La mattina dopo salutai i miei tributi e augurai loro buona fortuna.
Dovetti mettermi il cuore in pace: né Diamantina e né Paul avrebbero fatto squadra con i tributi dell'11 e del 12. Erano troppo presi dalle loro alleanze con i Favoriti.
Kalina ed io, assieme agli altri mentori e accompagnatori, fummo invitati a guardare l'inizio dei giochi nella hall del Centro di Addestramento.
Kalina non se lo fece ripetere due volte e schizzò subito nell'ascensore senza aspettarmi.
Haymitch e Chaff mi avevano tenuto un posto tra loro, così li accontentai, sedendomi al loro fianco.
Il brusio generale si fermò quando la voce di Claudius Templesmith inaugurò l'inizio dei 61° Hunger Games.
Sia Diamantina che Paul partirono alla volta della Cornucopia, nonostante io avessi detto loro di evitarla; il ché mi fece incazzare.
<E allora, vaffanculo.> esclamai, puntando un dito contro i miei tributi, costantemente inquadrati.
I due mentori si misero a ridere, mentre gli altri presenti mi rivolsero delle occhiatacce piene di indignazione.
Per la prima volta vidi il famosissimo bagno di sangue.
Più volte fui costretta ad arricciare il naso per lo spettacolo raccapricciante: bambini brutalmente infilzati e grondanti di sangue. Altri sgozzati.
Tutto puntualmente commentato da Flickerman e Templesmith, decisamente troppo entusiasti.
Non riuscii mai a capire il motivo di tanto ardore nel commentare un tale scempio con toni tanto allegri.
Sia Diamantina che Paul riuscirono a scampare al bagno di sangue senza nessun graffio: i loro alleati li avevano protetti anche a costo della loro vita.
Mi girai verso Kalina e le feci un gestaccio, tanto per farle capire che non era riuscita ad intuire un bel nulla di quei benedetti giochi.
<No, no, no e ancora no!> gridò Haymitch in direzione dello schermo dopo aver visto che i suoi due tributi erano stati scaraventati con prepotenza giù da uno spuntone che circondava la Cornucopia.
Lanciò il bicchiere semi vuoto contro il muro e lasciò, imprecando, la stanza.
Effie si spostò vicino a me e criticò il mentore del Distretto 12; gli diede dell'incosciente e dell'impulsivo. C'era dell'amarezza nel suo tono, e il ché mi inquietò un pochino. Non era certo colpa di Haymitch se i due ragazzi erano morti pochi minuti dopo l'inizio dei giochi.
<Attenta, oggi Trinket morde.> mi sussurrò Chaff.
Effie lo fulminò con lo sguardo e mise il broncio.
<Te la sei presa?>
<Secondo te?> sbottò Effie, battendo contemporaneamente i tacchi sul pavimento.
Non risposi e tornai a guardare lo schermo: la Cornucopia era vuota.
O meglio, era stata svuotata dalla maggior parte delle provviste e delle armi. In compenso c'erano un sacco di cadaveri; troppo difficoltoso identificare il numero preciso: tra le voci dei due conduttori e il brusio nella stanza, contare i colpi di cannone non si era rivelato semplice.
Ero riuscita a sentirne sei o sette. Ma potevano essere molti di più.
<Hai già trovato qualche sponsor?> mi chiese l'accompagnatrice del 12.
<Finita la parata qualcuno si era fermato a parlare con me. Ma nulla di che.>
Erano più interessati alla mia relazione che ai miei tributi.
<E così neanche l'anno prossimo avrò una promozione. . .> sospirò Effie.
Non capivo perché volesse tanto quella promozione.
Anche Theo riteneva Haymitch una brava persona; e solitamente era schizzinoso quando doveva argomentare con gli altri.
Perché Effie non poteva stringere i denti e accontentarsi?
<Verresti al mio Distretto?> le domandai.
Il suo volto si illuminò e un sorriso scacciò il broncio.
<Anche domani!> rispose lei, tenendomi a braccetto.
<Vado da Mitch.> esordì Chaff. <A dopo, Electron.>
Lo salutai e rimasi con Effie.
Kalina era sparita dalla circolazione; fortunatamente non con Brutus, che cercava di nascondere la sua cicatrice. Evidentemente era troppo imbarazzante per lui.
Poverino. . . un'elettricista gli aveva distrutto la dignità.
Finalmente riuscimmo a conoscere i volti e il numero dei deceduti: solo nove.
La ragazza del 3, i due del 6, quelli dell'8, quello del 9, il ragazzo del 10 e quelli del 12.Seneca venne a trovarmi l'indomani e mi fornì una lista di possibili sponsor: tutti amici dei suoi genitori.
<Vedrò che cosa posso fare.
Grazie, Seneca.>
<Questo e d'altro per i tributi della mia amata.> disse lui, baciandomi la guancia.
Mi propose di andare da lui, dove c'era anche Gae. Io dovetti rifiutare: Kalina non me l'avrebbe fatta passare liscia se mi fossi distratta dal lavoro di mentore proprio ora che il Distretto 5 viveva un "buon momento" ai giochi.
<Salutami Gae.>
Lui ringraziò e mi lasciò un leggero bacio sulle labbra prima di tornare dalla sorella.
Io mi diressi verso l'atrio in cui gli sponsor si ritrovavano per trattare con i mentori.
Seeder stava discutendo animatamente con uno di loro; il possibile sponsor non voleva assolutamente fornire quello che la mentore necessitava per il suo tributo. E forse anche per quello di Chaff.
Brutus e un altro uomo, invece, si erano appena stretti la mano e avevano trovato qualcosa da fornire a un tributo.
<Sei in difficoltà?> mi domandò una donna molto slanciata.
<Sì.> ammisi senza tanti giri di parole.
Ero quella nuova lasciata da sola;
e nessuno si era preso la briga di istruirmi a dovere.
<Lyme, Distretto 2.> si presentò lei.
Io strinsi la sua mano.
Sapeva già chi fossi, così non mi presentai.
Le chiesi che cos'avrei dovuto fare in quell'occasione e lei mi portò da uno sponsor, dandomi alcune spiegazioni.
Poi mi lasciò senza che riuscissi a ringraziarla.
<Salve.> incominciai io, cercando di attirare l'attenzione del tizio che avevo di fronte.
<Su quale tributo.>
<Come prego?>
<Su quale tributo vuole puntare?> mi chiese lui con voce grave.
<Ho due tributi ancora in vita: Diamantina Pollion e Paul Zen, Distretto 5.
Fanno tutti e due squadra con i Favoriti.>
L'uomo inarcò un sopracciglio ed estrasse un taccuino su cui annotò i nomi.
<E dica, singorina Electron. . .> mi stupii che conoscesse il mio nome.
Ma chi volevo prendere in giro? Avevo vinto gli Hunger Games l'anno precedente e mi sarei sposata con Seneca Crane; solo uno stolto non poteva sapere chi fossi.
<Sa già che cosa serve ai due ragazzi?>
Feci mente locale e anuii poco dopo.
<Del pane per entrambi.>
Erano riusciti ad accaparrarsi delle armi, ma non del cibo: quell'armadio del 3 si era rivelato troppo forte da affrontare durante il bagno di sangue. Si era impossessato, poi, di due zaini, uno per lui e uno per il ragazzo del 7, ed era fuggito verso le alture.
Per l'Arena, quell'anno, si erano rifatti a un ambiente roccioso tipico del Distretto 2.
<Nient'altro?> mi chiese lui.
Io diedi una fugace occhiata allo schermo e intravidi un fiumiciattolo. Un alce stava sorseggiando dell'acqua e non aveva avuto delle ripercussioni.
<Sì, due borracce vuote.>
Lui annuì; dopodiché firmammo un contratto e gli strinsi la mano.
<Grazie.>
Scrissi loro un biglietto in cui li mettevo in guardia e in cui dicevo loro di non fidarsi di nessuno.
Forse ero stata un po' troppo dura, ma volevo portare a casa almeno uno dei due.
Seneca mi aveva raccontato che, nel caso in cui entrambi i miei tributi fossero rimasti in vita fino alla fine, secondo una clausola dei giochi, sarebbero stati proclamati due vincitori.
Theo, al telefono, mi spiegò che era una rarità e che nessun tributo ne era pienamente a conoscenza, quindi si ritrovavano a scannarsi nel finale ragazzi dello stesso Distretto.
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ʟᴀ ᴛʀɪsᴛᴇ sᴛᴏʀɪᴀ ᴅᴇʟʟᴀ ʀᴀɢᴀᴢᴢᴀ ᴅᴇʟ ᴅɪsᴛʀᴇᴛᴛᴏ 5
FanfictionCaesar mi sorrise, mostrando tutti i suoi bellissimi, e fintissimi, denti bianchi come il marmo, e, al posto di rincuorarmi, mi chiese se avevo qualcuno da cui tornare finiti gli Hunger Games. Udendo quella domanda mi misi a ridere: chi mai avrebbe...