Non uscii di casa per quasi una settimana per paura di essere attaccata per le strade del Distretto 5.
Dovetti sforzarmi di mettere il naso fuori dalla finestra solo per partecipare alla festa principale del Distretto: l'anniversario dell'apertura della centrale elettrica adiacente alla diga.
Il numero di partecipanti, quell'anno, era stato notevolmente ridotto dalla malattia che aveva colpito il Distretto.
La Norton presenziava e aveva chiesto a noi vincitori di esserci per dare il buon esempio;
mi ringraziò per il lavoro svolto durante gli Hunger Games e mi dedicò un brindisi.
Theo e Diana si erano seduti al mio fianco, ma non parlavano molto. Era come stare vicino a due statue di cera.
<Un applauso alla nostra mentore: Jessie Electron.>
La frase della Norton diede una botta di gioia al mortorio. I presenti applaudirono e alzarono i loro calici.
<Finiamo presto quest'angoscia. . .> sospirai, appoggiando la testa sul tavolo; per poco non mirai il brodo.
<Cos'hai da fare di così importante?> mi domandò Diana.
<Preparare dei cazzo di inviti per il matrimonio.>
Il viso di Diana si illuminò. <Avete già deciso la data?>
<No. Ma intanto mi porto avanti.>
<Hai già trovato i testimoni?>
Io annuii.
Mi vergognavo un sacco a dover dire a Diana che, per errore, avevo "scelto" Haymitch e Chaff.
<Chi ti porterà all'altare?>
<Tu, Theo. Chi altrimenti?>
Theo sorrise e mi abbracciò.
<Avrai bisogno, sicuramente, di qualcuno che si occupi del catering e della cerimonia. . .> disse Diana.
Lei era bravissima nell'organizzare i rinfreschi; preparava sempre i banchetti di fine anno scolastico e le cene post giochi della gioventù.
<Tu ed Effie?> proposi.
Diana batté le mani e i piedi contemporaneamente: era entusiasta.
Dovevo solo avvisare Seneca il prima possibile.
Lo avevo chiamato la sera stessa.
Inizialmente aveva risposto una voce femminile e stavo per dare in escandescenza; riconobbi Gae, intasata dal raffreddore, che mi informava della momentanea assenza di suo fratello.
Era sotto la doccia.
Sì, mi vennero strani pensieri mentre me lo riferiva, ma li scacciai per non fare la figura della fessa quando mi avrebbe passato Seneca.
Gli parlai delle novità e della mia volontà di avere Diana ed Effie come organizzatrici; lui acconsentì e mi propose di "ingaggiare" anche Kalina.
Discutemmo anche degli invitati. Erano decisamente troppi; gli feci presente che non ero intenzionata a rinunciare ad avere i miei amici per invitare altri capitolini che a mala pena Seneca stesso conosceva.
Dopo l'ennesima discussione sugli invitati gli chiusi la chiamata in faccia e imprecai.
Mi sedetti sul divano di casa mia e cominciai a fare mente locale di chi effettivamente doveva presenziare e di chi poteva starsene a casa e guardare in televisione la celebrazione.
Giunsi a una conclusione: metà dei mentori che avevo conosciuto durante gli Hunger Games ed Effie.
Eda e Portia mi avrebbero preparato il vestito.
E Snow se ne poteva andare a fare in culo.
Pochi minuti dopo ricevetti un'altra chiamata da Seneca.
Teneva a dirmi che i suoi parenti non volevano venire al Distretto 5. Troppo poco fashion per loro.
Li insultai in ogni lingua, mentre lui cercava di mediare.
<C'è il Distretto 4.> proposi a un certo punto.
Seneca rimase in silenzio per qualche istante.
Credetti che fosse morto per l'entusiasmo. O per la sorpresa.
<Sei ancora lì, oppure devo organizzare un funerale al posto di un matrimonio?>
Quando lo sentii ridere, tirai un sospiro di sollievo: era vivo.
Acconsentì alla mia proposta.
Gli chiusi, di nuovo, la chiamata in faccia e corsi fuori, urlando come una matta dalla felicità.
Theo uscì in vestaglia, credendo che avessi un momento no. E mi mandò a quel paese vedendomi festeggiare in anticipo per il mio matrimonio.
<Andiamo, Theo. . . Ho trovato la location!> esclamai afferrandogli le spalle e scuotendolo.
<Ma non puoi uscire urlando in questo modo, okay?! Credevo stessi male. . .>
Gli domandai scusa e lo abbracciai.
<Distretto 4.> gli sussurrai all'orecchio.
<Lo sai, vero, che serve un'autorizzazione per spostarsi?>
Stava filando tutto troppo liscio per i miei gusti.
<Dici che con una letterina Snow mi darebbe il permesso?>
Theo fece le spallucce. <Podarsi. Ma non sperarci troppo.>
STAI LEGGENDO
ʟᴀ ᴛʀɪsᴛᴇ sᴛᴏʀɪᴀ ᴅᴇʟʟᴀ ʀᴀɢᴀᴢᴢᴀ ᴅᴇʟ ᴅɪsᴛʀᴇᴛᴛᴏ 5
ФанфикшнCaesar mi sorrise, mostrando tutti i suoi bellissimi, e fintissimi, denti bianchi come il marmo, e, al posto di rincuorarmi, mi chiese se avevo qualcuno da cui tornare finiti gli Hunger Games. Udendo quella domanda mi misi a ridere: chi mai avrebbe...
