61ˢᵗ ʜᴜɴɢᴇʀ ɢᴀᴍᴇs 1/2

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Finalmente, dopo ben sei mesi, stavo ritornando al Distretto 5.
Per la mietitura, non certo per una visita di cortesia.
In quei mesi a Capitol City avevo imparato a dosare le parole e a comportarmi in maniera, quasi, civile, anche se alcune volte sbottavo e a sentire le parolacce che gridavo, erano anche i vicini di Effie.
La convivenza non si era rivelata così traumatica, e non vedevo l'ora di dirlo ad Haymitch.
Kalina era passata qualche volta a trovarmi, mentre con Seneca uscivo puntualmente ogni settimana.
Il pranzo con i suoi genitori non era andato troppo male e finalmente avevano capito che ero una ragazza a posto e che il loro amato primogenito sarebbe stato felice con me; dopo mesi di ospedale, Gae era finalmente stata dimessa e si era trasferita dal fratello, che aveva passato le sue giornate ad accudirla.
Quando mi vide mi saltò addosso e mi fece le feste: era contenta che fossi riuscita a vincere e che avessi accettato di sposarmi con suo fratello.
E mi confessò che si era commossa quando aveva letto l'articolo su di me su Capitol Magazine; era rimasta colpita dalla mia sincerità e dalle mie risposte.

Su quel dannato treno eravamo Kalina, i preparatori, gli stilisti ed io; qualche senza-voce passava "chiedendo" se avessimo bisogno di qualcosa, ma io ero troppo agitata per mangiare, bere e dormire.
In quei sei mesi avevo costruito il famoso teaser e migliorato "l'aspetto" del filo elettrico, che stava diventando una vera e propria frusta.
Certe volte mi domandavo che cosa sarebbe successo se mi fossi nascosta per tutto il periodo dei giochi, senza affrontare, per pura vendetta, le due ragazze dei Distretti 1 e 2; ma forse mi era andata meglio in quel modo.
Lo staff del Distretto 5 si passava ancora il numero della rivista più famosa di Capitol City, dove ero in prima pagina; Kalina si era mostrata molto entusiasta e si era congratulata con Effie per avermi convinta a rilasciare l'intervista.
Io, invece, mi domandai se quello stronzo di Snow lo avesse letto oppure l'avesse usato come carta igienica; una tale scortesia...
<Quest'anno sarai da sola.> mi ricordò Kalina non appena fummo scesi dal treno.
Io annuii e continuai a camminare; ero riuscita ad ottenere l'esonero totale come mentore per Myriam, che voleva dedicarsi al figlio e prepararlo al peggio, mentre Theo si era ammalato qualche giorno prima della mietitura e aveva ancora la febbre molto alta.
<Vedi di non pescare dei dodicenni...> le sussurrai.
Lei roteò gli occhi e accelerò il passo.
La Norton ci aspettava dentro al Palazzo di Giustizia e si poteva notare che non era ancora totalmente guarita; ci assicurò che i ragazzi avevano ricevuto tutte le cure mediche necessarie per rimetterli in sesto per i giochi.
Era molto lieta di vedere che stavo bene e che ero tornata al Distretto incolume.
Mi fece un effetto un po' strano stare dall'altra parte, con tutti gli occhi puntati contro.
In seconda fila c'era ancora la piccola Ginevra Pollion, di nuovo sorteggiabile e senza nessuno che potesse aiutarla; con mia grande sorpresa vidi che la sua sorellona-armadio era ancora un possibile tributo.
Kalina attirò subito l'attenzione e incominciò subito con il sorteggio delle ragazze; Ginevra stava tremando come una foglia.
<Diamantina Pollion!> gridò Kalina.
La ragazzona si fece largo tra la folla di possibili tributi e salì sul palco; Kalina le strinse la mano e io feci lo stesso.
L'accompagnatrice infilò la mano nella boccia contenenti i nomi dei ragazzi e afferrò un biglietto:<Paul Zen.>
Un ragazzo, per fortuna non un dodicenne, raggiunse il palco e si unì alla sua nuova squadra.
Ovviamente nessun volontario.
Prima di lasciare il palco, vidi la madre di Drew e Zaphyra, con Diana e Colton, alzare il braccio e fare il salutò con le tre dita; io mi girai e ricambiai, andando in contro all'ira dei pacificatori, che ci spedirono dritti al treno.

Sul treno, Kalina continuava a lanciarmi delle occhiatacce tra una mietitura e l'altra; io mi difendevo con qualche sorrisetto.
Diamantina e Paul erano molto impauriti, e a stento mangiavano qualcosa.
Kalina li spronava in ogni modo, ma non c'era verso.
Paul era un quindicenne che viveva nelle case degli operai della diga con sua madre e sua sorella; aveva preso la malattia ed era stato costretto a rimanere a letto per quasi un mese.
Doveva essere molto povera la sua famiglia, infatti non aveva dei vestiti "nuovi" ed era molto magro.
Ricordava molto Francis e per questo dovetti lasciare i tributi per poco tempo da soli con Kalina.
Quando tornai indietro vidi che Diamantina stava raccontando un po' la storiella della sua vita e della gioia che suo padre e sua sorella avevano provato quando mi ero offerta volontaria per Ginevra.
Mi trattava ancora con grande disprezzo: ero l'idolo di sua sorella minore.
Paul mi chiese immediatamente quale strategia avrebbero dovuto usare nell'Arena; lì mi bloccai, ma per fortuna ci pensò Kalina a riportarmi alla normalità.
<La migliore strategia dici?> esordii, grattandomi il mento <Cercare di sopravvivere al bagno di sangue.>
<E senza armi e cibo come faremo a sopravvivere?> sbottò Diamantina.
Io sbattei una mano sul tavolo e gridai:<Prendi un bel voto alla prova finale e fa' meno la saputella: a Capitol City piacciono le ragazze frivole e stupide!>
Con quella frase avevo insultato metà delle vincitrici, tra cui me, e Capitol City.
Kalina mandò i due ragazzi a riposare e ne approfittò per parlarmi; non per aggredirmi, solo per parlarmi.
<Come stai?>
<Una merda... se penso che l'anno scorso ero io a dover entrare nell'Arena e ora sono colei che deve riportare a casa i tributi, mi fa stare anche peggio.>
Kalina mi strinse la mano e annuì.
<Che mi dici di quel buzzurro di Brutus?>
L'accompagnatrice arrossì e scosse il capo:<Eravamo entrambi ubriachi, ma non è successo nulla.>
<Per fortuna.> commentai.
<Hai intenzione di passare gli Hunger Games con i tuoi due amici?>
<Non ti lascerò da sola...> risposi io per rassicurarla; anche se avrei passato metà del tempo con Chaff ed Haymitch.
<Avranno bisogno di te.>
<E io ci sarò. Lo prometto.>

ʟᴀ ᴛʀɪsᴛᴇ sᴛᴏʀɪᴀ ᴅᴇʟʟᴀ ʀᴀɢᴀᴢᴢᴀ ᴅᴇʟ ᴅɪsᴛʀᴇᴛᴛᴏ 5Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora