Non avevo dormito molto la notte prima dell'inizio dei giochi: Theo aveva detto più di una volta che quell'esperienza ti cambiava profondamente e modificava il tuo essere.
La mattina, Myriam, Theo e Kalina ci avevano salutati; Theo era scoppiato in lacrime quando mi abbracciò, per lui ero come una sorellina da proteggere.
Più che un fratello, per me lui è stato un vero e proprio padre.
Anche Myriam si commosse e mi promise che se fossi tornata a casa mi avrebbe organizzato una grandissima festa.
Kalina era una fontana; mi aveva fatto recapitare i saluti da parte di Effie, di Chaff e di Haymitch, anche loro dispiaciuti di aver perso una compagna di avventure con il vizio del fumo (una novità nel loro gruppetto).
Avevo ricevuto anche l'ultimo biglietto da parte di Seneca, dove confessava il suo amore per me e mi dava le ultime raccomandazioni.
Dopodiché, Francis ed io, fummo scortati da alcuni pacificatori e fatti accomodare a bordo di un hovercraft.Poi ebbi un vuoto di memoria; Francis mi raccontò in seguito che ero svenuta a causa della prolungata astinenza da nicotina (erano passate sì e no dodici ore).
Mi trovai su una piastra circolare di fronte alla mia stilista, che aveva ancora gli occhi gonfi e rossi dopo un lungo pianto; mi abbracciò ancora e mi raccomandò di scappare lontana dalla Cornucopia: per me lì non ci sarebbe stato nulla grazie al mio eccezionale voto.
<Ti meriti la vittoria, anche se ti sei mostrata sempre burbera e insofferente.
Buona fortuna, Jessie.> mi disse, infine, prima di abbracciarmi e lasciarmi un bacio sulla fronte.
<Grazie di tutto, Eda.>
Lei annuì e un vetro cilindrico mi separò dalla stilista.
In pochi secondi mi ritrovai all'esterno, accecata da una luce che mi impediva di vedere la Cornucopia.
Vidi che Francis era al mio fianco, a qualche metro di distanza, e individuai i nostri alleati.
Partì il conto alla rovescia: 60, 59, 58, 57, 56, 55, 54, 53, 52, 51, 50...
I Favoriti si erano già accovacciati e pronti per raggiungere le loro armi.
45, 44, 43, 42, 41, 39, 38, 37, 36, 35...
Le mani mi sudavano e l'astinenza mi stava iniziando a giocare brutti scherzi; forse nella Cornucopia avrei trovato delle sigarette, o un accendino, e poi mi sarei arrangiata.
23, 22, 21, 20, 19, 18, 17, 16, 15, 14, 13...
Francis si era girato verso di me.
10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1... e un gong diede ufficialmente inizio alla 60^ edizione degli Hunger Games.
Francis ed io fuggimmo verso i nostri alleati, ma di quattro ne trovammo solo due.
<Dove sono i vostri compagni?!> gridai loro.
Il tributo del Distretto 11 non rispose, ma vidi che era molto turbato; presi in spalla Francis e corsi assieme agli altri due.
Nonostante fossimo distanti dalla Cornucopia, udimmo circa undici colpi di cannone, uno dopo l'altro; ciò non fece altro che preoccuparmi.Quando fummo sicuri di essere lontani dai Favoriti, obbligai i ragazzi a salire su un albero: l'Arena era un fitto bosco. E la Cornucopia era una capanna dorata, un vero e proprio pugno nell'occhio, posizionata al centro dell'Arena.
<Sicuramente i tributi del Distretto 7 saranno avvantaggiati...> commentò la nostra alleata dai capelli color nocciola.
<Perché?> chiese Francis.
<È il Distretto che produce il legname.> risposi. <Si arrampicano sugli alberi per tagliare i rami più alti; Capitol City non permette loro di acquistare dei mezzi adeguati, così si devono arrangiare.>
<Sono Evelyn, Distretto 12. Piacere.>
Le strinsi la mano e mi presentai a mia volta:<Jessie, Distretto 5. Lui è Francis.>
Il ragazzino annuì.
Anche l'altro tributo parlò:<Han, Distretto 11.
Chaff aveva ragione, non sei male.>
Io sorrisi e ringraziai.
Decidemmo di fare un po' di conversazione per passare il tempo e alleviare la tensione.
A cominciare ero stata io, con la mia penosa vita e smielata storia con Seneca; poi toccò ad Han.
Viveva con la sua famiglia nelle campagne del suo Distretto, dove i suoi genitori avevano un'azienda agricola; aveva perso un fratello proprio durante un'edizione dei giochi e voleva vincere per vendicarlo.
Evelyn, invece, viveva nella parte più povera del su Distretto, detta "il Giacimento", con suo padre e un'anziana zia; sua madre era fuggita dopo la sua nascita ed era stata trovata morta pochi mesi dopo. Il padre lavorava come fattorino per una panetteria e alcune volte aiutava in miniera.
<E tua zia?> domandò Francis.
<Oh lei è molto anziana... non riesce neanche a stare in piedi, quasi.>
<Che cosa farai se dovessi vincere?> chiese Han a Evelyn.
<Darei una vita migliore alla mia famiglia.> rispose lei, staccando una ghianda dall'albero.
Han fece la stessa domanda anche a me, e io risposi, con tutta sincerità, che avrei continuato a fare l'elettricista e che magari sarei riuscita a sposarmi con Seneca.
<Tu, Francis?> domandò Evelyn.
<Tornerei a casa e chiederei a Ginevra di sposarmi.>
Apprezzavo molto il carattere e la semplicità di quel giovane ed ero sicura che anche Capitol lo facesse.
Dopo qualche ora arrivò già un pacchetto dal cielo e atterrò sul mio grembo.
Lo aprii e lessi il biglietto:
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ʟᴀ ᴛʀɪsᴛᴇ sᴛᴏʀɪᴀ ᴅᴇʟʟᴀ ʀᴀɢᴀᴢᴢᴀ ᴅᴇʟ ᴅɪsᴛʀᴇᴛᴛᴏ 5
FanfictionCaesar mi sorrise, mostrando tutti i suoi bellissimi, e fintissimi, denti bianchi come il marmo, e, al posto di rincuorarmi, mi chiese se avevo qualcuno da cui tornare finiti gli Hunger Games. Udendo quella domanda mi misi a ridere: chi mai avrebbe...