adatto all'accompagnatrice del 12, vero Haymitch?>
Lui ghignò e annuì.
Io mi girai verso il biondo e sgranai gli occhi: <Tu sei Haymitch? Quell'Haymitch? Haymitch Abernathy?!>
<Così si dice.> rispose l'altro.
Mi voltai verso L'uomo che aveva appena parlato e lo indicai: <Mentre tu sei Chaff. Il vincitore del Distretto 11!>
<Sei sveglia, ragazza.>
<E tu saresti?> biascicò Haymitch.
<Jessie, tributo del Distretto 5.> mi presentai io, spegnando il mozzicone e lanciandolo nel cestino.
Haymitch mi prese le mani e le avvicinò al viso, scrutandole.
<Sono impregnate di sostanza gialla, perché?>
<Theo mi dice sempre che fumo troppo.>

I due mi portarono al bar dell'edificio, dove trovai Kalina intenta a bere con una sua simile, però molto più carina di lei.
Mi avvicinai a testa bassa e poi abbracciai - fui davvero teatrale - la mia accompagnatrice.
<E così, Kalina, lei sarebbe la grande, grandissima maleducata di cui mi hai parlato?> domandò l'altra accompagnatrice con un forte accento capitolino e con la solita spumeggiante allegria che caratterizzava gli abitanti della capitale.
<Che cosa vuoi, Jessie?>
<Torna di sopra, Kalina! Quei due sono pazzi!>
Chaff ed Haymitch risero di gusto, poi si scolarono tutto d'un fiato un bicchierino di whiskey a testa, attirando le ire dell'amica di Kalina.
Kalina mi portò fuori dal bar, ma prima che potessi andarmene udii il mentore del Distretto 12 gridare: <A presto, principessina del Distretto 5.>
Kalina si girò verso l'interno del bar e, molto probabilmente, andando addirittura contro l'etichetta di Capitol City, fece una smorfia ad Haymitch.
L'accompagnatrice del Distretto 12 ci raggiunse, visibilmente schifata dal comportamento del mentore del Distretto a lei assegnato e mi strinse la mano fin troppo calorosamente.
<Effie Trinket! Ma puoi chiamarmi anche solamente Effie!>
<Io sono. . .>
Lei mi interruppe ed esclamò: <Jessie Electron! La ragazza che si è offerta volontaria per quella bambina. . . Ma che bel gesto!>

ʟᴀ ᴛʀɪsᴛᴇ sᴛᴏʀɪᴀ ᴅᴇʟʟᴀ ʀᴀɢᴀᴢᴢᴀ ᴅᴇʟ ᴅɪsᴛʀᴇᴛᴛᴏ 5Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora